Tolo Tolo, un film di Luca Medici ovvero Checco Zalone! La nostra recensione.
- di Maria BattagliaÉ nelle sale cinematografiche l’ultimo film di e con Checco Zalone dal titolo Tolo Tolo.
Si spera di dare un po’ di ossigeno alla cinematografia italiana, dal momento che il suo ultimo film Quo vado? del 2016 incassò oltre 65 milioni di euro.
Il cast oltre Zalone è formato da attori quasi sconosciuti al grande pubblico come Souleymane Sylla (Oumar), Manda Tourè (Idjaba) ma si avvale della partecipazione attoriale e canora di Nicola Di Bari, strepitoso nel ruolo di un parente al quale il protagonista deve molti soldi e di quella di Nassor Said Birya ovvero il piccolo Dou Dou.
La vicenda parte dal piccolo paese di Spinazzola, in Puglia. Il protagonista Checco, rifiuta l’elemosina del reddito di cittadinanza per aprire un ristorante sushi che ben presto fallisce. Decide di sfuggire ai creditori riparando in Kenya, un luogo dove nell’immaginario collettivo è ancora possibile sognare. Viene assunto come cameriere in un lussuoso resort ed incontra Oumar che ama tutto dell’Italia,compresi i film di Pasolini. Ma improvvisamente scoppia la guerra e i due sono costretti a fuggire e a intraprendere un lungo viaggio in compagnia di Idjaba e Dou Dou alla volta dell’Europa.
Le scene finali del film sono realizzate a cartoni animati e la colonna sonora è orecchiabile, allegra e trascinante.
Preceduto da un’ondata di polemiche per una presunta xenofobia che ha funzionato meglio delle migliori strategie di comunicazione, il film rappresenta la svolta nella comicità di Checco Zalone che firma anche la regia e la sceneggiatura insieme a Paolo Virzì.
Tolo Tolo (che significa solo solo) divide critica e pubblico perché non è godereccio, con battute fulminanti o tormentoni alla Zalone ma è un film che fa riflettere sul fenomeno dei migranti.
L’argomento è di grande attualità ma necessita di una comicità nuova nei tempi e nei modi ed è proprio quello che fa Luca Medici alias Checco Zalone che confeziona questa volta un film elaborato e lontano dai suoi soliti schemi.
Nel film ci sono citazioni tratte dai discorsi del Duce (perché il fascismo è dentro di noi, pronto a riemergere come la candida), c’è il buonismo di chi vuole una “contaminazione etnica” senza neppure provare a capire l’altro nei suoi bisogni e nelle sue aspettative, c’è la voglia prepotente dei migranti di venire in Italia perché credono ancora che si stia bene e che tutti si vestono con abiti firmati, c’è la corruzione di politici presuntuosi ed incapaci e lo sfruttamento dei migranti da parte di scafisti senza scrupoli, c’è la guerra che distrugge e annienta cose e persone.
Il merito di Luca Medici alias Checco Zalone è proprio questo: l’aver affrontato un argomento quale quello delle migrazioni che fa paura a registi impegnati ed irriverenti con una nuova e raffinata cifra espressiva alienandosi, forse (lo vedremo al botteghino) una buona fetta di pubblico… chissà…
Nel film c’è la fotografia impietosa di un’Italia che non accoglie, che si rifugia nei beni materiali e modaioli e lo spettatore, ne siamo certi, si identificherà con Checco e canterà con lui… lo str.. rimane sempre a galla!