«Il mio ingrediente segreto è l'amore e la felicità che metto nei miei dolci». Intervista ad Alice Mancini
- di Pamela CarboneTra i concorrenti della settima edizione del programma "Bake Off" sicuramente Alice Mancini è tra quelli che sono rimasti nel cuore del pubblico.
Giovanissima, ha soli 19 anni, si è avvicinata alla pasticceria grazie alla nonna Piera che la viziava con le sue golosità e, crescendo, ha unito la passione della pasticceria e quella dell'arte, infatti, studia all'Accademia di Belle Arti di Brescia.
Ha deciso di partecipare a "Bake off" per mettersi in gioco, vincere le sue insicurezze e per dimostrare anche agli altri quanto vale.
Alice si è completamente raccontata a cuore aperto a noi e ha lasciato anche una piccola sorpresa a fine intervista, quindi, vi consigliamo di leggerla!
Come nasce la passione per la pasticceria?
«Nasce grazie alla mia nonna paterna, Piera. Da bambina mi viziava con tanti dolci preparati da lei, da lì ho iniziato a seguire diversi programmi di cucina in televisione e me ne sono innamorata. Anche se devo dire che sono sempre stata una bambina golosa che ha sempre amato i dolci e ha sempre avuto la curiosità di scoprire come si facessero».
Ricordi il primo dolce che hai fatto?
«I brownies al cioccolato, me li ricordo molto bene, direi, perché adesso sono uno dei miei cavalli di battaglia!».
Hai mai frequentato qualche corso per apprendere nozioni più tecniche nella pasticceria?
«No, non ho mai frequentato corsi veri e propri. Mi sono sempre informata tramite il web e la televisione».
Come nascono i tuoi dolci e quando ti viene l'ispirazione?
«I miei dolci nascono dall’amore che ho nei confronti della persona per la quale li preparo. Cerco sempre di ispirarmi ai loro gusti preferiti. Mi piace abbozzare un disegno sul come dovrebbe venire il dolce e poi lo confronto con il prodotto vero e proprio, per vedere se mi sono attenuta al modello di partenza oppure ci sono state delle modifiche in fase d’opera; solitamente rispetto molto il mio disegno originale! Ma in tutto ciò che faccio mi piace aggiungere un tocco personale, d’altronde sono un’artista, e come ogni artista ogni opera deve essere originale e unica!».
Che tipo di preparazioni prediligi?
«Mi piace sempre sperimentale, ma prediligo i dolci americani, super cioccolatosi e super dolci!».
L'ingrediente che non manca mai nei tuoi dolci?
«L’amore che ci metto in ciò che preparo, e la felicità che trasmetto alle persone quando mangiano le mie creazioni».
Passiamo a Bake off! Come mai hai scelto di partecipare?
«Solo per dimostrare alle persone che mi hanno sempre sottovalutata quanto valgo, quanto sono in grado di dare quando tengo ad una passione o a una cosa. Volevo dimostrare a me stessa che ero in grado di mettermi in gioco, contro tutte le mie insicurezze e cercare di metterle da parte, per migliorarmi e crescere».
Cosa hai provato quando hai saputo di essere stata scelta?
«Penso sia stata l’esperienza più bella di tutta la mia vita, erano tre anni che ci provavo e, come ho visto che il cassetto dei sogni si era aperto, ho deciso di romperlo del tutto e tuffarmi dentro. Sono una persona che aiuta sempre gli altri ed è pronta a fare di tutto per le persone che amo: amici, famiglia. Avevo bisogno di prendere un po’ di tempo per me stessa e giocarmi il tutto per tutto».
Come descriveresti il tuo percorso all'interno del programma?
«Prima di tutto è stato un percorso di crescita non solo culinaria, ma anche personale. Ho imparato quanto l’emotività e l’insicurezza giochino butti scherzi in una gara. Ho imparato a essere più sicura nelle cose che faccio, devo credere di più in me stessa per arrivare in alto».
La prova che porti nel cuore e quella che ti ha mandato più in difficoltà?
«La prova che porto nel cuore è lo sweet jenga che ho realizzato nella seconda puntata, perché non avrei mai creduto che avrebbe retto e che sarebbe stato così buono, che ha sorpreso sia me stessa che i giudici. Invece, la prova più difficile credo sia stata la Saint Honorè di Damiano, realizzata nella settima puntata, la torta richiedeva davvero troppe preparazioni e le mie insicurezze e la mia emotività mi hanno giocato brutti scherzi, ciò però non mi ha portato a mollare e a non consegnare nulla, ho continuato tra una lacrima e l’altra, presentando qualcosa, e credo che già questa sia una vittoria per me. Spesso quando non mi viene una cosa, tendo a rinunciarci in partenza, invece, Bake Off mi ha insegnato a non mollare mai e a continuare, anche se magari non tutto sta andando secondo i piani, non bisogna arrendersi!».
Con i partecipanti passate molto tempo insieme anche al di fuori del programma e inevitabilmente si creano dei legami. Tu con chi hai stretto amicizia e soprattutto se è continuata anche fuori dal programma?
«Tutti per me rappresentano una seconda famiglia, mi hanno aiutata in tutto, sia emotivamente sia a livello culinario. Ovviamente ho legato di più con alcune persone che sento ancora tutt’ora. Una di queste che per me è una sorella, è Martina, era capace di farmi sorridere anche quando tutto stava andando storto. Altri con il quale ho legato molto e al quale voglio davvero tanto bene e sono come dei fratelli sono: Riccardo, Antonio e Daniele, i miei tre uomini che ogni sera facevano ridere me e Martina tra scherzi agli altri concorrenti e cene indimenticabili al residence dove alloggiavamo».
Un aggettivo per descrivere ognuno dei tre giudici?
«La dolce e imprevedibile Clelia, il bellissimo Damiano e il severo Knam».
Sei una studentessa, quindi, riesci a conciliare la passione per la cucina con l'università. Ti piacerebbe un giorno fare della pasticceria il tuo mestiere?
«È davvero difficile conciliare queste due passioni, una per la cucina e una per l’arte, infatti, frequento il secondo anno all’Accademia di Belle Arti, un corso di studi davvero molto bello, ma anche molto faticoso perché ti porta via molto tempo. Diciamo che mi dedico alla pasticceria quando ho voglia di sperimentare qualcosa o quando mi commissionano qualche dolce creazione, solitamente nei weekend o alla sera».
Quest’esperienza ti ha cambiato in qualche modo, ti ha aiutato anche nella vita quotidiana?
«In effetti mi ha aiutato molto a crescere e ad avere più fiducia in me in tutto ciò che faccio nella vita quotidiana, mi ha aiutato a cercare di combattere le mie insicurezze che mi ostacolano e che mi portano ad essere insicura di me. Alla fine ogni cosa che facciamo nella vita, bella o brutta che sia, ci aiuta a crescere e a diventare sempre più forti e maturi».
Le feste natalizie sono alle porte, puoi darci una piccola idea, magari una farcia su come trasformare, arricchire un semplice pandoro?
«Natale è una delle mie feste preferite, perché tutte le città si illuminano e si profumano di gioia e amore, io amo viziare i miei amici con i miei fantastici omini di pan di zenzero che decoro con della semplice ghiaccia reale. Sono dei dolcetti semplici ma scenografici, che stupiscono sia grandi sia piccini, e che danno proprio l’idea di Natale e di calore. Un semplice pandoro si può decorare come lo si vuole, o con la classica crema al mascarpone, se no consiglio di decorarlo in maniera diversa con delle piccole decorazioni in pasta di zucchero che ricordino il Natale. Invece, se volete stupire i vostri commensali con un’idea semplice ma d’effetto, basta tagliare il pandoro a stelle e montarlo ad alberello spolverandolo o con del semplice zucchero a velo o arricchendolo con crema pasticcera, crema al mascarpone oppure qualsiasi crema che voi vogliate!
Se volete seguire qualche mia idea per natale restate aggiornati sulla mia pagina di Instagram che presto ci saranno tante creazioni che potrete riprodurre a casa per stupire tutti i vostri ospiti!».
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FACEBOOK: Alice Mancin