Scomparso a 92 anni il grande costumista Piero Tosi
- di Maria BattagliaIl mondo del cinema internazionale piange la scomparsa del grande costumista Piero Tosi, nato a Sesto Fiorentino il 10 aprile 1927.
Allievo del pittore Ottone Rosai, dal carattere riservato, schivo e ipersensibile, è diventato nel tempo un esteta originale operando un rinnovamento radicale nell’arte di creare costumi di scena.
Si dice che Tosi dormisse con ritagli di tessuti per “ascoltarli” durante la notte, prima di decidere la stoffa con cui modellare un abito.
Il suo grande amico Franco Zeffirelli diceva di lui:«É un mago in grado di far risorgere la storia, portando il passato nel presente». E la nota attrice Franca Valeri:«La cosa straordinaria di Piero Tosi è che la sua perfezione assoluta nella creazione di un costume crea una specie di abito magico per l’interprete. Un’attrice vestita da lui, s’investe straordinariamente del suo personaggio e della sua epoca».
La giornalista Leonetta Bentivoglio su Repubblica ha scritto:«Forse meglio di chiunque altro, nel cinema del ‘900, Tosi ha sancito il rinnovamento del costume, traducendolo in chiave del personaggio: più che contenitore o decorazione, l’abito in lui diventa specchio, sottolineatura e completamento di un carattere».
Abito ideato da Piero Tosi per Mia Fothergill per il film Storia di una Capinera (1993)- Sartoria Tirelli
Il gusto per la bellezza, l’armonia delle forme, la precisione storica, la ricerca maniacale del dettaglio lo accomunano al grande regista Luchino Visconti. Per lui Tosi realizza gli abiti per i film: Bellissima 1951 con Anna Magnani, Senso 1954 con Alida Valli, Le notti bianche 1957, Rocco e i suoi fratelli 1960, Il gattopardo 1963, Lo straniero 1967, La caduta degli dei 1969, Morte a Venezia 1971, Ludwig 1973, L’innocente 1976.
Lo stesso Tosi afferma:«Il desiderio di Visconti era uno solo: avere della gente viva, vera, di fronte alla macchina da presa. Il costume non come elemento esteriore, decorativo, ma vita. Niente sfilate di modelli, niente stupori di capricci di colore all’ingresso della prima donna. Ci siamo sempre imposti di sottolineare prima i sentimenti, poi la buccia dei personaggi».
Il tailleur di Maddalena Cecconi, indossato da Anna Magnani in Bellissima, viene “rubato” ad una signora e sottoposto ad un bagno nel tè per esigenze fotografiche del film in modo da renderne visibile la patina del tempo. Il vestito indossato da Angelica ne Il gattopardo, realizzato con metri di organza Dior con sotto una dozzina di strati di tulle, ha il bustino di soli 53 centimetri contro i 68 del girovita della protagonista Claudia Cardinale. Nella sua borsetta c’è il carnet dei balli e un fazzoletto di seta ricamato a mano che nessun spettatore vedrà mai, come le cicatrici delle piaghe lasciate dalle stecche di balena del corsetto sulla pelle dell’attrice. Gli abiti leggeri e fluttuanti come nuvole di Silvana Mangano sono dello stesso colore pastello del cielo in una giornata settembrina nel film Morte a Venezia. Essi sembrano presi e copiati da quadri di pittori impressionisti. I colori degli abiti de L’innocente ovvero, il nero, il rosso e il fucsia, connotano il rango sociale dei personaggi femminili interpretati da Rina Morelli, Laura Antonelli e Jennifer O’ Neill. E questo per parlare solo del sodalizio con Visconti durato ben 25 anni.
Abito ideato da Piero Tosi per Maria Callas nel film Medea (1969)
Per Pier Paolo Pasolini disegna i costumi di Medea 1969, indossati da una vendicativa e innamorata Maria Callas, sposa tradita da Giasone. Per Vittorio De Sica realizza gli abiti di Sophia Loren in Ieri, oggi e domani 1963 e Matrimonio all’ italiana 1964, esaltandone la vita sottile e i fianchi e il seno prosperosi da vera “maggiorata fisica”( termine coniato dallo stesso De Sica per la Lollobrigida).
Per Liliana Cavani crea le famose “bretelle”, indossate a seno nudo da Charlotte Rampling nel film Il portiere di notte 1974 e per il suo amico Franco Zeffirelli quasi tutti i costumi delle eroine del melodramma italiano e Storia di una capinera 1993. Quasi sacrilego il suo no, forte e chiaro a Stanley Kubrick motivato dalla paura di volare. E ancora costumi su costumi per registi quali: Mauro Bolognini, Mario Monicelli, Renato Castellani, Marco Ferreri, Dino Risi, Luigi Zampa, Mario Soldati, Luigi Comencini, Lina Wertmuller (Il giornalino di Gian Burrasca per la TV), Alberto Lattuada, Tonino Cervi e altri ancora.
Piero Tosi ha insegnato per oltre trenta anni al centro Sperimentale di Cinematografia di Roma che nel 2000 gli ha dedicato il documentario di Matteo Pedani, Chiari e morbidi tessuti, l’arte di Piero Tosi e nel 2008 un secondo documentario diretto da Francesco Costabile L’abito e il volto-Incontro con Piero Tosi.
Nel 2014 ha ricevuto l’Oscar alla carriera, ritirato dalla sua amica di sempre Claudia Cardinale.
Tutti i suoi costumi sono stati elaborati e custoditi dalla sartoria Umberto Tirelli.
Il Maestro sarà seppellito nella tomba di famiglia di Franco Zeffirelli dopo i funerali in forma privata.