«L’umiltà ci rende liberi e ci permette di creare un legame duraturo nel tempo con il proprio pubblico». Intervista a Jack Savoretti
- di Nicola GarofanoJack Savoretti è ricorso all’aiuto dei suoi fan italiani per scrivere la sua prima canzone in italiano “Andrà tutto bene”. Con diverse dirette live su Instagram l’artista seduto al suo piano della sua casa londinese e con una matita ha iniziato man mano a comporre una canzone “impastata in casa” anche con il suggerimento grammaticale del suo pubblico e di alcune frasi.
Canzone già in rotazione dal 2 aprile e i cui proventi verranno devoluti interamente all’Ospedale Policlinico San Martino di Genova per il progetto #genovapersanmartino (dopo l’intervista i riferimenti per la donazione).
Parliamo del tuo primo brano in italiano Andrà tutto bene cui sei ricorso al pubblico italiano…
È un fermo immagine su quello che stiamo vivendo in questo periodo. Che cosa hai constatato parlando con i tuoi fan, fragilità, avvilimento, paura…
«Sì, grazie a loro, abbiamo raccolto uno spaccato di quello che sta vivendo tutta Italia in questo momento e ormai tutto il mondo. I miei fan mi hanno sbalordito, si sono aperti e mi hanno raccontato la loro quotidianità, le speranze e le paure che stanno vivendo».
Questa canzone pensi di inserirla nel tuo prossimo album?
«No, credo sia un progetto a sé».
C’è una previsione dell’uscita del tuo prossimo album? Ci sono già dei pezzi scritti?
«Ci sto lavorando, spero di poterlo annunciare il prima possibile… ma non posso dire nulla».
A questo proposito, conservi del materiale inedito, spunti vari, idee, frasi, che utilizzi a distanza di tempo?
«Sì, mi piace prendere spunto e rielaborare i testi anche se ogni album ha una fase a sé stante che rappresenta il mio vissuto».
Quali sono stati i tuoi primi passi… una chitarra regalata, hai partecipato a dei concorsi in tenera età…
«Per me i primi passi verso il mondo della musica sono partiti dalla poesia, in realtà, mi piaceva tantissimo scrivere. Da lì mia madre mi ha regalato una chitarra e tutto è iniziato».
Hai fatto tanta gavetta prima di arrivare al successo, secondo te cosa ti era mancato prima, agli inizi?
«Negli ultimi anni ho trovato la mia maturità artistica e ho capito cosa volevo fare veramente, una linea stilistica precisa che mi appartiene. Credo sia quello il tassello che mancava prima».
Che rapporto hai con la tua prima canzone, Without. Quali emozioni ci sono state all’uscita del brano e del video?
«Possiamo dire che è come se fosse il mio primo figlio».
Senti il peso delle tue canzoni che suscitano emozioni e fanno anche crescere le persone?
«Spero di sì, spero che possano essere d’aiuto alle persone nei loro momenti difficili e che donino anche gioia e spensieratezza quando ne hanno bisogno».
C’è qualche brano che riascoltandolo non hai sentito più tuo?
«Credo che ogni canzone abbia il suo momento, nel periodo in cui è stata scritta, si ricolloca temporalmente e non perde il senso di appartenenza».
Qual è stata la peggiore e la migliore critica ricevuta e come hai reagito dopo?
«Ogni critica, se fatta in modo costruttivo, ha un senso, ha dei benefici e ti aiuta a migliorare».
Qual è il vantaggio di chi fa un mestiere come il tuo?
«Sarà banale ma credo che la cosa più bella sia viaggiare, incontrare persone sempre nuove e riuscire a connettersi con la gente che ti ascolta in modi sempre differenti».
Sei un artista semplice e sempre disponibile con il pubblico, cosa pensi di chi non è umile nel proprio mestiere?
«Personalmente credo che l’umiltà ci renda liberi, ed è anche grazie a questo che si ha la possibilità di creare un legame con il proprio pubblico che sia duraturo nel tempo».
Quando prepari la scaletta di un tour, quanto fa male lasciar fuori una vecchia canzone… e qual è stata quella che più ti hanno richiesto i fan che non hai inserito?
«In passato mi richiedevano spesso Soldier’s Eyes e adesso la inserisco sempre in versione acustica».
Che rapporto hai con la tua band, sono gli stessi musicisti che hanno iniziato con te?
«Sì, è la mia “band of brothers” con cui giro il mondo. Per me appunto sono come dei fratelli».
Hai mai pensato di partecipare a un talent show?
«Mai dire mai … non voglio mettere limiti».
Hai scandagliato, esplorato ogni piega dell’animo umano e dell’amore, anche quello omosessuale in The Other Side of Love, com’è nata, da quale idea o immagine sei partito per scriverla...
«The Other Side of Love parla dell’amore universale in tutte le sue forme, affrontando ogni sfaccettatura di questo sentimento che ci guida tutti».
Sarà possibile effettuare una donazione diretta all’Ospedale San Martino tramite bonifico bancario indicando i seguenti estremi:
https://www.ospedalesanmartino.it/sostienici/donazioni.html
INTESTAZIONE: IRCCS Ospedale Policlinico San Martino
IBAN: IT02Y0617501594000002390480
Causale: Andrà tutto bene #genovapersanmartino
Codice SWIFT per donazioni dall’estero: CRGEITGG