«Abbiate il coraggio di raccontare quello che conoscete, il mondo degli amici, della famiglia…» Christian De Sica ai giovani registi del CineFutura Fest di Roma
- di Pamela CarboneChristian De Sica è stato ospite della prima edizione di CineFutura Fest, il festival di corti cinematografici per i giovani e giovanissimi italiani, ispirati a tre temi per altrettante sezioni: Arte e Storia, Ambiente e Natura, Diversità e Integrazione. Ciò non solo per diffondere la cultura cinematografica tra i ragazzi, ma di sensibilizzare la loro attenzione su argomenti importanti e strategici per il loro futuro e quello del nostro Paese.
Christian De Sica si è un po' raccontato ai giovani che hanno partecipato al concorso, tra aneddoti e consigli.
«Questo lavoro deve piacere non perché dà la notorietà. Provateci in tutte le maniere, io mi sono dato tanto da fare, ho fatto la gavetta andando alle feste di piazza, nelle balere, senza mai abbattermi - racconta Christian De Sica. Ho iniziato a essere autosufficiente economicamente a circa trentacinque anni. A quei tempi pagavo la pigione e feci un’intervista in cui dicevo che non avevo molti soldi, e Peppino De Filippo mi scrisse una lettera ed io lo invitai a cena nella casa che era della mia famiglia e lui mi disse:”Ma di che ti lamenti che hai un sacco di soldi!”. Devo molto a Peppino».
Christian ha poi raccontato vari aneddoti, ricordando il papà che ai tempi stava lavorando con Montgomery Clift e abitavano in piazza Bologna e Vittorio De Sica invitò Montgomery a pranzo a casa sua e quando entrò, trovo Christian sul vasetto e lui gli si mise davanti su un altro vasetto!
Ha conosciuto artisti importanti, come Charlie Chaplin che gli fece un gioco con la sua bombetta e Christian disse al papà:”Ma chi è sto vecchio scemo?!”.
Poi ha parlato del suo spettacolo in giro per l'Italia “Christian racconta Christian De Sica” un grande one man show, dove l'artista si racconta e si cimenterà anche cantando.
Parlando del rapporto con il figlio Brando, anche lui oggi regista, ha detto che il primo consiglio che gli ha dato è stato: “Non fare anche tu i documentari sulle fontane di Roma che sono una rottura di palle!”.
Brando ha fatto dei corti carini anche con Max Tortora e ha sempre avuto fortuna, si è laureato a Los Angeles come regista e lì, a differenza dell’Italia, ha avuto dei maestri pazzeschi e ogni mese gli alunni dovevano portare un corto di otto minuti, magari anche senza battute, raccontato solo con suoni e rumori.
Quando loro escono da queste scuole, siccome il cinema è la prima industria d'America, sono talmente preparati che, addirittura, mio figlio sa smontare e rimontare una macchina da presa. «Io, invece, qui ho lavorato con dei registi che non sanno nemmeno cosa sono gli obiettivi».
E, infine, Christian ha dato dei consigli ai giovani cineasti:«Bisogna prepararsi bene, studiare prima tecnicamente poi andare liberi, avere il coraggio di raccontare quello che uno conosce, il mondo degli amici, della famiglia e, poi, ci vuole pure e soprattutto un po' di culo!».