Il mondo di Army tra musica e parola pronunciata - Intervista
- di Nicola GarofanoCantante, attore, scrittore, giornalista, avvocato, criminologo Army (Armando Fusco) è straordinariamente poliedrico e salda il tutto nella sua grande capacità artistica, offre un mondo in cui la musica e la parola pronunciata s’intrecciano perfettamente aumentando l'intensità e le emozioni che scaturiscono dai suoi scritti e dalle sue canzoni, come l’ultimo singolo dedicato alla madre scomparsa, “Mamma Aurora (I Promise)”, che come gli altri brani incisi ha scalato la Classifica degli Indipendenti del MEI assieme a grandi nomi.
Il tuo ultimo singolo “Mamma Aurora (I Promise)” è un brano autobiografico. Ce ne parli?
«Lo è, parlo di mia madre Vittoria scomparsa improvvisamente a settembre scorso a soli sei mesi da mio padre: due lutti enormi. Ho vissuto tutta la vita con loro e rimanere improvvisamente solo è tuttora duro, perché la mancanza si sente di più quando il tempo passa. Ero molto legato a mia madre soprattutto, una donna forte, risoluta a differenza di mio padre più sensibile, più superficiale, e avevano entrambi rinunciato a vivere. Ho cercato di salvarli come potevo, pure io non vivevo momenti felici, ma non ci sono riuscito, di questo parlo nel pezzo. Aurora, perché io nell’alba vedo la speranza, nonostante tutto io ora alzo lo sguardo al cielo e dico a lei e dico a mio padre che ce la farò a salvarmi da tutto questo male, almeno io. Spero.».
Cosa c'è di meglio di una canzone cantata dallo scrittore?
«Che la senti di più e fai prima a cantarla.»
Non solo scrivi canzoni ma hai anche scritto un libro di poesie e racconti. Perché l’esigenza di raccogliere questi tuoi scritti in un libro?
«Perché io mi esprimo così, come mi sento, non voglio atteggiarmi ma ho forse molte frecce al mio arco. Che sia bravo o meno, non importa, io lo faccio, mi fa stare bene.».
Qual è il racconto o la poesia che senti maggiormente tuo e che ami di questo libro, “La mia testa danzante”?
«Forse proprio il racconto che ne dà il titolo perché parla di me. Ho sempre voluto cambiare colore dei capelli, in psicoanalisi sono le nostre idee ed io purtroppo sono una testa troppo pensante.».
Ultimamente sei stato al "Salerno in Corto Circuito" perché era in concorso con un corto "La solitudine dell’attore" in cui tu eri protagonista. Com’è stato accolto dal pubblico e com’è stata questa esperienza di fare l’attore?
«Beh, eravamo in gara con Corti più professionali, realizzati in mesi, noi abbiamo girato con mezzi di fortuna e in un giorno soltanto, il regista Valeriano Foglia è un giovane preparato e pieno di risorse. Hanno vinto altri ma tra il pubblico qualcuno si è personalmente complimentato per la mia interpretazione e ne sono stato felice. Valeriano sta scrivendo una nuova sceneggiatura, dovremmo girare a breve, non so se e come sarò coinvolto. La recitazione, comunque, mi appartiene, sono sempre stato molto espressivo, da buon napoletano, la sento dentro.».
Allora, abbiamo fatto la domanda sull’essere cantante, poi attore e poi scrittore, quale arte prossima deve aspettarsi il pubblico?
«Il ballo! Se tornassi indietro, mi piacerebbe danzare; in effetti ballavo nella mia stanzetta a quindici anni certe coreografie alla Heather Parisi pazzesche, a volte mi sono pure fatto male cadendo… ahahah.».
Sei anche un esperto in scienze criminologiche. Eri vittima di bullismo da bambino e cosa pensi di questo bullismo dilagante?
«Nella vita io sono un Dottore in Giurisprudenza con specializzazione recente in Criminilogia applicata che è una vasta materia molto interessante e molto attuale perché studia i crimini della società che sono tanti fra cui il bullismo. Io sono stato bullizzato a scuola perché ero il primo della classe, timido, impacciato, non giocavo a pallone, disegnavo sempre oltre a studiare, che dire, la vittima perfetta. Da grande, poi, mi sono fortificato e c’è da dire che spesso le vittime diventato poi loro bulli col tempo, ho la tendenza oggi a vendicarmi ma sono oculato, più maturo, non cadrei nello stesso errore. I bulli sono persone deboli, in fondo chiedono attenzioni che non ricevono in famiglia e diventano così cattivi.».
Facciamo domande un po’ frivole. Qual è l'ultima cosa che hai guardato in TV e perché hai scelto di guardarlo?
«Il Grande Fretello con la D’Urso. Tutti fanno gli snob oggi, ma tutti amano il trash e lei è un po’ la regina. Una brava conduttrice astuta, sa cosa vuole il pubblico e glielo regala a tutto spiano.».
Se ti fosse data una possibilità, entreresti nel Grande Fratello?
«Sì e no, avrei paura però di stare chiuso in una casa per troppo tempo.».
Sei una nuova aggiunta alla scatola pastello. Di che colore saresti e perché?
«Mmhh… voglio essere positivo, un bel giallo.».
Parli con il tuo cane?
«Altroché, faccio versi che mi prende per pazzo.».
Qual è la tua cattiva qualità?
«Sono un po’ sfuggente, un po’ pesante, prendo tutto sul serio sempre… un rompiballe.».