La carismatica Petra Magoni nei panni del Don Giovanni di Mozart al Bellini di Napoli. Intervista
- di Nicola GarofanoDa domani 19 ottobre fino al 30 al Teatro Bellini di Napoli, Petra Magoni interpreterà Don Giovanni nello spettacolo Don Giovanni di Mozart secondo L'Orchestra di Piazza Vittorio.
La carismatica cantante Petra Magoni vestirà i panni del sensuale e ambiguo Don Giovanni, spogliato dalle tradizioni e dal conservatorismo e rendendolo più moderno, pieno di vita, energia e freschezza.
L’Orchestra di Piazza Vittorio ideata e creata da Mario Tronco e Agostino Ferrente torna al Teatro Bellini con il Don Giovanni presentato a Lione nel giugno 2017, con la regia di Andrea Renzi e la direzione musicale di Mario Tronco che creano un meccanismo perfetto in cui le note di Mozart convivono con le principali esperienze musicali del ’900, come il jazz e il rock, passando per la disco music e il reggae.
Come e quando vi siete conosciuti con l'Orchestra di Piazza Vittoria?
«Mario Tronco fa tuttora parte degli Avion Travel ed io suono ormai da quasi sedici anni con Ferruccio Spinetti degli Avion Travel, siamo un po’ una grande famiglia. L’Orchestra di Piazza Vittorio e Musica Nuda si sono formati quasi nello stesso periodo e la Piccola Orchestra Avion Travel è una specie di laboratorio creativo, dove ognuno dei suoi membri ha creato altri progetti, come Peppe Servillo, Ferruccio Spinetti etc. E con loro, nel corso degli anni, ho preso parte a diversi progetti come la Regina della Notte nel Flauto Magico.»
…e come siete arrivati al Don Giovanni di Mozart?
«Dopo qualche anno, dal Flauto Magico, Mario Tronco ha pensato di affrontare il Don Giovanni di Mozart e, inizialmente, pensavo di interpretare Donna Elvira, musicalmente un po' una replica della Regina della Notte, mentre è arrabbiata, canta un'aria molto difficile, già per quello ha vinto sul pubblico. Dal punto di vista attoriale non c'era nessuno sforzo, tutto era improntato sulla voce, ma dopo qualche settimana, Mario Tronco mi ha chiamato e mi ha detto: “Ho pensato al personaggio che devi fare, ed è il Don Giovanni”. Per me è stato un’illuminazione, il genio di Mario Tronco è questo, vedere quello che neanche uno sa vedere in se stesso, per me è stata una sfida molto grande, perché non sono un’attrice, faccio la cantante e, fare un personaggio così complesso, come Don Giovanni, non è stato facile e non è facile tuttora, perché è molto impegnativo. Ogni sera m’immergo completamente in questo personaggio e credo veramente in quello che sto raccontando ed è molto faticoso, molto più di un concerto normale, dove canto di più, tra l'altro Don Giovanni, in realtà, anche nella versione originale di Mozart, non ha moltissime arie, per cui nella nostra versione mi approprio delle arie degli altri, entro e canto i pezzi degli altri, come a volerne prenderne l'anima.»
Quali sono i brani nuovi che avete inserito, oltre alle arie di Mozart?
«Di nuovo c’è pochissimo, c’è una variazione che ha fatto Evandro Dos Reis, il chitarrista e cantante brasiliano sull'aria di Don Ottavio, “Dalla sua pace” parte con quella e tira verso il Brasile con una parte scritta da lui e poi c'è un rocksteady che canta Mama Marjas sulla scena del matrimonio tra Zerlina e Masetto. Il resto è tutto Mozart, ovviamente riarrangiato, variato ma non stravolto, ciò che è veramente interessante sono i brani che, pur essendo diversi dalla versione originale, suonano assolutamente naturali, se Mozart fosse nato oggi, praticamente li avrebbe scritti così. Non è uno stravolgimento fine a se stesso, non ti fa dire che cosa stanno facendo o cosa stanno combinando? Suona assolutamente naturale, secondo me.»
C'è una grande modernità in questo spettacolo, si parla di omosessualità, di ménage à trois, quindi, c’è una grande libertà di espressione, segno dei tempi che cambiano e maturano e, finalmente, si può parlare con tranquillità di tutto questo…
«L’idea di Mario Tronco è stata, dopo aver cercato per tanti anni con l'Orchestra di Piazza Vittorio di abbattere i confini geografici, così nel nostro piccolo, in quello che sappiamo fare, quindi, con la musica, cerchiamo di abbattere i confini di genere. Però più che pensare a una cosa gay friendly è proprio andare oltre anche a quello, arrivare al punto che non dobbiamo più mettere le persone in file per categorie, perché ci si aspetta qualcosa in base alla categoria di dove le mettiamo, ma abituarci a prendere quello che ci danno e che ci vogliono dare. Vorrei arrivare al punto, e qualcuno me l'ha detto, che quando sono sul palco e interpreto Don Giovanni, io sono Don Giovanni, non si riesce più a pensare: “Ah, questa è una donna oppure no?”, anche perché io di me non ho mai pensato: “Sono una donna,” non me n'è mai fregato nulla, fin da quando ero piccola. Io ho sempre pensato a me, come me. Secondo me, questo è andare veramente oltre, dare a ciascuno la possibilità di essere quello che è e senza infilarlo necessariamente in una categoria che, purtroppo, anche il movimento gay tende molto a ghettizzarsi da solo, ovvio che è stato necessario in un determinato periodo, per raggiungere dei risultati, però poi si dovrebbe andare oltre.»
E con piena tranquillità tu interpreti un personaggio maschile, senza nessun problema…
«No, interpreto una persona, tra l’altro, nella nostra versione il Don Giovanni ama sia uomini sia donne, anzi, forse, il suo vero amore alla fine è Don Ottavio, questa è la nostra visione. Poi nella nostra versione non è assolutamente uno s****** Don Giovanni, o meglio lo è ma nella percezione degli altri, perché tutta questa serie di esclusività, di possessività, di monogamia questo Don Giovanni non lo può fare, però non è uno s****** con se stesso, ma è fedele a se stesso e, questo già nel libretto originale c'è: “Chi ha una donna è fedele e con tutte le altre è crudele.” C'è però un dramma di base, l'uccisione del commendatore, il padre di donna Anna, che non è stata volontaria ma è stato un incidente, perciò nella nostra versione, Don Giovanni ha questo peso sulla coscienza di questo omicidio non volontario che lo tormenta e tutte le apparizioni del commendatore sono incubi che gli pesano e così ‘come accade nella realtà’ per staccare da certi dolori, esagera nella vita in altre direzioni, si ubriaca, ha una vita sregolata per anestetizzare questo grande dolore.»
Con quali emozioni e paure hai intrapreso questo spettacolo?
«L'ho preso con molto coraggio, non penso mai, in genere, a conseguenze in negativo. Mi sono buttata con grande entusiasmo perché il gruppo è molto affiatato, ci divertiamo molto, c'è una grande coesione e un grande affetto, pronti a darci una mano sia sul palco sia fuori dal palco, veramente una grande famiglia l'orchestra di Piazza Vittorio. Ognuno anche in fase di montaggio dello spettacolo, si è sempre sentito libero di dire la sua, di proporre qualcosa, è stato un lavoro molto collettivo. Andrea Renzi ha dato il suo punto di vista sulla regia essendo “l’esperto”, però non essendo noi attori, ognuno di noi ha detto la sua e ognuno di noi ha potuto mantenere la sua idea di personaggio. È ovvio che, un occhio esterno come quello di Renzi, è stato importantissimo perché ci ha dato delle indicazioni molto importanti, non è stato il tipico lavoro del regista che impone, fai così o cosà, perché non era possibile con un gruppo come il nostro. Alla fine chi aveva le idee più geniali è sempre stato Mario Tronco e, questa la dice lunga sulla sua creatività, anche saper vedere i personaggi dentro le persone: ad esempio, Omar Lopez, cubano, è un Leporello strepitoso: trombettista con la faccia e la comicità che ricordano Louis Armstrong… ma anche tutti gli altri, ognuno esce al meglio delle sue possibilità.»
Il Flauto magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio addirittura al cinema…
«Il 23 ottobre c’è la première al Festival del Cinema di Roma e sono molto curiosa, anche perché abbiamo girato due anni fa e ancora non l'ho visto. Io interpreto la Regina della Notte, Fabrizio Bentivoglio fa Sarastro, Violetta Zironi nel ruolo di Pamina e ci sono tanti altri membri dell'orchestra.»
Com’è la tua Regina della Notte in questo film, ha qualche particolarità nuova?
«É un po' rock and roll, però la nostra idea è che Sarastro e la Regina della Notte prima erano marito e moglie e si contendono la figlia. C'è comunque una visione moderna di queste battaglie tra i genitori che si contendono i figli, quindi, visto in quest’ottica, è interessantissima la sofferenza della Regina della Notte quando vuole far ammazzare Sarastro dalla figlia, questo è quello che accade molto spesso nelle famiglie separate con tante battaglie, questo mettere i figli contro l'altro genitore.»
Inaugurazione Stagione 2018-2019 del Teatro Bellini
con lo spettacolo
Don Giovanni di Mozart
secondo L'Orchestra di Piazza Vittorio
Dal 19 al 30 ottobre
con
Petra Magoni, Simona Boo, Hersi Matmuja, Mama Marjas,
Evandro Dos Reis, Omar Lopez Valle, Houcine Ataa
pianoforte Leandro Piccioni, contrabbasso Pino Pecorelli,
batteria Davide Savarese, chitarre Emanuele Bultrini, tastiere Andrea Pesce
elaborazioni musicali Mario Tronco, Leandro Piccioni, Pino Pecorelli
scene Barbara Bessi
costumi Ortensia de Francesco
luci Daniele Davino
direzione artistica e regia Mario Tronco
regia Andrea Renzi
direzione musicale Leandro Piccioni
coproduzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini,
Accademia Filarmonica Romana, Les nuits de Fourvière - Lione
produzione originale Accademia Filarmonica Romana,
Les nuits de Fourvière - Lione 2017
Info Spettacolo
Teatro Bellini, dal 19 al 30 ottobre
Orari: feriali ore 21:00, domenica ore 18:00, mercoledì 24 e sabato 27 ottobre ore 17:30 e 21:00. Martedì 23 ottobre, e tutti i lunedì, riposo.
Prezzi: Da 14€ a 32€ - 15€ Under29 tutti i giorni della settimana.
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