Tappa napoletana per I Suonno D’Ajere, ai piedi del Vesuvio il concerto degli "ambasciatori" della canzone napoletana
- di Antonio PorcelliNel pieno della rassegna estiva Agorà San Sebastiano, che ha già ospitato De Giovanni, Michele Placido e Servillo, trovano calore e accoglienza di pubblico i Suonno D’Ajere che si sono esibiti martedì 30 luglio.
Vale sempre la pena venire ad ascoltare, per le poche volte che fanno tappa in Campania, Irene Scarpato (voce), Marcello Smigliante Gentile (mandolino, mandola e mandoloncello) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica, acustica e elettrica). Con loro, per il concerto, anche Salvio La Rocca alle percussioni.
I Suonno D’Ajere, progetto nato 7 anni fa, promuvono de facto la trazione musicale napoletana nel mondo. Questo percorso si è reso possibile attraverso i vari tour che li hanno visti protagonisti nei più importanti festival internazionali (Stati Uniti, Canada, Irlanda, Portogallo, Germania, Slovenia, Austria, Belgio, Giordania, India e Corea Del Sud).
Il successo dei tre giovani musicisti risiede nella ricerca accurata dei brani meno conosciuti appartenenti al repertorio classico napoletano che vengono riarrangiati e reinterpretati tenendo insieme tradizione e innovazione. Uno studio variegato che va dal grande patrimonio presente fin dall’800 fino a Sergio Bruni.
L’attenzione per questa forma canzone si presenta, a tutti gli effetti, come un'azione dal forte valore culturale volta a promuovere e mantenere i piccoli capolavori partenopei che corrono il rischio di essere defintivamente dimenticati.
Nell’atmosfera raccolta e attenta, il concerto ad Agorà si apre con Tarantella segreta di Raffaele Viviani.
Foto di Antonio Porcelli
Irene Scarpato saluta il pubblico di San Sebastiano al Vesuvio, città d'origine della cantante e interprete.
Raccontando l’esperienza del gruppo, l'artista dà le coordinate del senso del progetto dei Suonno D'Ajere che raccontano in musica questo viaggio nella canzone classica napoletana che, come ci dice: «ha subito diverse variazioni nel corso degli ultimi secoli, grazie anche alle influenze dei fenomeni social e culturali».
Dopo l'inizio, segue un altro momento dedicato sempre all’amatissimo Viviani con 'O guappo ‘nnamurato, brano iconico del 1910.
Nel solco delle contaminazioni artistiche, il concerto prosegue con 'O Calippese Napulitano, brano che i Suonno D’Ajere colorano in chiave bossa.
La canzone, che ebbe poca fortuna alla VI edizione del Festival di Napoli del '58, testimonia quanto le sonorità partenopee siano state influenzate da un genere – il calypso - proveniente dalla musica d’oltre oceano.
Il concerto prosegue con il brano 'A gelusia che precede l'emozionante e suggestiva interpretazione di Fenesta ca lucive eseguita magistralmente dalla Scarpato accompagnata al mandoloncello da Marcello Smigliante Gentile.
Il brano capolavoro, presumibilmente risalente al '600 e dall'autore ancora incerto, fu rielaborato e pubblicato dall'editore e compositore Guglielmo Cottrau nel 1842.
La canzone dai versi d'amore strazianti veniva descritto dal poeta Salvatore Di Giacomo come:
«la più bella, la più tenera, la più umana».
Ritornati sul palco Libeccio e La Rocca è la volta di Presentimento, altro classico napolteano di E. A. Mario risalente al 1918.
Spazio anche per Fotografia l'inedito che i Suonno D'Ajere hanno inserito nell'ultimo album Nun v'annammurate, uscito lo scorso aprile. La canzone, racconta Scarpato, è tratta da una storia che si rifà ai ricordi - di un'amica - risalenti al terremoto dell'80 e che, come una fotografia, evoca immagini, suggestioni e scene di quel tempo. Proseguendo tra le perle nascoste, il quartetto interpreta Il Vesuvio a Parigi, storia romantica e divertente che narra l'amore di un napoletano per una parigina che non si lascia persuadere nel lasciare la capitale francese per trasferisi a Napoli. Incamminandosi verso il finale è il tempo di Scétate, il grande successo scritto da Ferdinando Russo, eseguito con maestria dalla formazione napoletana che lo aveva già inserito nel primo album Suspiro (2021). Spazio per il divertimento con 'A canzone d' 'o Roccocò seguita dalla suggestiva e particolarmente sentita: Ammore Busciardo.
Irene racconta la storia di questa canzone che è legata alla fortuna di conoscere e trascorrere del tempo con Salvatore Palomma, poeta e amico di Sergio Bruni, il quale consigliò di riprendere quel piccolo gioiello del 1944 che i Suonno D'Ajere hanno riarrangiato in chiave blues registrando la versione in studio con Raiz.
Sul finale, tra l'ironia di 'E ggioche 'e prestiggio e la singolare rivisitazione di Dove sta Zazà, il gruppo viene omaggiato dall'amministrazione comunale che, attraverso una targa, li encomia per la salvaguardia del patrimonio culturale della canzone napoletana.
Sull'immancabile richiesta di bis, il concerto si chiude con 'Mparame 'a via d' 'a casa mia.
Prossime date Summer Tour 2024 - Suonno D'Ajere
11.08 • SANT'AGATA SUI DUE GOLFI (NA) - Ritmich-e-venti / musica al centro
17.08 • BRATISLAVA - World Music Festival Bratislava
20.08 • VIENNA - Theater am Spittelberg
22.08 • KLAGENFURT - Donnerszenen
14.09 • VARSAVIA - Cross Culture Festival
17.09 • PRAIANO (NA) - Suoni della tradizione