Quanti di noi la conoscono perché l’hanno vista in film o anime? La casa tipica giapponese, piena di luce e con le sue sobrie geometrie interne è concepita a tutto tondo per il benessere dei suoi abitanti e nulla è riposto al caso, ma come sempre in oriente, in armonia con la natura e finalizzato all’elevazione interiore. Vediamo dunque, quali sono gli elementi basic di una casa giapponese.
L'architettura del Giappone ha sempre cercato uno stretto rapporto con la natura. Ciò è evidente nelle abitazioni tradizionali, la cui organizzazione testimonia una filosofia del vivere quotidiano, basato sulla semplicità e sull'armonia con l'ambiente.
I materiali da costruzione sono tutti naturali: legno, paglia, carta di riso. La casa è concepita come uno spazio aperto, integrato con l'esterno. Le pareti, essendo realizzate in materiale leggero, possono essere interamente spostate in modo da integrare alcuni ambienti al giardino; in inverno, al contrario, il giardino può venire chiuso e aggregato allo spazio interno.
Le dimensioni della casa vengono definite sulla base di un'unità di misura, il tatami, ovvero le stuoie che ricoprono il pavimento; queste hanno dimensioni costanti di 90x180 cm, considerate adatte al riposo di una persona media. L'intera abitazione, quindi, presenta misure che sono derivate dalle dimensioni del corpo umano.
Anche le altezze degli ambienti e le dimensioni delle parti strutturali derivano dal modulo; una porta scorrevole, ad esempio, è alta 180 cm, come il tatami.
Nella casa giapponese l'essenzialità si manifesta anche nell'accurata scelta di mobili ed utensili e nell'eliminazione di tutto ciò che è superfluo nell'arredo; l'armonia è raggiunta attraverso la luce e i colori naturali, in spazi composti dall'accordo tra linee orizzontali e verticali.
Per dormire si usano i futon materassi che al mattino vengono arrotolati e riposti in appositi armadi per consentire l'utilizzo degli ambienti per le attività del giorno.
Il cuore della casa è l’irori, fonte di riscaldamento usato anche per cucinare. Nelle abitazioni tradizionali viene incassato nei pavimenti in legno.
Le pareti scorrevoli divisorie (fusuma) consentono di trasformare gli spazi a seconda delle esigenze alle diverse ore del giorno.
Su un'intelaiatura di legno sono inserite le pareti scorrevoli, chiamate shoji; queste sono costituite da pannelli in carta di riso, che consentono alla luce di filtrare all'interno. ln estate gli shoji vengono rimossi, e la casa si trasforma in una sorta di padiglione nella natura, che consente ai suoi abitanti di vivere la stagione e i suoi passaggi.
Il padiglione del tè (chashitsu)
La cerimonia del tè rappresenta un rito, svolto secondo procedure codificate, finalizzato a favorire la meditazione.
ln molte case giapponesi è presente un'area riservata a questa cerimonia. Generalmente si tratta di un piccolo padiglione aperto posto nel giardino, detto chashitsu. Esso ha generalmente forma di capanna, ed è arredato con oggetti e materiali scelti per il rito.
Curiosità: Steve Jobs ha vissuto a Kyoto, amava il la cerimonia del tè giapponese, era aperto al buddismo ed era impressionato dall'estetica minimalista dell'architettura giapponese.