“Il Traditore” di Marco Bellocchio incanta Cannes!
- di Maria BattagliaLe coincidenze della vita hanno permesso che proprio il 23 maggio, triste anniversario della strage di Capaci, fosse proiettato a Cannes il film del regista Marco Bellocchio Il traditore, in concorso per l’Italia alla Palma d’Oro.
Il film narra le vicende di Tommaso Buscetta che tanta parte ebbe nell’impianto accusatorio del maxi processo voluto a Palermo nel 1986 da Giovanni Falcone contro le attività criminali di Cosa Nostra.
Nel film il primo pentito è interpretato da un immenso Pierfrancesco Favino che si conferma ancora una volta uno degli attori più talentuosi del panorama artistico italiano.
In una recente intervista rilasciata a Malcom Pagani per Vanity Fair Favino dice:«Avevo fatto un primo provino per accaparrarmi questo ruolo ma sapevo che non era andato come volevo e il fatto che non mi telefonasse nessuno era tutto tranne che un buon segno. Allora ho incontrato Bellocchio e gli ho detto che potevo convincerlo a sostenere quel ruolo. Mi ha dato un’altra occasione e la parte è stata mia».
Dalla prima inquadratura all’ultima si nota che l’attore romano si è calato nei panni del protagonista con tutto se stesso per comprendere appieno una personalità così sfaccettata e sfuggente che si è portata nella tomba molti, troppi segreti.
É doveroso sottolineare che accanto a Favino recitano attori del calibro di: Luigi Lo Cascio (Totunno Contorno), Fausto Russo Alesi (Giovanni Falcone), Fabrizio Ferracane (Pippo Calò), Maria Fernanda Candido (Cristina ovvero la moglie di Tommaso Buscetta).
Il regista Marco Bellocchio non è la prima volta che si cimenta con un soggetto “storico”. film arriva a 10 anni di distanza da Vincere dedicato al giovane Benito Mussolini e a 16 anni da Buongiorno notte sul rapimento di Aldo Moro e l’uccisione della sua scorta ad opera delle famigerate Brigate Rosse. Tuttavia ne traditore tutto ruota intorno al protagonista mediante una ricostruzione delle sue vicende personali a cui fanno da sfondo quelle dei comprimari a partire dal giudice Falcone. É Buscetta, il boss dei due mondi a interessare il regista e la possibilità di diventare un pentito di mafia, un collaboratore di giustizia. Nei suoi atteggiamenti e nel suo sguardo che si poggia appena sulle cose e sulle persone c’è già la presenza della morte. In una frase del film dice:«Dottor Falcone, noi dobbiamo decidere solo una cosa: chi deve morire prima, lei o io».
Sappiamo com’è andata a finire. Falcone morirà nella strage di Capaci il 23 maggio 1992, mentre Buscetta il 2 aprile 2000 a New York.
Il film è bello ed esaustivo. Dovrebbero vederlo soprattutto i giovani che non hanno vissuto quegli anni, in modo che la strage di Capaci non sia ridotta a una semplice commemorazione.
Speriamo che la 72ª edizione del festival di Cannes premi un film coraggioso, ben recitato e profondo. Noi incrociamo le dita.