«Vivo un po' il dilemma di essere nel posto giusto o meno e credo che il posto giusto sia dove uno si trova e cosa stia facendo in quel momento». Intervista a Cizco
- di Nicola Di DioVenerdì 6 dicembre è uscito in digitale ed è in rotazione radiofonica “Xeny”, il nuovo singolo di Cizco (inviato de Le Iene e tra i fondatori della band Meganoidi e dei Lacizco). Il brano, in uscita per l’etichetta CIZCO Entertainment e distribuito da Artist First, è stato scritto da Francesco Di Roberto e Leonardo Martera ed è accompagnato da un bellissimo videoclip.
Cizco ci ha presentato il suo ultimo brano e si è raccontato alle nostre pagine.
“Xeny” è la tua nuova canzone, com'è nata e qual è il messaggio?
«É una mia dichiarazione d'amore verso il mare, io sono genovese e vivo di fronte al mare e poi perchè sono cresciuto in Brasile, i miei genitori vivono ancora là. Sono nato in Italia poi, dai due anni fino all'adolescenza, sono stato in Brasile e lì ho iniziato a fare surf. Poi, una volta tornato in Italia, ho continuato e, quindi, questa canzone è una dichirazione d'amore verso il mare e verso il surf».
Nella canzone canti "non smetterò mai di guardare le onde che si infrangono per trovare la migliore via di uscita" ma via d'uscita da che cosa?
«Quando il surfista prende un'onda deve trovare la linea giusta per schivare le insidie che crea la forma stessa dell'onda del mare, gli schizzi, i frangenti e i flutti che cercano di buttarti giù. Come la vita ci mette alla prova così fa anche l'onda, è anche una metafora, nel senso che, per stare al mondo, bisogna trovare una linea di equilibrio tra i vari eccessi e sicuramente equilibrio è la parola chiave che sto cercando in questi ultimi anni».
Ma è solo una metafora o Cizco sta cercando la via d'uscita da qualcosa in particolare?
«La metafora dell'onda e delle difficoltà di trovare la via d'uscita vuol dire anche trovare la strada giusta nella vita. Sono un artsita eclettico, ho fatto tante cose, ho studiato architettura mentre studiavo recitazione, poi ho fatto l'architetto, ho lavorato in televisione e facevo musica. Televisione e musica sono andate sempre bene, tanto che non ho continuato a fare l'architetto, una mia passione. Ho cercato sempre un equilibrio tra le varie cose che mi piacevano, anche se il mio sogno nel cassetto era fare l'attore di cinema. Sono sempre alla ricerca di me stesso e a 45 anni, pur essendo molto soddisfatto di quello che ho fatto fino ad ora, mi chiedo ancora se sto facendo quello che mi piace o vorrei provare nuove sfide. Vivo un po' questo dielmma di essere nel posto giusto o meno e mi sono abituato a credere che il posto giusto sia dove uno si trova e cosa stia facendo in quel momento, altrimenti non sarei mai contento, è un'analisi di me stesso per capire se sto facendo la cosa giusta o meno. Mi sforzo di dirmi che sono sempre nel posto giusto e sto facendo la cosa giusta, altrimenti vivrei infelice e non sopporto più la gente che si lamenta spesso e non voglio diventare come quelle persone. Visto da fuori, ho una famiglia meravigliosa, ho un lavoro meraviglioso ed è troppo facile lamentarsi, allora va bene quello che ho, però, è anche giusto chiedermi se fosse quello che volevo o se vorrei nuove sfide. La musica per me è sempre una nuova sfida, con i Meganoidi ho raggiunto un certo successo, ora continuo a fare musica anche se il mio obiettivo è continuare a lavorare in televisione. Mi chiedo, però, anche se vorrei fare qualcosa in teatro e, tra l’altro, sto iniziando a scrivere un libro e chissà dove mi porteranno questi nuovi progetti. Tutto questo vuol dire che sono vivo. Spesso mi sveglio con un'idea nuova e mi frustra se non la realizzo, è anche vero che se continui ad avere questo tourbillon di idee, magari non riuscirai a concretizzarle tutte o magari sì, sono sempre all'inseguimento di me stesso».
Certo se poi si perde tempo a lamentarsi, non si riesce a vedere la strada giusta che magari hai proprio davanti a te…
«Sì è vero, è un loop pericolosissimo, un'arma a doppio taglio, una scusa per tutto ed è sempre colpa di un altro che magari ce l'ha fatta in televisione o nel calcio e sempre perchè è raccomandato. Voglio pensare che sia lì perchè se lo merita, perchè è più bravo di me, non siamo tutti uguali, c'è gente più brava di altra. La gente di successo che ho conosciuto era veramente brava ed è difficile che uno riesca se non è capace o comunque dura poco».
Io sono di Taranto e il discorso che facevi tu prima, di trovare la strada giusta, lo stiamo vivendo qui, e ora c'è bisogno di rimboccarsi le maniche. Il 21 Novembre a Taranto Miriam Serio, che è una straordinaria artista, responsabile dell'Accademia Direzione Musicale InCanto, nonché del Punto Sanremojunior per la Puglia ha organizzato un concerto di beneficenza “La sera dei miracoli quando incontra l'InCanto” che ha visto oltre ospiti illustri, anche esibirsi circa 30 giovani cantanti e che ho avuto l'onore di presentare con lei. Con il ricavato delle donanzioni ha acquistato un Monitor Multiparametrico che sarà donato, questo 24 Dicembre, al reparto intitolato a Nadia Toffa...
«Che bello, complimenti! La nostra Nadia ha fatto tanto per Taranto e lei è proprio l'esempio del rimboccarsi le maniche, lei era una che lavorava tantissimo, nessuno le ha regalato niente».
Mi hai detto prima che vivi il dilemma, se ti trovi nel posto giusto. Tu ti senti nel posto giusto nel momento sbagliato? Anche perché penso che bisogni sempre soddisfare quello che si prova non adagiandosi mai in malomodo su quello che si ha…
«Oggi in Italia non è più il momento di fare la musica che sto facendo, ho la fortuna di essere indipendente e libero, infatti. mi sono detto che “Xeny” non è un pezzo orecchiabile come il precedente “Non ridi mai” e, diciamo che, forse, sarebbe stato più un B-side però, visto che sono un artista libero e che la musica non è la mia principale attività, il vantaggio che ho, è di poter tirar fuori quello che voglio, fare il video della canzone che voglio e produrre la canzone che voglio. “Xeny” ha per me un significato particolare, l’ho pubblicata lo stesso pur sapendo che il periodo storico non è quello giusto. Sì, mi sento un po' fuori dal tempo con questa musica, non sto facendo la cosa giusta al momento giusto, però è anche quello che mi rende libero e spero che la gente l'ascolti (ride)...».
Vedo crescere le visualizzazioni su YouTube...
«Sì è anche merito di mio figlio (ride), presente anche nell'altro video di “Non ridi mai”, invece, in Dancefloor, il feat. con i Meganoidi, c'era anche l'altro mio figlio».
“Non ridi mai” non l'hai scritta per Ribery (rido)?
«Hai letto il mio post su Facebook (ride), “ma ci hai fatto caso anche tu?” (ride). Ho pensato l'altra volta e non mi ricordo di averlo mai visto sorridente, forse neanche quando ha vinto la coppa del mondo (ride), sicuramente quello è il suo carattere. In Brasile la gente è molto più solare e sorridente pur avendo poco. Io sono un po' così, a volte molto euforico e a volte un po' triste e mi dispiace, infatti, mi sforzo di non esserlo pensando che, in quei momenti, non serve a niente stare male, la vita è troppo breve per non sorridere».
E con i social ti senti lo stesso al posto giusto, ma nel momento sbagliato?
«Sì, mi sento un po' nel momento sbagliato (ride), poi mi consolo vedendo, ad esempio, la Venier, che è un uragano sempre su instagram a fare storie oppure Iva Zanicchi, che è sempre su instagram a divertirsi, che sta facendo con me la giurata ad All Together Now. Alla fine, il momento giusto lo fai tu, il posto giusto lo fai tu. Quante volte il posto è bello se c'è la compagnia giusta. L'altro giorno mio figlio, quello piccolo, mi ha chiesto dov'è che vorrei vivere e gli ho detto che il posto giusto non devi cercarlo sempre più in là, il posto giusto è qui, adesso, perchè ci sei tu, perchè ci siamo noi. Questo me lo ripeto anch'io ed è un modo per stare bene al mondo. Se poi trovi te stesso e sei soddisfatto con te stesso, puoi essere ovunque».
Tornando alla musica, come scrivi le canzoni, ad esempio, ti svegli la notte perchè hai avuto l'ispirazione e scrivi di getto?
«A me viene in mente prima la melodia, spesso mentre guido, la registro sul telefono e poi cerco le parole. In quest'ultimo caso, con “Xeny”, mi è venuta in mente prima la frase "non smetterò mai di guardare le onde che si infrangono per trovare la migliore via di uscita", infatti, si sente che è quasi un po' distorta, ho detto cacofonica per esagerare, però è un po' forzata in quel momento musicale».
Hai detto che sei un architetto, ho letto che “Xeny” ha un tocco quasi alla Billy Idol e nella sua biografia si legge che Billy Idol è "uno dei primi architetti del sound, dello stile e della furia punk rock…”, quindi, non ci poteva essere abbinamento migliore per questa canzone…
«Billy Idol negli anni '80 e '90 ha innovato il punk e ha questo tiro molto dritto che a me piace molto, ha reso il punk più orecchiabile e moderno, ma è un moderno che sento ancora adesso. Lui ha costruito una base solida per quel genere».
A me piace abbinare la musica alla cucina e, quindi, ti chiedo se tu fossi un piatto quale saresti e perché?
«Sono cresciuto in due mondi, il Brasile e l'Italia, e dico che in Brasile sarei la fejoada, un piatto di fagioli e carne di maiale con il quale sono cresciuto, un piatto povero, ma molto ricco di ricordi e di sapori. Per l'Italia, la Liguria, direi la pasta al pesto, il simbolo della Liguria. In definitiva, in Liguria sono una trofia al pesto e in Brasile sono una fejoada (ride)».
Non sei solo un piatto, quindi, ma due. Tutto a conferma di quello che abbiamo detto prima, che non ti piace fare una cosa sola...
«Vedi che mi hai letto bene (ride)...».
Biografia
Nato a Genova 44 anni fa, Cizco è cresciuto in Brasile (San Paolo) fino all’adolescenza. Tornato in Italia si laurea in Architettura, superando pure l’esame di Stato (per la felicità di suo padre ingegnere!). Assolti gli obblighi familiari studia recitazione e viene scelto ad un provino in spiaggia per diventare l’inviato del magazine giovanile “Com’è” su Tele+ (Sky). Due anni dopo è veejay e conduttore in 4U su Tmc2/Videomusic. Nel 2001, emergono nel panorama musicale i Meganoidi - di cui è stato uno dei fondatori - e partecipa al primo album del gruppo “Into the Darkness into the moda” come batterista. Dal 2002 entra a far parte de Le Iene - Cizco è co-autore dei servizi oltre che di format per la tv - e lascia i Meganoidi per fondare Lacizco con cui pubblica l’album “Ancora in tempo per fare tardi” (2006) edito da V2, che ottiene ottime recensioni dai giornali specializzati. Nel 2009 si trasferisce in Sudamerica dove è autore e inviato di MTV SET, il programma sociale di Mtv America Latina, che lo porta in giro per il continente in bici a conoscere i problemi degli adolescenti. Dal 2014 torna a fare l'inviato per Le Iene alternando servizi impegnati - come quello sui “Narcos” o sul “boschetto della droga” di Rogoredo - a quelli più leggeri come “il metodo dell’uomo nudo” o “40 anni vergine”.
Nel frattempo, scrive format per la Tv, fa il giudice in talent show (è tra i 100 giudici delle due edizioni di “All together now” Italia), compone musica propria e sta scrivendo un libro, che porterà anche in teatro. Le sue influenze musicali sono di vario tipo: è cresciuto con il rock dei Kiss, il suo primo disco, per poi passare al pop di Michael Jackson e a tanto punk rock, dai Clash ai Sex Pistols, dai Ramones ai Pixies. “Oggi praticamente ascolto di tutto, dai Green Day aiFooFighters, ma anche il rap, da 50Cent a Eminem, e gli italiani Fabri Fibra e Salmo. Ultimamente anche Imagine dragons e Billie Eilish”.