Il debutto emozionante di Iamollie e il legame profondo con il padre Paolo Kessisoglu
- di Nicola GarofanoNella serata dei duetti della 75esima edizione del Festival di Sanremo, Paolo Kessisoglu ha sorpreso il pubblico presentando il progetto musicale della figlia Lunita Kessisoglu, Iamollie. Il singolo, intitolato Paura di me, è già uscito su tutte le piattaforme digitali e in rotazione radiofonica, ed è il primo frutto di una collaborazione intensa tra padre e figlia, sotto l’etichetta Sony Music Italy (Columbia Records Italy).
Il brano, che segna un debutto importante per Iamollie, è un dialogo intimo e profondo tra due generazioni, in cui si esplorano le difficoltà di comunicazione tra genitori e figli. Paura di me affronta temi delicati e universali, come la sofferenza giovanile e la difficoltà per i genitori di entrare in sintonia con il mondo interiore dei propri figli. La scrittura del brano è stata condivisa tra Paolo e Lunita, insieme a Michele Canova Iorfida, Vincenzo Colella, Leonardo Zaccaria e Simone Sacchi.
L'inedito nasce da un bisogno di comprensione reciproca e dal desiderio di unire generazioni diverse, a partire da una consapevolezza profonda: la chiave di tutto è esserci. Come sottolineato dai due artisti durante la conferenza stampa, la presenza silenziosa e affettuosa di un genitore può essere di grande conforto nei momenti di crisi. Le parole del testo, infatti, evocano una sensazione di protezione e rassicurazione, come il gesto di "rimanere qui con te, sdraiato fuori dalla tua porta a fare il buttafuori dei tuoi incubi".
Il brano non solo è un tributo all’amore paterno e filiale, ma diventa anche una riflessione sulla salute mentale degli adolescenti. «La pandemia ha agito come un detonatore, aggravando una situazione già in corso da tempo, ha dichiarato Paolo Kessisoglu. La salute mentale dei giovani è un tema urgente che va affrontato con serietà e responsabilità. Solo con l’impegno di tutti riusciremo a fare la giusta prevenzione».
Lunita ha aggiunto: «Quando un adolescente soffre, non deve mai sentirsi giudicato. La sofferenza va accolta, e per farlo è fondamentale che la famiglia tutta si metta in discussione, per cercare di aiutarsi a vicenda». L'intenzione è quella di incoraggiare una comunicazione sincera e aperta, che consenta ai figli di raccontare le proprie difficoltà senza temere il rifiuto.
Nel testo del brano, ripetuto come un mantra, si sente forte la frase Poi ne usciamo, una dichiarazione di speranza che rappresenta la certezza di poter superare insieme le difficoltà, un messaggio di ottimismo e sostegno reciproco che si intreccia con l’essenza stessa dell'amore.