Music & Theater

"Patrizio vs Oliva” al Nuovo di Napoli fino a domani 1° dicembre. Recensione

“Volteggia come una farfalla, pungi come una vespa”. Muhammad Ali

Il Tetro Nuovo ospita fino al 1° dicembre lo spettacolo Patrizio vs Oliva con il noto pugile Patrizio Oliva e Rossella Pugliese. Dal ring al palcoscenico, il campione olimpico e mondiale di boxe, porta in scena la storia della sua vita tratta dal libro- biografia intitolato Sparviero –La mia storia, Edizioni Sperling & Kupfer 2014 scritto a quattro mani con la complicità del nipote Fabio Rocco Oliva, autore anche del testo teatrale. La regia dello spettacolo è affidata ad Alfonso Postiglione.

La prima volta che ha visto il fratello Mario indossare i guantoni, Patrizio ha fatto una promessa a se stesso: sarebbe diventato un grande campione di boxe. Nonostante le paure della madre e la presenza di un padre violento in pochi anni diventa una leggenda vincendo 155 incontri su 160, un oro olimpico a Mosca 1980 contro il russo Konakbaev e il titolo mondiale nel 1986 contro l’argentino Ubaldo Sacco.

La boxe ha sempre affermato Patrizio Oliva “è uno sport duro e leale, dove l’intelligenza vale più della forza e il rispetto dell’avversario è la prima vera regola”. E sulle motivazioni che lo hanno spinto a intraprendere la carriera di boxeur e sul suo soprannome ha ribadito spesso e lo si legge anche nella sua autobiografia: “Volevo onorare la morte di Ciro, mio fratello morto a 16 anni per una male incurabile e sostenere i miei genitori. Mi chiamavano sparviero perché quando la preda commette un errore lo sparviero la punisce. Facevo anche io così con i miei avversari: ero un rapace”.

Patrizio Oliva sperimenta in scena il mestiere di attore ma non lo diventa per tutta la durata dello spettacolo perché è un pugile, un grande pugile che vuole raccontare la sua storia a un pubblico attento e partecipe .

Il racconto inizia dalla sua infanzia, vissuta nelle case popolari e fatiscenti di Via Stadera tra il carcere di Poggioreale ed il Cimitero, una madre amorevole e un padre ubriacone e violento, tanti fratelli e Ciro, quello più amato e rimpianto che domina sui ricordi, gli allenamenti in una palestra umida e impregnata di sudore maleodorante ai Quartieri Spagnoli… e la fatica, tanta fatica per diventare un campione e prendere a pugni le ferite della vita. Lentamente diventa un uomo in perenne posizione di guardia, con lo sguardo fiero e attento a cogliere e a prevedere i movimenti dell’avversario. E le crisi, gli ostacoli da superare inseguendo con lucidità, determinazione e passione un sogno e una promessa.

                                   

Lo spazio scenico è il ring dove ha combattuto tanti incontri e dove la madre, un’ottima Rossella Pugliese, chiama a raccolta i figli, parla delle violenze subite e del dolore per la perdita di Ciro che le porta via il sorriso e la speranza.

La commozione è palpabile e le lacrime del grande campione firmano uno spettacolo intenso, coinvolgente, vero. Un grande attore non avrebbe saputo fare meglio, perché Patrizio Oliva è il solo che può raccontare la sua storia.

Si ricorda che i costumi sono di Giuseppe Avallone, i disegni e le illustrazioni di Daniele Bigliardo e le musiche di Stefano Gargiulo.

Alla prima numerosi applausi a scena aperta, meritatissimi.