X Edizione NOpS FESTIVAL 17 giugno - 1 luglio 2018
- di Candle CoveNogu Teatro presenta la decima edizione del NOpS festival (Nuove Opportunità per la scena) dedicato alle realtà teatrali emergenti. Mettendo a frutto gli incontri delle scorse edizioni, quest’anno il NOpS diventa una vera e propria vetrina di teatro contemporaneo, in cui gli operatori potranno attingere tra le nuove proposte delle giovani realtà.
Dal 17 giugno al 1 luglio si alterneranno sul palco del Teatro Tor Bella Monaca e all’interno dell’Ex Mercato di Torre Spaccata, 14 compagnie provenienti da tutta Italia e non solo! Ospite speciale del festival Andrei Zagorodnikov, regista, attore e pedagogo presso Academy of Theatre Arts in Cracow e Russian State Institute of Performing Arts.
Un’edizione che si svolgerà in periferia, nell’intento di portare anche al di fuori dei circuiti canonici il teatro emergente, attuando quella politica di decentramento culturale di cui si sente tanto parlare, ma che fatica a prendere piede.
In quest’ottica il festival sarà corredato da progetti collaterali che integreranno la proposta anche nei confronti del pubblico, a partire dalla cena con la compagnia a fine spettacolo, fino ad arrivare a dei veri e propri percorsi guidati di visione.
Il nostro obiettivo è duplice: far emergere giovani talenti da quel terreno fertile e vibrante di creatività e possibilità espressive che si cela al di là del teatro noto e convenzionale, ma anche fornire agli spettatori che abbiano voglia di vedere del buon teatro gli strumenti per apprezzarlo, senza tralasciare il coinvolgimento di giovani e giovanissimi.
CALENDARIO GENERICO
Domenica 17 giugno ore 17,30
PRESENTAZIONE
Ex Mercato di Torre Spaccata (via Filippo Tacconi, 11)
Spettacolo itinerante con tutte le compagnie partecipanti
Da martedì 19 a sabato 23 giugno ore 21
domenica 24 giugno ore 18
FESTIVAL | SEZIONE COMPAGNIE
Teatro Tor Bella Monaca (via Bruno Cirino snc)
Ogni sera uno spettacolo in concorso. Produzioni già concluse.
Da giovedì 28 a sabato 30 giugno
FESTIVAL | SEZIONE ANTEPRIME E SEZIONE AUTORI*
Ex Mercato di Torre Spaccata (via Filippo Tacconi, 11)
Ogni serata sarà composta da 3 o 4 lavori di massimo 20 minuti. Primi studi o estratti di spettacoli completi non ancora prodotti, preparati in residenza all’Ex Mercato nel mese precedente.
* Brani messi in scena da Nogu Teatro per la SEZIONE AUTORI.
domenica 1 luglio ore 17,30
PREMIAZIONE
Ex Mercato di Torre Spaccata (via Filippo Ticconi, 11)
Chiacchierata con la giuria, assegnazione dei premi.
CON LA COLLABORAZIONE DI
Teatro Tor Bella Monaca | Ex Mercato di Torre Spaccata - SPAZI OSPITANTI
Periodico Italiano magazine - MEDIA PARTNER UFFICIALE
Media & Sipario - MEDIA PARTNER
Persinsala | Cultur Social Art | La nouvelle vague magazine | Post-it Roma | Brain-storming culturale | Quartaparete Roma - GIURIA
| Teatro Trastevere | Teatro Kopò | Teatro Studio Uno | Teatrosophia | Pietro Dattola | Spazio Casa Lorca | Teatrocittà | Perlascena – ORGANIZZATORI OSPITI
PREMI
• Gli organizzatori selezioneranno uno o più spettacoli della SEZIONE COMPAGNIE da inserire nel cartellone della stagione 2018/19.
• Il premio del pubblico per la SEZIONE COMPAGNIE sarà in denaro, la sezione ANTEPRIME otterrà una residenza all’Ex Mercato per completare lo spettacolo.
• Alcune strutture metteranno a disposizione delle residenze creative per sviluppare il lavoro, in particolare per la SEZIONE ANTEPRIME.
• Perlascena sceglierà uno o più testi da pubblicare nel prossimo numero della rivista.
• Menzioni Speciali della Critica.
• I testi vincitori della SEZIONE AUTORI verranno messi in scena da Nogu Teatro durante il Festival, con studi non superiori ai 20 minuti.
n.b. Gli organizzatori potranno, con valide motivazioni, esonerarsi dall’assegnazione del premio, qualora non ritengano meritevole nessuna compagnia.
PROGETTI COLLATERALI
• GIURIA YOUNG (under 18)
• Percorsi di approfondimento per gli SPETTATORI CURIOSI
• NOpS REPORT con gli studenti universitari
• Dopo ogni spettacolo il pubblico potrà trattenersi a CENA con gli artisti e le compagnie!
GLI SPETTACOLI
Martedì 19 giugno ore 21
I, IAGO | Spettacolo
di e con Andrei Zagorodnikov
Una nuova visione del classico Shakespeariano. La famosa storia di “Otello” raccontata dal punto di vista di Iago, motore dell’azione e causa di tutti gli avvenimenti. Otello non considera neppure l’ipotesi che Iago gli menta, perché nella sua profonda onestà non può concepire che esistano persone simili, capaci delle più orribili azioni per il puro desiderio di offendere, di nuocere, di annientare, di fare del male. “I, Iago” è una confessione dell’attore che ritrova Iago – furtivo e furbo – dentro di sé, lasciando emergere un semplice dato di fatto: Iago non è un personaggio teatrale, ma esiste nella quotidianità che ci circonda, ed in ognuno di noi. “I am not what I am” è la frase del testo di Shakespeare che compendia in sé tutto il senso, non solo della pièce, ma della stessa realtà umana. Uno spettacolo-confessione, un’autoaccusa, e, soprattutto, un viaggio nelle profondità dell’io. ♦ SPETTACOLO IN LINGUA INGLESE ♦
Mercoledì 20 giugno ore 21
NIENTE PANICO | Spettacolo
*Vaneggiamenti di un patafisico involontario
di e con Luca Avagliano
scena a cura di Eva Sgrò
elaborazione audio e musiche a cura di Tommaso Andreini
produzione Giorgio Regali & KanterStrasse
“Facciamola finita, ammettiamolo, non abbiamo più un futuro!” Con questa frase Mirella lo fece piombare nella consapevolezza di vivere in un presente apparentemente senza ormai futuro, dove è facile sentirsi quantomeno smarriti, spauriti, lasciarsi andare all’inerzia e ritenere ormai inutile investire in qualcosa, soprattutto, se ad affrontarlo, si è da soli. Un normalissimo essere umano, indossando il suo comodo pigiama, innesca un vorticoso, inarrestabile e impacciato susseguirsi di riflessioni, confessioni, possessioni e canzonzoni alla ricerca di come sia arrivato ad avere paura di tutto e tutti, di come non farsi più prendere dal panico e di che cosa sia reale e concreto. Un incontenibile flusso d’incoscienza che spazierà dalla poesia al catechismo, dalla scienza alla saggezza popolare, dalla psicanalisi all’equitazione, dall’amore a.. gli alieni, forse unica via d’uscita e di salvezza, anche se, restando fermo immobile in attesa di un raggio traente, è facile farsi prendere dal panico… magari basterebbe correre per non farsi prendere, e, uscendo, potrebbe anche accorgersi di non essere così solo nell’universo.
Giovedì 21 giugno ore 21
QUESTA È CASA MIA | Spettacolo
di e con Alessandro Blasioli
supervisione artistica Giancarlo Fares
luci Viviana Simone
scenografia Alessandro Blasioli e Andrea Frau
Questa è casa mia è il racconto della sventurata storia vissuta da una famiglia aquilana, i Solfanelli, in seguito al terremoto che ha sconvolto l'Abruzzo il 6 Aprile 2009; è la storia di un'amicizia, quella tra Paolo, aquilano e figlio unico dei Solfanelli, e il suo inseparabile compagno Marco, travolta anch'essa dalla potenza della natura e dall'iniquità dell'uomo. Vengono raccontati i momenti successivi al sisma e le scelte dello Stato per farvi fronte attraverso gli occhi del giovane Paolo: gli hotel della costa, le tendopoli ed il progetto C.A.S.E., il Movimento delle Carriole, le New Town. Un punto di vista nuovo che avvicina il pubblico alla realtà aquilana, evidente vittima dell’inefficienza della macchina statale prima ancora della Natura, in uno dei Paesi Europei a più alto rischio sismico.
Venerdì 22 giugno ore 21
A LITTLE PARTY NEVER KILLED NOBODY | Spettacolo
di e con Susanna Acchiardi, Alessio Bagiardi, Francesca Camurri, Stefano Iagulli, Elisabetta Raimondi Lucchetti, Jacopo Morra, Giacomo Stallone, Maria Luisa Zaltron
e con Vladimir Doda e Leo Merati
Parlengo Fellas
Che cosa sono le cosiddette buone maniere per vivere in società? Quando è bene utilizzarle e quanto effettivamente le conosciamo o le riteniamo indispensabili? Il bon ton è a tutti gli effetti uno specchio della società in cui viviamo, maggiormente preoccupata alla forma piuttosto che al contenuto. Una società così occupata a tutelare le apparenze da rendere vano ogni tentativo di vera interattività umana. Questa storia affonda le radici nella profonda contrapposizione di due celeberrime fazioni opposte, Montecchi e Capuleti, costrette loro malgrado a tentare di seguire un galateo che impone loro una riappacificazione. Come sedersi, da nemici acerrimi, ad uno stesso tavolo? Come mascherare la rivalità con le buone maniere? Fino a che punto le regole di buona creanza riescono a celare l’odio? Una piccola festa non ha mai ucciso nessuno, ci siamo detti, eppure l’incontro tra i due opposti schieramenti a casa Capuleti si rivelerà presto un vero disastro e le grette formalità che ognuno dei protagonisti prova ad applicare non saranno altro che un contributo al tragico ed inevitabile epilogo finale.
Sabato 23 giugno ore 21
YUKONSTYLE | Spettacolo
di Sarah Berthiaume
traduzione e regia Gabriele Paupini
con Marianna Arbia, Marco Canuto, Benedetta Rustici, Lorenzo Terenzi
aiuto regia e luci Francesca Zerilli
costumi Benedetta Rustici
BiTquartett/Teatro Studio Uno
Quattro solitudini si incontrano, si confrontano e si scontrano sullo sfondo di un luogo mitico, ai confini delle terre di ghiaccio dell’Alaska: lo Yukon. In questo spazio immenso e misterioso, s’intrecciano le vite di Yuko, giapponese in esilio, Kate, ragazzina canadese che attraversa lo stato in un road trip senza meta, Garin, meticcio autoctono della zona e Dad’s, suo padre, alcolizzato cronico e appassionato di Neil Young. Quattro personaggi sradicati, quattro outsider che si ritrovano a condividere uno spazio e un tempo che li spingerà a stringere delle relazioni gli uni con gli altri, a sostenersi per superare le proprie paure e cercare una via d’uscita dall’isolamento in cui si trovano. Di fronte alla forza dirompente di questo luogo, l’essere umano appare per quello che è: piccolo ingranaggio di un orologio che, tra un imprevisto e un altro, un sogno mancato e un desiderio ancestrale, scandisce il tempo della vita e della morte, di chi si lega e di chi si separa.
Domenica 24 giugno ore 18
SOGLIOLE A PIACERE | Spettacolo
scritto e interpretato da Gloria Giacopini
regia di Gloria Giacopini e Valeria Tomasulo
video di Valeria Tomasulo
Un giorno ho deciso di andare contro natura e di fare un’esperienza estrema: ho fatto snorkeling. Stavo quasi per iniziare a muovere un braccio, dopo la prima mezzora passata immobile, tutta rattrappita sul bordo dell’acqua che sembravo morta, quando sul fondo del mare vedo qualcuno che mi guarda più spaventato di me. Era una sogliola. Sdraiata su un fianco come la sua evoluzione ha previsto e con entrambi gli occhi posizionati sul lato superiore. Mi fissava come a dire: “Tu mi assomigli”. Ho scelto lei come cornice dei miei episodi. E’ il simbolo perfetto di una vita passata a nascondersi sul fondo del mare. L’attrice, sola in scena, dapprima interagisce con personaggi salienti della sua vita, da lei stessa interpretati, che irrompono attraverso delle video proiezioni caricaturate e che la obbligano a ricordare. Il racconto oscilla tra la ricerca intima del ricordo e il dialogo diretto con il pubblico, come se l’interlocutore potesse aiutarla a capire le ragioni dell’evidente costante della sua vita: l’insuccesso. E non un insuccesso qualunque, bensì ripetute cadute proprio lì lì, a un passo dal traguardo. Un dramma trattato in chiave comica. Ma la domanda è: cos'è il successo? Essere i primi o affermare quello che si è? Fosse anche esser sogliola...
Giovedì 28 giugno ore 20.30
EFFETTO WERTHER | Anteprima
regia di Gianluca Ariemma
con Marcello Gravina, Giulia Navarra, Gianluca Ariemma
Dietro la Maschera
L'effetto Werther si riferisce al fenomeno per cui la notizia di un suicidio pubblicata dai mezzi di comunicazione di massa provoca nella società una catena di altri suicidi. Un estratto di venti minuti che racconta gli aspetti fondamentali della trama, mettendo L'occhio al buco della serratura di quell'appartamento del terzo piano che sembra essere troppo piccolo anche per una persona sola. Un Dramedy, a tratti esilarante, che scava nella psiche dei personaggi ed in quella degli spettatori, portandoli a spiare negli angoli più bui dell'appartamento, mentre, al suo interno, queste figure cosi sole muoio uno dopo l'altro a causa della violenza psicologica dei vicini. Spettacolo Vincitore del Premio Speciale Giovani Realtà del Teatro 2017
ELEMENTI | Sezione Autori
di Salvatore Cannova
regia Ilaria Manocchio
con Stefania Capece Iachini, Giulio Claudio De Biasio, Agnese Lorenzini e Valerio Riondino
Nogu Teatro
Un uomo si ritrova in un mondo post-apocalittico senza sapere come ci è arrivato. Intorno a lui altri personaggi gli spiegano che a tutti è assegnato un simbolo e un numero, non gli resta che aspettare il suo turno: verranno a prenderlo per traghettarlo, e non c’è modo di fuggire. Caronte però non c’è più, al suo posto tre maldestre figure si occupano di trasportare i “corpi incorporei” al di là del fiume, sono gli scagnozzi della Morte. Una Morte in perenne ricerca della calma interiore che deve continuamente fare i conti con i guai combinati dai suoi goffi aiutanti. In questa selva oscura accadono una serie di rocamboleschi e comici imprevisti, eppure, il destino delle anime che vi arrivano, deve compiersi: nessuno vi si può ribellare, neanche il più corrotto degli uomini. Davanti alla Morte si è tutti uguali.
ÈXODOS | Anteprima
regia Luigi Saravo
con Beatrice Valeri, Doron Kochavi, Chiara Felici, Martina Cassenti, Daniele Santoro
ÈXODOS è il nome di un viaggio che si muove attorno a temi scottanti della nostra contemporaneità. La guerra, il cammino per allontanarsi da essa, il viaggio attraverso il mare, la morte che aleggia in ogni passo di questo movimento e poi la luce della speranza, la vita che, alla fine, rende sacro ogni gesto prodotto in nome di lei. EXODOS è una performance visiva, che, senza l’ausilio di testo, prendendo a riferimento strutturante l’Iliade e l’Odissea, costruisce azioni sceniche di evidente suggestione formale e di estrema semplicità esecutiva andando a prendere come riferimento per il proprio materiale compositivo la tradizione del teatro d’arte e in particolare alcuni momenti de “La tempesta” con la regia di Giorgio Strehler e quella allestita da Peter Brook.
Venerdì 29 giugno ore 20.30
WET FLOOR | Sezione Autori
di Fabio Pisano
regia Aleksandros Memetaj
con Agnese Lorenzini e Valerio Riondino
Nogu Teatro
“Oggi se non leggi i giornali sei disinformato, se invece li leggi sei informato male; [...] Una delle conseguenze della troppa informazione è il bisogno di arrivare primi, non importa più dire la verità, quindi qual è la responsabilità di un giornalista? Dire la verità. Non solo arrivare per primi, ma dire la verità.” Un uomo è intento a pulire i pavimenti, un tizio è intento a scrivere al cellulare. Inizia una conversazione tra i due; il tizio deve andare via, deve andare in redazione per lavorare sulla presunta notizia di un sequestro di quattro giornalisti da parte di un tipo sconosciuto. Ma il pavimento è bagnato. L’uomo ha devotamente lavato il pavimento e non tollera che il giornalista passi prima che si sia asciugato. La conversazione lentamente assume toni sempre più “ambigui”, fino a diventare un sequestro. WET FLOOR è un atto unico che ha solo l’obiettivo di condurre lo spettatore a questo bivio ormai quotidiano: realtà contro verità. La sovrapposizione del mondo reale a quello social, più rapido e per questo più “vacuo”, porta l’uomo a dei corto circuiti continui, ribaltando il piano “necessario”, e imponendo una scelta drastica: a quale mondo tendere la mano. Ogni scelta però imporrà un sacrificio. Si sacrifica sempre una parte di sé. La parte reale ch’è quella vera. O la parte vera, ch’è quella reale.
ERA MEGLIO SE FACEVO L’ATTORE | Spettacolo
un monologo di Amleto, con Amleto, per Amleto
di e con Andrea Onori
consulenza artistica Mariagrazia Torbidoni
Produzione virgolatreperiodico
“Ho fatto a pezzi cuore e mente per cadere in servitù di parole?” Fare l’Amleto è il problema di tutti gli attori, ma qual è il problema di Amleto? Forse è solo uno dei tanti che non sa come andare avanti. Di certo la Danimarca oggi non è il migliore dei mondi possibili. Non tanto per la guerra, ma perché nessuno prende le cose sul serio. Servi e padroni non combattono più, vanno a banchetto insieme e si scambiano sorrisi in televisione. Ai meritevoli è chiesto di farsi da parte mentre assassini e bugiardi siedono sullo scanno più alto. E chi a fatica riesce a conquistare il suo guscio d’uovo passa i giorni a volerlo difendere, guardando chiunque si avvicini con sospetto e terrore. Solo a teatro le cose sembrano andare bene, per questo tutti vogliono fare gli attori. Alla base dello spettacolo c’è l’idea di una sfida: un attore armato di pochi elementi di scena deve rappresentare l’Amleto. Tutti gli oggetti, i costumi, i materiali tecnici da utilizzare devono poter essere trasportati in uno zaino da viaggio. Il resto è superfluo. Un Amleto che porta la sua vita sulle spalle alla ricerca di un pubblico che possa raccoglierla. Il tutto è una scusa per parlare di Amleto senza dover per forza parlare di Amleto. Aggrapparsi allo scheletro della troppo, troppo solida opera per lanciare lo sguardo più in là, allontanarlo dalla nebbia che abbiamo di fronte e farlo sedere su un palco. La sentinella, il viandante, l’attore, il becchino: non importa cosa fai nella vita, il monologo è lo strumento principe per essere tutti e nessuno. Per dare voce ad una sinfonia di esistenze che reclamano ognuna la medesima cosa: essere qui, adesso, prima che la commedia finisca.
Sabato 30 giugno ore 20.30
TRASH. Disinfettato, sterilizzato, asettico | Sezione Autori
di Margherita Ortolani
regia Ilaria Manocchio
con Chiara Acaccia, Ilaria Manocchio e Valerio Riondino
Nogu Teatro
Il momento del lutto più doloroso ed inconcepibile, la perdita della “mamma”, fa riemergere tutti i non detti in una famiglia che si riunisce in attesa di una possibile eredità e si ritrova chiusa in trappola. TRASH, attraverso un linguaggio iperrealista che gioca sull’accumulo e sul superfluo per sfibrare il dettaglio, attiva il bisturi sull’elemento primo dell’universo occidentale-cattolico-apostolico-romano: “la famiglia”, monade capace di inglobare il diverso esclusivamente come elemento di scarto. Il love pact lasciato da mammina, come conditio sine qua non per accedere all’eredità, scoperchia un immondezzaio di egoismi, in cui il ribaltamento tra vittima e carnefice è costante e mai definitivo.
JUST… A STEP BACK | Anteprima
di e con Eleonora Marrone, Giulia Pennati, Ylenia Dimauro e Francesco Giuliani
De.MoS Dance Co. | Associazione Culturale Erasmo da Rotterdam
Il compositore e musicista Jazz di nome Frank, ispirato dalla figura di Frank Sinatra, nel cercare lavoro con la propria musica, arriva in una città chiamata “Sound Town”. Durante la sua ricerca Frank trova all’interno di vari locali, dove tenta di conseguire un’occupazione lavorativa, delle personalità decisamente bizzarre: nel primo locale infatti incontra un pagliaccio, la cui idea di show corrisponde nel proporre al pubblico uno spettacolo che faccia ridere le persone e nulla di più. In un secondo locale dove trova delle ballerine da “club” che gli mostrano il loro punto di vista del divertimento: lo “sballo” fine a se stesso. Rimanendo sempre più perplesso, prova un terzo (ed ultimo) locale dove incontra un uomo convinto che il successo di uno show dipende dal sorprendere le persone tramite virtuosismi: chi è sul palco deve sapere fare più cose contemporaneamente, ad esempio suonare un flauto mentre dipinge, ballare mentre fa delle bolle di sapone etc. Frank, sconcertato ed affranto, scappa anche da questo locale completamente svuotato di ogni speranza, idea e stimolo che possano portarlo a continuare nella sua missione di trovare un ingaggio. Vagabondando per la città, si dirige verso un parco dove si siede su una panchina per riflettere su quanto appena accaduto. Di lì a poco, complice la stanchezza, cade addormentato e comincia a sognare. Compare un individuo che cattura l’attenzione di Frank e che lo convince a seguirlo in un mondo molto diverso da quello appena abbandonato.
MAGNUM OPUS | Anteprima
di e con Marco Bartolini, Johan Tirado, Alessandra Panzone, Alessandra Francolini
e con il Collettivo sonoro Rêvêr
Teatro del Mantice
“Magnum Opus” è un progetto di teatro fisico diviso in quadri grotteschi e tragicomici. Percorriamo un viaggio simbolico ispirato all’alchimia tradizionale, passando dalle fasi di nigredo (la decomposizione della materia), albedo (la purificazione della mente) e rubedo (la sublimazione dello spirito) per quanto concerne l’anima mundi della società nella quale viviamo. Vedremo come siamo resi schiavi dai sistemi di comunicazione, dalla religione, dalla pubblicità e cosa siamo disposti a fare al resto del mondo e dell’umanità per ciò in cui pensiamo di credere. Tutto senza perdere la semplicità del linguaggio del clown e la grande comunicabilità del teatro fisico. Il lavoro prende spunto dalle performance wayang tipiche della cultura giavanese, dove un burattinaio (il dalang) intrattiene la folla con le ombre proiettate dalle sue marionette: allo stesso modo certe istituzioni del mondo occidentale sembrano agitare ombre di fronte ai nostri occhi, alleviando il peso della realtà con un inganno. Gli attori ricoprono il ruolo dei punokawan, quasi analogo dello zanni della commedia dell’arte: i servi dell’eroe, che con i loro buffi scherzi lo guidano lungo la sua storia. Le musiche sono state composte dal collettivo sonoro Rêvêr che le ha create appositamente per questo progetto e che possono anche essere arrangiate dal vivo durante il corso dello spettacolo. Questo progetto non ha l’arroganza di dare una risposta o un seguito a certi quesiti comuni alla cultura del complottismo: intende bensì evidenziare le contraddizioni della società, individuando le varie schiavitù alle quali siamo sottoposti e che imponiamo a chi ci circonda.
ANANKASTICO68 – L’UOMOSERVER | Estratto
di e con Pasquale Faraco e Marin De Battè (Batiè)
regia di Batiè
luci, sonoro, oggetti di scena e video di Dragan Miladinovic
da un'idea di Pasquale Faraco, Dragan Miladinovic e Paolo Schena
Massa a Fuoco
Anancastico68 è il nickname di Nico Ankatas che lavora per l'Ananke, società finanziaria a livello globale. Il suo cervello è perennemente collegato alla rete e opera miliardi calcoli in continuazione: compravendita azioni, bitcoin, previsioni, calcolo di influsso di guerre e colpi di stato sugli indici di borsa...: perché il cervello umano è sempre più potente di qualunque computer. Egli vive 20 ore connesso attraverso una benda-corona sugli occhi e tutta la sua vita è funzionale alla sua attività. In cambio egli ottiene solo il godimento di essere collegato e di passare da una connessione all’altra, da un link all'altro, da un'informazione all'altra. L’unica presenza umana è Giulio, assistente, badante, infermiere ... o cane che guida un cieco. O addirittura un cieco che guida un altro cieco? I due pur frequentandosi in realtà non si conoscono e ripetono di continuo le stesse dinamiche e azioni, finché a poco a poco, i ricordi della vita di prima si insinuano nel cervello di Nico (forse sollecitati da Giulio) e Giulio nello stesso tempo dimostra sempre più la sua voglia di prendere il posto dell'(ormai) mitico Anankastico68... Forse è venuto il momento di aggiornare il maestro. Tra scontri verbali, deliri semipsicotici, connessioni continue, nostalgia del passato, i due a poco a poco iniziano anche a sperimentare una forma di rapporto per loro inusitata che va oltre la competitività e la routine: un’ancestrale forma di relazione umana che sopravvive anche in un mondo dove ormai il virtuale è dominante e le nostre vite sfruttate con il nostro consenso. Forse.
Domenica 1 luglio ore 17.30
TO BE | Spettacolo
di e con Alessandra Francolini
Teatro del Mantice
Lo spettacolo ‘TO BE’ racconta la storia di un attrice che decide di affrontare il monologo ‘To be, or not to be’ di Amleto. Il desiderio di scardinare i significati più nascosti e profondi del testo, la portano a vivere un'esistenza in bilico tra apparenza ed essenza, tra circo e teatro, tra dramma e comicità, tra vita e morte. Tutto si gioca nell’equilibrio tra lo spazio, il testo, il personaggio, l’attore e il pubblico, in un continuo scambio emotivo che conduce inevitabilmente l’attrice e gli spettatori ad essere un tutt’uno con Amleto. Tralasciando la cornice del dramma Shakespeariano, ma rivelando le sfaccettature più profonde di Amleto, si vive l’esistenza e l’essenza dell’essere umano nella sua perenne lotta per una sopravvivenza felice: è il cammino di un uomo in balìa tra la gioia estrema, la tristezza, i fallimenti, le scelte, l’ironia e le paure. ‘TO BE’ è quindi un pendolo che oscilla tra parola e azione, tra personaggio e attore, in un costante rimando al pubblico. Il monologo di Amleto è guida e ispirazione per attivare una ricerca che apra ai vari mondi poetici e teatrali nascosti al suo interno.