Gli eroi morali, i femminielli, ne La Resistenza negata di Calvino. Recensione
- di Nicola GarofanoFoto prese dal web
Al teatro Magma di Torre Annunziata è andata in scena l’opera drammatica “La resistenza negata” di Fortunato Calvino, organizzata dal Pride Vesuvio Rainbow, con la sovvenzione e il patrocinio morale della Città Metropolitana di Napoli e il supporto della sezione Anpi “Maria Penna e Rocco Caraviello” di Torre Annunziata.
Ispirata ad un racconto di Antonio Amoretti, storico partigiano napoletano che da poco ci ha lasciato, La Resistenza Negata, vincitrice del Premio di Drammaturgia "Carlo Annoni 2020", dà voce e braccia finalmente a una narrazione non esclusiva ed emerge una parte della storia da sempre taciuta, il pieno coinvolgimento dei femminielli all’insurrezione dei napoletani contro i tedeschi nelle famose quattro giornate di Napoli, dal 27 al 30 settembre del 1943.
Una narrazione nascosta sulla seconda Guerra Mondiale, nuovi spaccati non riconducibili ai miseri libri scolastici, ma al racconto vivo di verità da uno degli ultimi partigiani napoletani Antonio Amoretti, non solo le donne ma anche i femminielli hanno preso parte alle violente sparatorie, agli aspri scontri e combattimenti. Gli eroi morali, i femminielli, rivelano il senso autentico della vicenda che abbandonano i loro vasci, bassi, relegati dai tedeschi in queste piccole abitazioni, smettono i propri panni femminili per imbracciare fucili a disposizione della resistenza.
Il drammaturgo Calvino ha saputo sapientemente ricamare, in questa storia dai giorni durissimi, tra bombardamenti alleati, raid di civili, esecuzioni di persone scelte a caso tra la popolazione, un seducente dramma di un giovane amore lacerato dalla guerra e il regista cattura magnificamente la tensione tra romanticismo e orrore di quegli assurdi giorni. Solo la sensibilità artistica di Calvino poteva descrive con emozioni così profonde l’amore omosessuale tra Arcangelo e Mariasole o Maritiello, che qualcuno si lascia sfuggire, un'improvvisa e palpitante storia d’amore interpretata con incantevole carisma da Adriano Fiorillo (Arcangelo) e Luca Lombardi (Mariasole) in una Napoli dalla realtà spaccaossa dei celebranti spaventati, colpiti alla testa con il calcio dei fucili dei nazisti, l'orrore di un marinaio sorridente giustiziato sui gradini dell'università come un brutale avvertimento alla folla. Ogni racconto, ogni parola è ricca di eloquenza e significato, in una grande massa vorticosa di individui che urlano di terrore, dolore e sfida, come ‘A Cecata, interpretato da un bravissimo Luigi Credendino che sa esattamente quando tirare i fili del cuore del pubblico e quando alleggerire con un po' di comicità.
Un cast sorprendentemente straordinario: Mirko Ciccariellio, Chiara Vitiello, Rossella Di Lucca e una particolare menzione va al bravissimo Carlo Di Maio, nel ruolo del partigiano Arcangelo da anziano e alla valentissima Eleonora Flauto, che interpreta Maddalena, un chiaro omaggio a Maddalena Cerasuolo, una delle figure principali nella rivolta del rione Materdei.
Un cast che produce energicamente un autentico senso di cameratismo che prevale sull'amore romantico, ma di sicuro la vera star è la storia, che prende una serie di colpi di scena emotivi lungo la strada, il mondo intorno è guerra e Arcangelo non ce lo lascia mai dimenticare, nel rumore e nel sangue della resistenza napoletana.
«I ricordi di persone simili hanno un'importanza, - dichiara a The Cloves Magazine il drammaturgo Fortunato Calvino - una valenza perché raccontano la storia vera di quel fatto di quell'evento e lo spunto l'ho avuto proprio parlando con Antonio Moretti e grazie a lui ho aggiunto dei tasselli inediti nello spettacolo la sua verità che dopo tanti anni ancora ricordava ogni momento di queste quattro giornate di Napoli per me è stato anche un modo per dare forza al ricordo. La memoria è veramente sacra e ricordare certi eventi come questi è determinante soprattutto per i giovani».
Le musiche sono di Enzo Gragnaniello.
Scene di Gilda Cerullo, costumi di Annamaria Morelli, grafiche di Luciano Correale, assistente alla regia Pina Strazzullo.
La Città di Napoli è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare per questa ribellione contro gli occupanti tedeschi, è la più alta onorificenza dello Stato Italiano.