Music & Theater

Casa Surace conquista il palcoscenico: esilarante, autentica e sorprendentemente teatrale.

Foto di Titti Fabozzi

Al Teatro Acacia di Napoli per la prima volta Casa Surace, la factory virale da milioni di fan, ha varcato la soglia di un palcoscenico con lo spettacolo La Riunione di Condominio – Tutti sotto lo stesso tetto, scritto da Simone Petrella, Alessio Strazzullo e Daniele Pugliese, per la regia di Paolo Ruffini con Antonella Morea (La Mamma), Riccardo Betteghella (Ricky “il milanese”), Daniele Pugliese (Nicola “il temerario”) e Alessandro Freschi (Frè) e lo fa con una forza travolgente, portando uno spettacolo che è molto più di una semplice trasposizione dei loro celebri sketch online: è un vero e proprio evento collettivo. Un affresco comico e poetico dell’Italia contemporanea, raccontato dal pianerottolo di casa, là dove si incrociano rumori, stendini, tradizioni e differenze culturali. Ma soprattutto, dove si scopre che la vera commedia è la convivenza.
Il copione non tradisce le origini digitali del collettivo. Anzi, ne fa tesoro, integrando diversi riferimenti ai loro video cult, come il divario culturale tra Nord e Sud, mettendolo in scena non con giudizio, ma con un’ironia intelligente. Il modo di parlare, la musica, le voci alte, che per qualcuno sono “rumore” per altri solo entusiasmo esistenziale, diventano pretesti per parlare di identità, di stereotipi, di come spesso il problema non sia il volume, ma l’incapacità di ascoltare.
Tutto parte dall'assemblea condominiale, il contesto perfetto per far detonare tutti i tic, le manie e le guerre di quartiere che ogni italiano ha vissuto almeno una volta. Il pubblico, sin da subito, non è spettatore ma parte attiva della riunione di condominio. Si ride tanto, ma si ride di sé stessi: del vicino rumoroso, dell’odore di fritto che invade le scale, dei regolamenti condominiali interpretati come oracoli bizantini.
Gli sketch sono incastonati in una struttura narrativa ben costruita, che evolve, si trasforma e si disfa, proprio come una vera riunione di condominio: caotica, lunga, a tratti surreale.


Nel cuore di questa narrazione, emerge l’epica dello stendino: un oggetto umile, quasi banale, che però assurge a simbolo universale della proprietà transitiva dell’umanità. Perché se tutto può essere uno stendino, una sedia, un tavolo e anche il signore seduto in prima fila, “uno stendino per tutti”, allora forse possiamo davvero trovare un linguaggio comune, che unisca il fuorisede del Nord e quello del Sud, il terzo piano e il primo, il vocione napoletano e il silenzio lombardo. In fondo, lo stendino non è altro che il primo passo verso l’empatia.
E poi c’è lui: il pacco da giù. Che non è solo un pacco. È un atto d’amore. Un rito familiare che sfida la logica del supermercato sotto casa. Il caffè, la pasta, la passata fatta in casa non sono beni di consumo, ma messaggi in codice d’affetto: «Il pacco da giù è un sentimento. È un messaggio che una mamma manda al proprio figlio per dirgli: “Ti sono vicina”. È un padre che comunica con una figlia lontana dicendo “Sei sempre nei miei pensieri”».
E quando pensi di aver visto tutto, Antonella Morea, mattatrice assoluta, rievoca con una delicatezza sorprendente Dolores Palumbo di Miseria e Nobiltà, quando affranta arriva nella casa di Gemma e fa tutto un teatrino per sedersi. Un omaggio raffinato che crea un ponte tra il glorioso teatro napoletano e la nuova comicità digitale.
Ogni interprete sembra nato per il ruolo. Daniele Pugliese e Riccardo Betteghella tengono il filo conduttore con naturalezza: Riccardo, misurato e ironico, rappresenta il punto di vista più razionale portando sul palco quell’Italia che ascolta, che osserva, che prova a capire anche quando non comprende fino in fondo. È il vicino che vorremmo tutti avere: educato, ma pronto a dire la sua. Daniele è la miccia comica che accende ogni scena. Con il suo tempismo perfetto, riesce a trasformare ogni osservazione in un’esplosione di risate. Non solo attore, ma vero comico di razza, è il catalizzatore dell’energia scenica.
Frè, Alessandro Freschi, offre un personaggio esilarante e sopra le righe, una comicità che sfiora l’assurdo ma resta radicata nel quotidiano. Un talento poliedrico, la sua presenza scenica è magnetica: sa essere grottesco e toccante, folle e lucido, sempre con un ritmo personale che trascina il pubblico. Quando Frè è in scena, lo spettacolo sembra improvvisamente accelerare, prendere una piega nuova, più profonda e più imprevedibile.
Antonella Morea merita una menzione a parte: è l’anima dello spettacolo. Entra in scena come una tempesta, urla, si spaventa, minaccia di lanciare lo zoccolo... eppure riesce a trovare momenti di poesia, come quando evoca l’odore di fritto come memoria genetica del Sud. 


Paolo Ruffini dirige con mano sapiente questo circo condominiale. Il ritmo è forsennato, ma mai confuso. La regia valorizza la coralità e trasforma ogni interazione con il pubblico in un'occasione di coinvolgimento reale. C'è una logica nel disordine, un’intenzione chiara nel lasciar fluire l’improvvisazione, che non è mai lasciata al caso.
Non si può parlare di questo spettacolo senza citare il pubblico, vero coprotagonista della serata. Ognuno viene coinvolto, chiamato, interrogato, assegnato a un “posto condominiale”. E in questo “gioco”, che ricorda un po’ il teatro popolare e un po’ certe esperienze immersive contemporanee, si rivela la genialità del format: partecipare è inevitabile, resistere è impossibile.
Nel gran finale, con un condominio finalmente riunito (più o meno), si lancia un messaggio chiaro: “Non importa il piano in cui viviamo, siamo tutti nello stesso palazzo”. Un insegnamento semplice, ma potentissimo, che in un’Italia ancora frammentata, risuona come un invito alla convivenza vera, fatta di ascolto, risate, e magari anche di un piatto di pasta corta, perché, si sa, trattiene meglio il sugo.
Casa Surace conferma la sua maturità artistica, dimostrando che il successo online può tradursi in un linguaggio teatrale autentico e profondamente coinvolgente.
Lo spettacolo prodotto e organizzato da Vera Produzioni in collaborazione con Veragency e BertiLive farà tappa anche al teatro Manzoni di Milano il 12 giugno.