Music & Theater

“Skianto” la favola amara di Filippo Timi al Bellini di Napoli

Filippo Timi, dopo aver incantato il pubblico del Teatro Bellini con Favola, Don Giovanni e Una casa di bambola, torna dal 26 novembre al 1 dicembre 2019 con uno dei suoi ultimi lavori, di cui è anche autore e regista. Scritto in dialetto umbro, Skianto è una favola amara e ironica, il cui protagonista è un bambino diversamente abile, nato con la scatola cranica “sigillata”, impossibilitato a parlare e a muoversi. In scena, in un’ambientazione che ricorda la palestra di una scuola elementare, c’è solo Timi, con i capelli a caschetto e i pattini ai piedi, veste i panni del piccolo Filippo in un testo in cui la disabilità diventa oggetto di rappresentazione in maniera naturale, perché il ragazzino si racconta e ci mette a parte di tutti i suoi desideri. Vuole fare il ballerino o il cantante, amare un pattinatore, sognare una vita che non sia una prigione, vivere in maniera normale con gli altri come accade quando si ritrova col nonno, il suo eroe. Sappiamo che tutti i suoi desideri non si realizzeranno mai e che il piccolo Filippo, come tutti i sognatori, finirà per scontarsi con la realtà, ovvero col suo corpo murato in una cameretta dentro la quale scopre quanto la vita sia truccata. Questa sorta di Pinocchio rinchiuso in un corpo che non sente il suo ci dà accesso al suo mondo con poesia e leggerezza e riesce a farci sorridere con la sua ironia e a farci riflettere con un lirismo privo di retorica.

Scritta in dialetto umbro, Skianto ha un andamento favolistico, da favola amara, concepita con un linguaggio tra il lirico e il drammatico.

Lo spettacolo ha per protagonista un bambino diversamente abile che non corrisponde, certo, alla creatura che i genitori si erano immaginata al momento del concepimento, bensì ad un bambino con la scatola cranica “sigillata”, chiuso con i pattini in piedi nel suo spazio, rappresentato scenicamente nella palestra di una scuola elementare.

                    

La disabilità diventa oggetto di rappresentazione, perché porta in scena tutti i desideri impossibili del protagonista: fare il ballerino o il cantante, amare un pattinatore, sognare una vita che non sia una prigione, vivere in maniera normale con gli altri come accade quando si ritrova col nonno che ritiene un eroe, specie quando gli racconta le sue avventure, condite con comicità e paradossi, con le mignotte del paese.

Come tutti i sognatori egli dovrà scontarsi con la realtà, ovvero col suo corpo murato in una cameretta dentro la quale scopre quanto la vita sia truccata.

“Siamo stelle filanti. Un soffio d’amore ci da l’abbrivio di pochi metri di vita; un volo patetico fra ridolini e trombette e poi si cade a terra pronti per essere calpestati e scolorire nella memoria di un carnevale che se ne va”.

Filippo Timi

 

Fantastico nel suo essere nel vero senso della parola un animale da palcoscenico, attore formidabile che adora stare in scena in modo totale – con il corpo, il pensiero, il gioco, l’intelligenza ironica –, atleta del cuore sempre dentro e fuori i personaggi.

Maria Grazia Gregori – Delteatro.it

Timi è un attore che sfida le convenzioni, vince le resistenze e convince. È carismatico, istrionico, generoso, autoironico, ambiguo, semplice e complesso. […] Nel racconto emerge il suo sentirsi nella doppia gabbia, del corpo e della stanza; si toccano la rabbia dell'impotenza che scoppia devastante, il desiderio d'amore e di sesso, la violenza della società. Ma è il sorriso e lo sguardo beffardo — stupito — sul mondo che domina lo SKianto di Timi.

Magda Poli – Il Corriere della Sera

 

Info Spettacolo

Teatro Bellini, dal 26 novembre al 1 dicembre

Orari: feriali ore 21:00 - domenica ore 18:00

Prezzi: da 14€ a 32€ - 15€ under29

dal 26 novembre al 1 dicembre 2019

Teatro Bellini

Skianto

uno spettacolo di Filippo Timi

con Filippo Timi
e conSalvatore Langella

luci Gigi Saccomandi
costumi Fabio Zambernardi
canzoniFilippo TimieSalvatore Langella

assistente alla regia Daniele Menghini

produzione Teatro Franco Parenti
spettacolo nato nel 2014 in coproduzione con il Teatro Stabile dell’Umbria