"Lo chiamavano vient' 'e terra" è l'ultimo album di Enzo Gragnaniello. Intervista
- di Nicola Di DioIl disco "Lo chiamavano vient' 'e terra" arriva a quattro anni di distanza dal precedente “Misteriosamente”. Dodici brani firmati, prodotti e arrangiati dal cantautore napoletano tre volte vincitore della "Targa Tenco" e reduce dai riconoscimenti per la colonna sonora del film “Veleno” e del brano “Vasame” incluso nella colonna sonora di “Napoli velata” di Ferzan Ozpetek (interpretata da Arisa) e del brano “L’erba cattiva” presente nella colonna sonora di “Gatta Cenerentola”. Musicista e autore raffinato, interprete autentico della musica della Napoli più magica e vera, dove lui tuttora vive e respira quotidianamente la città. Enzo Gragnaniello miscela sapientemente ritmi sinceri e atavici, con la musica classica napoletana e sonorità mediterranee. Ama la sua città, le sue radici, è affezionato alla sua cultura, ma la sua voce attraversa le barriere e crea suoni universali; guarda avanti senza mai dimenticare lo scopo della sua musica e del suo canto, che è quello di emozionare e di alimentare lo spirito dell'ascoltatore. Enzo Gragnaniello ci ha presentato il suo ultimo album e si è raccontato alle nostre pagine.
"Lo chiamavano vient' 'e terra" è una canzone che dà il titolo all'album e che parla di te. Hai deciso di racchiudere in circa 4 minuti alcuni episodi della tua vita ed è un tuo ritorno alle origini...
«Sì certo, è una mia introspezione. É qualcosa che leggo dentro di me per arrivare a quello che poi mi circonda, direi che è un viaggio fatto dall'interno verso l'esterno. È un ritorno alle mie radici, ai valori che ci perdiamo, alla bellezza di un pianeta che è poesia e noi dobbiamo ridare la poesia che abbiamo tolto, la dobbiamo ridare usando una specie di disinfettante per l'anima, che è la poesia e l’arte. Cerco di mettermi a disposizione per ricordare chi siamo, sembrerebbe un lavoro da missionario ma non lo è (ride)».
Proprio riferendoti alle tue radici, canti “meglio farmi una camminata sugli scogli di Santa Lucia”...
«Certo, perchè lì trovi la tua dimensione, riesci a ricordare i tuoi valori. Le radici sono importanti, non è un caso che si nasce proprio in quel posto. Ho dei posti a Napoli dove me ne vado sempre. Spesso, ad esempio, me ne vado appunto sugli scogli di Santa Lucia, vado lì, mi siedo e contemplo il mare, sento il suono del mare che sbatte sugli scogli, il vento e tutto questo mi fa stare con gli umori giusti».
Mi hanno incuriosito alcuni aspetti del tuo album, ad esempio in "'A deliquenza" e "Addò si stat" è come se tu ti rivolgessi a qualcuno in particolare perchè, nella prima canti "Te lo dicevo di stare attento", mentre nella seconda dici "Ti ho aspettato"...
«Quelle sono tutte entità, non c'è niente di umano in tutto questo. 'A delinquenza io non mi riferisco alla delinquenza materiale, ma a quella intesa come entità. É una larva che si annida nelle persone fino a quando l’ego non gli fa credere di essere più furbi degli altri. Così prende forma materiale proprio la delinquenza. Nessuno è delinquente se non sviluppa e non usa quel muscolo che è in tutti noi, che sta nella povertà e nella ricchezza come dice la canzone. Non c'è etnia che tenga per la delinquenza».
Parlavi prima di ego, quindi, chi sono Gli uomini ego, un’altra canzone che troviamo nell’album?
«Questa canzone è collegata proprio a 'A delinquenza. Questi uomini ego sono tutti quelli che non hanno vergogna di esporsi e di dire e fare demagogia, basta che riescano a coinvolgere le persone. Gli uomini ego sono quelli che mirano al potere. Nessun uomo intelligente, intellettuale vero e nessuna persona spirituale con dei grandi valori mira al potere. La persona intelligente guarda il mare, le stelle e si gode la vita non ha questa esigenza di potere. Gli uomini ego sono le mezze calzette che non avendo dignità, non avendo questi valori, si propongono e coinvolgono tutte le persone deboli che lo seguono perchè non hanno equilibrio e hanno paura. Si presentano sotto forma di persone buone e sante e, invece, non lo sono».
In "Tiempo è veleno" nell'inciso tu canti “e se veramente esiste ancora Dio” perché quell'ancora?
«Ancora, perchè il filo c’è sempre, perché non è che prima non si credeva in Dio. Dopo aver fatto tutto questo alla terra, questa violenza agli alberi e alla natura uno si chiede “Ma allora esiste ancora, chissà se esiste?”».
Questo è un album che contiene delle sonorità mediterranee, un album che contiene testi in italiano e testi in napoletano. Sarebbe opportuno riscoprire le canzoni in tutti i dialetti, perchè una canzone, anche se magari non se ne comprendeno le parole, potrebbe essere apprezzata anche solo dalle sonorità. Quante volte cantiamo canzoni in inglese pur non conoscendo il testo?
«Il mio napoletano è comprensibile, non è arcaico. Io parlo con gli umori del contenuto che sono i codici che riescono a parlare con la parte essenziale delle persone, poi alla fine, come quel fiore emana il suo profumo, così la musica emana emozioni che solo lo spirito riesce a comprendere. Per le canzoni in inglese il guaio è se comprendi il testo (ride)».
Tu hai scritto canzoni che sono entrate nella storia della musica e hai scritto anche per le donne. Mia Martini aveva proprio dichiarato che "sei riuscito a entrare nell’animo e nella psicologia femminile"...
«Le anime non hanno sesso, è molto importante avere sensibilità. Io credo nella reincarnazione, quindi, sicuramente sono stato anche una donna nelle mie vite precedenti, per cui avendo anche questo dono della composizione, questa sensibilità mi fa capire come può vivere una donna che viene violentata, non solo fisicamente ma anche psicologicamente».
A me piace abbinare la musica alla cucina e, quindi, ti chiedo se tu fossi un piatto, che piatto saresti e perchè?
«Sarei una puttanesca (ride) con olive, capperi e pomodorini del Vesuvio che è la parte del Mediterraneo».
Le prossime date del Tour
05/07/2019 Praiano (SA) - Festival della Tradizione (duo) -Piazza San Luca
13/07/2019 Salerno - Festa della Birra
13/08/2019 Savelli (KR)
21/08/2019 Moiano (BN) - Festa Sant'Antonio
07/09/2019 Bosco - San Giovanni a Piro (SA) - Equinozio d'Autunno