«Le mie canzoni sono dei veri e propri biglietti da visita». Intervista a Cabrio
- di Nicola GarofanoIl cantautore messinese Angelo Soraci in arte Cabrio, per festeggiare i 40 anni del suo fumetto preferito, pubblica la cover Il grande Mazinga, sigla della serie anime trasmessa in Italia nel 1979 cui uscì nello stesso anno anche il manga pubblicato da Fabbri Editori.
Cantata come una ballad dal giusto tono malinconico di chi conserva ancora il ricordo di un bambino ipnotizzato, davanti alla tv, dal meraviglioso cartone animato.
È già pronto il suo prossimo Ep che sarà pubblicato nei prossimi mesi, anticipato da due singoli già in rotazione, Penso a lei e L’anello sul tavolo.
“Il grande Mazinga”, il motivo che ti ha spinto farne una cover, che hai smontato completamente rendendola più asciutta…
«Non sono solito fare cover in effetti, ma questo brano mi appartiene in modo particolare. Dato che sono cresciuto con Mazinga e spesso ho proposto questa versione nei miei live, ho deciso di renderla mia, di personalizzarla, riproponendola in una mia versione completamente nuova, essenziale e magica».
Hai fatto parte di diverse band, sicuramente affrontando generi diversi. C’è qualche genere musicale che ami di più o nella tua musica spazi sempre a 360°?
«I miei ascolti musicali sono sempre a 360°, anche se il genere che vedo a me più affine è il pop con qualche sintetizzatore qua e là che non guasta mai. Adoro i brani in acustico!».
Qual è la prima canzone che hai scritto? E cosa ne pensi oggi a distanza di anni?
«La mia prima canzone la scrissi per gioco nel 2002 e non l’ho mai pubblicata. Si intitola “Amore modesto” e, riascoltandola oggi, mi rendo conto che non ricordavo di avere così tanti problemi esistenziali a quell’età. Per fortuna mi sono ripreso».
Hai vinto diversi premi, anche nella categoria cantautori. Quanto c’è di te nelle storie che scrivi?
«Nelle storie che scrivo c’è tutto Cabrio. Le mie canzoni sono dei veri e propri biglietti da visita tanto che spesso, come curriculum, condivido il link di qualche mio brano con il diretto interessato».
Quanto si riesce a comunicare attraverso la musica e quanto la musica serve a comunicare qualcosa?
«La musica è uno dei canali di comunicazione più belli che possano esistere. Non ci si esprime soltanto ma si riescono a trasmettere messaggi unici che con altri mezzi di comunicazione non puoi trasmettere. Ovviamente parlo da musicista».
Stai pensando di realizzare un album. Puoi anticiparci qualcosa di quando uscirà e quali saranno i temi trattati all’interno?
«In realtà il mio EP è già pronto. I primi due estratti, “Penso a lei” e “L’anello sul tavolo”, sono in rotazione radio e su tutte le piattaforme streaming. A causa di questa pandemia abbiamo dovuto far slittare l’uscita del disco, a data da destinarsi. L’album, in ogni caso, sarà anticipato dall’uscita del singolo “Non succede quasi mai”. I temi trattati nelle canzoni saranno per lo più storie di vita vissuta nelle quali tutti o quasi possono rispecchiarsi».
Hai mai provato a partecipare a un talent? E cosa ne pensi dei talent?
«Ho provato a parteciparci e penso che sia un bel divertimento. In mancanza di vetrine dove potersi esibire live, il talent è una valida alternativa».
L’emozione più forte che hai vissuto in tutti questi anni di gavetta?
«La vittoria del City of guitars2019 di Locarno, palco sul quale ho potuto condividere la mia esperienza con quei chitarristi che sono mie indiscusse fonti di ispirazione, in particolare Paolo Pilo e Massimo Luca».
Hobby? Libri, cinema, teatro, fumetti…
«Da buon nerd colleziono fumetti soprattutto della Marvel. I miei eroi preferiti, oltre il Grande Mazinga, sono Spider-man e Wolverine. Mi piacciono i film fantasy o le storie di supereroi. Vado al teatro solo per ascoltare musica e leggo solo storie fantastiche».