Nel video: Ana Vidovic suona Recuerdos de la Alhambra di Francisco Tárrega
L’Alhambra ha ispirato artisti di ogni genere, dalla letteratura alla musica.
L’autore newyorkese Washington Irving scrisse una serie di trenta racconti intitolati Tales of the Alhambra nati dall'esperienza di un viaggio in Spagna intrapreso nella primavera del 1829. Il libro è suddiviso in 32 capitoli e combina descrizioni, miti e la narrazione di eventi storici, passando dalla distruzione delle torri del palazzo da parte dei francesi e del conte Sebastiani nel 1812 e dai danni successivi causati dal terremoto nel 1821. Irving non era nuovo alla Spagna, infatti aveva appena terminato la biografia di Cristoforo Colombo, pubblicata nel 1828, quando soggiornò a Granada per un altro viaggio legato ad un altro libro A Chronicle of the Conquest of Granada, rimase colpito dalla città andalusa che descrisse come: «...la più pittoresca e bella, situata in uno dei paesaggi più deliziosi che mi sia mai stato dato di vedere». Sicché, visitando ripetutamente la città con una guida di nome Mateo Ximenes, Irving trasse l'ispirazione per scrivere I racconti dell'Alhambra. Nel 1950 ne venne tratto un film omonimo dello spagnolo Florián Rey, basato su alcuni personaggi dell'opera di Irving. Nel 1998 uscì un altro film ispirato all'opera di Irving, diretto da Juan Bautista Berasategui e dal titolo Ahmed, principe dell'Alhambra.
Dai racconti di Irving, Francisco Tarriga trasse ispirazione per Recuerdos de la Alhambra, un brano per chitarra classica composto nel 1896. Il pezzo venne concepito dal suo autore come studio molto avanzato sulla tecnica del tremolo, ma il suo assoluto valore musicale e la ricercata liricità, insieme all'alta bravura tecnica richiesta nell'esecuzione, ne hanno fatto uno dei classici più famosi al mondo ed un pezzo imprescindibile nel repertorio di tutti i più grandi concertisti di genere.
L'Alhambra si trova a Granada, in Andalusia, nella Spagna meridionale. È una città reale fortificata, posta sul colle che guarda la città; questa, da parte sua, aveva un autonomo sistema di mura difensive.
All'interno dell'Alhambra vi erano edifici e servizi necessari per garantirne l'assoluta autonomia: vi erano moschee, botteghe e magazzini, bagni, scuole, luoghi di riunione.
Venne realizzata tra il XIII e il XIV secolo dall'ultima dinastia dei principi musulmani in Spagna, la dinastia Nasride. Lo splendore raggiunto in questo periodo è testimoniato dalle imponenti opere di difesa (la cinta muraria dell'Alcazaba, cioè il mastio militare) e dai palazzi residenziali, con le sfarzose sale e le torri. Le sale si alternano a giardini e a patii (cioè sale lastricate e aperte su spazi esterni), in cui è costante la presenza dell'acqua.
Nel 1984 il complesso dell'Alhambra è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio mondiale dell'Umanità.
L'arte islamica non rappresenta frequentemente immagini reali: essa predilige immagini astratte, ed in particolare il disegno decorativo ad arabesco.
Alla base delle elaborazioni grafiche, anche quando sono molto complesse e ornate, sta la geometria, che con le sue leggi esatte consente di esprimere l'idea della perfezione e dell'armonia del creato.
All'interno di questi motivi stanno iscrizioni, del tutto integrate alle composizioni.
L'amore per la geometria ha dato origine, nell'arte islamica, ad opere di grande bellezza: trapezi, triangoli, poligoni irregolari, stelle a molte punte compongono figure complesse, esaltate dall'utilizzo di piastrelle in ceramica colorata, chiamate azulejos. Viene molto utilizzato lo stucco, in quanto facilmente lavorabile, con il quale vengono realizzate ampie superfici a rilievo. Dai soffitti pendono motivi a stalattite, anch'esse realizzate in stucco, che prendono il nome di muqarnas.
L'acqua, elemento simbolico:iI palazzi arabi presentavano al loro interno spazi ombrosi, con piante da fiore e da frutto, fontane e vasche d'acqua: essi sono luoghi di frescura in regioni aride, spazi perfetti regolati dalla geometria, simbolo terreno del paradiso. Nei giardini e nei cortili interni è frequente lo schema dello spazio delimitato con l'acqua al centro; questa, con il suo continuo gorgoglio e i riflessi di luce, rappresenta un miracolo dei sensi e un dono divino.
Una curiosità: l'Alhambra ha ispirato anche lo staff di Masami Kurumada per realizzare il palazzo Pallasbelda nella seconda stagione di Saint Seiya Omega (in quell'occasione fuso con la Cupola di Santa Maria del Fiore e il Taj Mahal).