L’amore che supera la morte: il Taj Mahal ad Agra

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L’amore che supera la morte: il Taj Mahal ad Agra

Tagore lo ha definito “una lacrima di marmo poggiata sulla guancia del tempo”. In parte questo magnetismo è dovuto alla leggenda che lo avvolge.  Il Taj Mahal si trova sulle rive del fiume Yamuna, ad Agra, India Settentrionale. Fu costruito dal quinto imperatore Mughal, Shah Jahan, nel 1631 in memoria della sua seconda moglie, Mumtaz Mahal, una principessa originaria della Persia. Mumtaz Mahal morì mentre accompagnava suo marito a Behrampur, durante una campagna per schiacciare una ribellione. Aveva appena dato alla luce il loro quattordicesimo figlio. La sua morte fu una vera tragedia per l’imperatore, al punto che i suoi capelli e la sua barba nel giro di pochi mesi diventarono completamente bianchi per il dolore.

Mentre Mumtaz Mahal era ancora in vita, aveva chiesto all’imperatore di farle quattro promesse nel caso in cui fosse morta prima di lui. Per prima gli chiese di costruire il Taj; la seconda era che si sarebbe dovuto sposare di nuovo per dare una nuova mamma ai loro figli; la terza era che sarebbe sempre stato buono e comprensivo con i loro figli; e la quarta, che avrebbe sempre visitato la sua tomba nell’anniversario della sua morte. La costruzione del Taj Mahal iniziò nel 1631 e venne completata in 22 anni.

Il Taj sorge su una base di pietra arenaria rossa sormontata da un enorme terrazzo di marmo bianco sul quale si posa la famosa cupola affiancata dai quattro minareti affusolati. La cupola è fatta di marmo bianco, ma la sua posizione vicino al fiume fa sì che un magico gioco di colori che cambiano durante le ore del giorno e a seconda delle stagioni, diano al Taj Mahal riflessi che lo rendono unico ma sempre diverso. Come un gioiello, il Taj scintilla al chiaro di luna quando le pietre semi-preziose incastonate nel marmo bianco sul mausoleo principale ghermiscono il bagliore dei raggi della luna. Il Taj è rosato al mattino, bianco latteo alla sera e d’oro quando splende la luna. Sembra quasi che questi cambi di colore rispecchino la mutevolezza dell’umore femminile, o almeno così si dice in India. Per descriverlo sarebbe sufficiente dire che il Taj Mahal vive, in quanto monumento dedicato all’amore eterno.

Un'opera monumentale che si compone di cinque parti: il portone, il giardino, la moschea, la casa degli ospiti (jawab) e il mausoleo, ovvero la tomba di Mumtaz Mahal. L'insieme è delimitato per tre lati da mura e a nord dal fiume Yamuna. Sulle mura si aprono tre portali e si innalzano otto torri ottagonali (l'ottagono simboleggia l'unione di Terra e Cielo). L'insieme è stato progettato secondo un principio di simmetria e secondo rigorose regole geometriche: in tutte le parti, sia architettoniche sia decorative, poche forme di base si ripetono, attraverso allineamenti e simmetrie, creando una straordinaria chiarezza e armonia. Non si conosce con esattezza il nome dell'architetto; sappiamo che i lavori iniziarono nel 1631 e durarono più di vent'anni, impiegando 20000 persone tra operai, artisti e artigiani, provenienti sia dall'Asia che dall'Europa. Probabilmente furono più di mille gli elefanti utilizzati per trascinare i pesantissimi marmi e, leggenda vuole, che a tutti i lavoratori impegnati nella titanica impresa furono amputate le mani al termine della costruzione. Perché Shah Jahan voleva che l’opera non fosse mai più ripetuta.

Vennero utilizzati materiali pregiati e rari provenienti da ogni regione dell'Asia: marmi, giada, turchesi e lapislazzuli, zaffiri e corniola giunsero dal Punjab, dal Tibet, dalla Cina, dall'Afganisthan, dallo Sri Lanka. Nel 1983 il Taj Mahal è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'Umanità e costituisce una delle Sette Meraviglie del mondo.

Il giardino (bageecha) ha forma quadrata. Misura 300 metri di lato ed è diviso in quattro parti, secondo uno schema tradizionale, da due canali d'acqua che si intersecano al centro. Ogni settore è a sua volta suddiviso in quattro parti da viali alberati. Si narra che in ciascuna di queste 16 parti vi fossero 400 piante.

Il mausoleo, solenne edificio che ospita la tomba di Mumtaz Mahal è interamente rivestito di marmo bianco. Si innalza su un basamento alto 7 metri e largo 100 metri per lato, inquadrato da quattro minareti. Ha pianta quadrata, ma i suoi angoli sono smussati, in modo da richiamare la forma dell'ottagono. Nelle facciate risalta una forma che ritorna in tutte le parti del complesso, il rettangolo sormontato da un arco a sesto acuto. Questo motivo si compone di due parti della stessa misura. Cinque cupole sovrastano il mausoleo, in posizione perfettamente simmetrica.

A fianco del mausoleo sorge una moschea. È stata realizzata in arenaria rossa, l'unico materiale locale presente nel complesso, ed è affiancata da un edificio gemello, lo jawab (che significa 'risposta'), riservato agli ospiti.

Il mausoleo si trova a conclusione del grande percorso d'acqua, fiancheggiato da cipressi, simbolo di immortalità. L'edificio si mostra in una duplice immagine, quella reale e quella rispecchiata nell'acqua, al centro di una prospettiva in cui architettura e natura sono perfettamente integrate.

Il Taj Mahal è ricchissimo di decorazioni, che presentano i caratteri propri dell'arte islamica: sono presenti motivi floreali, geometrici e calligrafici. Le tecniche utilizzate sono principalmente due: il bassorilievo e la tecnica della 'pietra dura', ovvero l'intarsio di pietre preziose e semipreziose, sagomate e incastonate nel marmo bianco.

Il giardino è, nella tradizione islamica, simbolo del paradiso: ha forma geometrica, quindi ideale, ed è ricco d'acqua. Le iscrizioni inserite nel portale d'accesso invitano ad entrare nel paradiso.

I minareti sono alti 68 metri e sono leggermente inclinati verso l’esterno, per motivi di sicurezza, in caso di crollo, infatti, non franerebbero sull'edificio centrale. Alla sommità si trova una cupola, conclusa da motivi a fiori di loto in rilievo marmoreo, altro simbolo d’immortalità tipicamente orientale.

Il rapporto con l'Islam: dal 1200 al 1803 si afferma in India la Civiltà Indo-islamica, quando popolazioni musulmane, in particolare turche e persiane, invadono la penisola indiana: questo dominio determina l'influenza dei modelli islamici nella produzione artistica. Solo durante l'Impero Mogul (1526-1857), però, si assiste ad un tentativo di integrazione tra le due culture. Alla dinastia Mogul risale lo splendido Taj Mahal.