«È per pochi essere sinceri raccontando le proprie debolezze». Intervista ad Andrea Biagioni
- di Nicola Di DioDopo la partecipazione alla 10ª edizione di X Factor e a Sanremo Giovani 2018, il cantautore e polistrumentista Andrea Biagioni torna sulle scene discografiche con il nuovo album “Pranzo di famiglia” (Adesiva Discografica/Self), uscito il 25 ottobre in digital download e sulle principali piattaforme streaming. Il progetto è realizzato con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea”.
“Pranzo di famiglia” è il primo lavoro completamente in italiano dell’artista toscano, un disco che mescola con sapienza di arrangiamenti sonorità pop, folk e blues. Nel titolo è racchiuso il concept dell’intero album, che si compone di 8 brani autobiografici in cui Andrea Biagioni si confessa nelle sue debolezze e nei suoi punti di forza con il linguaggio intimo e confidenziale di chi si racconta ai propri affetti in un momento di raccoglimento, come quello di un pranzo in famiglia.
In "Angela" all'inizio tu canti “C'è un posto dentro me dove piove da giorni gli occhi si allagano e le immagini si sfocano” in questa canzone, quindi, sei triste e stai piangendo, in pochi secondi hai attirato la mia attenzione facendomi chiedere il perchè tu sia triste portandomi ad acoltare tutta la canzone per sapere cosa ti sia successo...
«Questo pezzo è venuto da se, penna e chitarra in meno di dieci minuti. Quando una mia canzone nasce così, difficilmente riesco ad ampliarla e modificarla perchè, quando una canzone ha una sua semplicità e un suo equilibrio ci vuol poco a rovinare quell''equilibrio trovato. Magari la prima versione, di getto, ti sembra incompleta ma resta sempre la più autentica e così è stato per “Angela”. La prima parte descrive proprio il momento nel quale sto scrivendo la canzone facendoti intuire subito di cosa si parla. Questa canzone l'ho scritta per mia nonna che ci ha lasciati un anno fa ed è stata l'unica cosa che sono riuscito a fare in quel periodo, non grandi scene per esorcizzare il momento, ma questa canzone. A mia madre, che aveva perso la sua mamma ho detto: "Guarda non sono riuscito a fare niente, non ti ho detto nulla e non ho detto nulla a nessuno, però ho messo tutto dentro questa canzone"».
Il tuo album si chiama “Pranzo di famiglia” quindi è come se tu fossi a tavola con la tua famiglia a raccontare quelle che sono le tue sensazioni e le tue emozioni...
«Sì e mi è piaciuto partire con “Alba piena” per dichiarare subito di cosa si sta parlando. Alba piena mi rappresenta dice "Questo sono io voce, chitarra e violini!”. Non sono voluto partire con un pezzo un po' ruffiano, anche se nell'album c'è ne solo uno un po' ruffiano che è Vaiolet Peonie. Le altre sono canzoni da ascoltare con attenzione e non distrattamente, sono pezzi che richiedono attenzione».
Invece con “Surferemo” racconti quella che è una tua passione...
«Sì, con Surferemo avevo bisogno di far vedere un altro mio lato, oltre al momento di dolore, di autostima e di debolezza, volevo anche raccontare una mia passione. Per me è importantissimo presndersi del tempo nel caos di tutti i giorni, l'ho vissuto sulla mia pelle. Arriva un momento nella vita in cui è necessario fermarsi e Surferemo è proprio questo momento nel disco, è un momento di positività e di divertimento. Spero di essere riuscito a metterci tutto questo sia nel brano che nel video che accompagna la canzone».
"Capotreno" cosa racconta invece?
«"Capotreno", ad una prima lettura del testo, sembra che parli realmente di un capotreno, di una bambina e della sua bambola di seta, ma in realtà quell'immagine è semplicemente un esempio, è una critica nei confronti di quelle persone che ho incontrato nella mia vita e che non riuscivano ad uscire da propri binari che avevano costruito inconsciamente, non riuscivano ad uscire dalla loro comfort zone, dalla loro routine. Quindi mi è venuto in mente questa figura del capotreno che fa avanti e dietro sempre sugli stessi binari. Ogni tanto rileggo il testo e mi dico «Ma che cosa ho scritto!» (ride). Perchè sono sempre un po' etereo nella scrittura (ride) ma questo è anche il bello dei cantautori. La canzone parla di questo sistema che condiziona la vita di tante persone e loro non rischiano mai, restano sempre sugli stessi binari».
Come nascono le tue canzoni?
«Ad oggi non scrivo a “schiocco di dita”, capita che scrivo qualcosa la sera e poi la riascolto la mattina seguente. Normalmente inizio con il telefono, magari quando sono sul divano con la chitarra e allora suono e registrto sul telefono. Capita anche che riascolto anche dopo una settimana, a volte è nata una canzone anche da due idee differenti, registrate in giorni diversi. I brani nei quali mi ci ritrovo a pieno però, sono quelli iniziati e finiti in una sera, tipo “Angela”, “Via da me” e “Come si fa” che sono canzoni scritte di getto e poi affinate. “Come si fa” è stato l'ultimo pezzo che è nato, il penultimo è stato Angela, e sono riuscito a stare, per la prima volta, su un testo funzionale, ritmico e sensato ma in una griglia musicale funky. Un po' come negli studi di registrazione, ci sono alcuni che hanno bisogno di cantare un miliardo di volte e alcuni che fanno il classico “buono alla prima”. Io punto sempre all'autenticità e mi sento più autentico se registro un brano due o tre volte al massimo, perchè magari, cantandolo venti volte, si perde la purezza di un gesto, si perde quella sensibilità e quella vibrazione della prima volta. La prima volta magari non sai se riuscirai a prendere quella nota in particolare, quindi, c'è anche un po' di paura e sono tutti aspetti che metti nel brano quando registri. Non possiamo essere attori delle nostre emozioni sarebbe un casino (ride)».
Qual è stata la canzone, di questo album, che ti ha più emozionato e che hai “difficoltà” a cantare fino alla fine perchè magari ti provoca il classico “nodo alla gola”?
«Sicuramente “Angela” è quella che mi emozina di più, l'avrò cantata decine di volte in pubblico ma ogni volta rischio di non finirla, mi si chiude la gola, è un pezzo che oltre ad emozionarmi mi ricarica ed è come se bevessi un caffè in un momento di stanchezza. Puoi scrivere anche mille canzoni ma c'è ne saranno due o tre che realmente ti portano dove non riesci ad andare a comando».
Torniamo a “Pranzo di Famiglia”, molto spesso in famiglia non si racconta tutto, cos'è che non hai detto in famiglia e che devi ancora raccontare?
«Assolutamente, le ascolterete nelle prossime canzoni (ride). Ho già pronte tre idee sulle quali sto lavorando e in uno dei prossimi pezzi parlerò dell'amore in modo positivo. Nelle altre canzoni tratto l'argomento in modo rispettoso perchè l'amore è la base di ogni rapporto infatti, nel disco, tratto dei molti dolori che l'amore mi ha procurato. In “Alba piena” tratto delle difficoltà che ci sono in un rapporto, in “Via da me” tratto di questo dolore da mandar via. Sono contento di questa mia nuova idea perchè io vivo il positivo di questo sentimento».
“Leva la rete” invece, finisci cantando “i campi sono ancora gelati, la vita più semplice vestiva la gente che si vestiva con niente” ti riferisci a un momento che è l'esatto opposto di quello attuale?
«Esattamente. Questo brano, donatomi da un autore, ha una grande profondità per la scrittura del testo ed io ho cercato di interpretare le parole usate. Questa canzone descrive un momento di autostima molto basso infatti dice “al massimo un buon livello di mediocrità” ed è un testo, a parer mio, molto etereo. Quello che mi ha interessato è stato mettere chiarezza nel suono e nella dinamica di questo brano. Il nodo centrale è il mio classico modo di reagire quando si tocca il fondo risalendo con tutte le proprie energie e in questo brano c'è una grande voglia di cambiare le cose. Nella versione della canzone registarta in studio, questo aspetto, è un po' contenuto ma ascoltandola dal vivo ci si rende conto di quello che sto dicendo perchè c'è un momento di tensione durante il brano che non necessita di parole per essere descritto. Anche questo brano rappresenta un altro punto fondamentale della mia crescita perchè, nella vita di ognuno, ci sono sempre momenti difficili da affrontare. Forse chi è asettico e insensibile riesce a vivere bene in questo mondo. È per pochi essere sinceri raccontando le proprie debolezze, siamo essere umani non siamo macchine, dovrebbe essere un valore aggiunto non una penalità».
Il 23 novembre da Milano è partito il “Pranzo di Famiglia – Solo Tour”, una serie di date prodotte da Vox Concerti / Doc Live in cui il cantautore toscano si esibirà sui palchi italiani. Questo il calendario ad oggi confermato e in continuo aggiornamento:
16 gennaio – Vecchia Ceneda – Vittorio Veneto (TV)
17 gennaio - Corte Ongaro - Verona
18 gennaio – Ex Mattatoio – Aprilia (LT)
19 gennaio – Kuma – Fossombrone (PU)
23 gennaio – Marco’s Pub – Livigno (SO) – con band
24 gennaio – Germi – Milano – con band
25 gennaio – The Family – Albizzate (VA) – con band
26 gennaio - Birrificio Italiano - Como (Lurago Marinone)
1 febbraio - Grindhouse - Castelnuovo Garfagnana
7 febbraio - The Beach - Torino
9 febbraio - Gran Varietà @Osteria Barabba - Padova
14 febbraio - Diavolo Rosso - Asti
15 febbraio - Di Noi Tre - Alessandria
18 febbraio - Na Cosetta - Roma
20 febbraio - Mexico 70 - Taranto
21 febbraio - Morgana - Benevento
20 marzo - Ciottolo - Mondovì
9 febbraio – Gran VariEtà/Osteria Barabba – Padova