Un artista non può camminare dietro il pubblico. Un artista deve camminare davanti: Lucio Battisti
- di Maria BattagliaIl 9 settembre di 20 anni fa ci lasciava Lucio Battisti. L'artista più cantato, amato e imitato resta quello più sfuggente a classificazioni di sorta, a etichettatura forzate, a militanza in “arciconfraternite" musicali.
Battisti ha “traghettato" la melodia della canzone italiana verso nuovi suoni e nuove atmosfere e lo ha fatto in modo originale e personalissimo.
Egli non ha mai amato esibirsi in pubblico già prima del definitivo ritiro dalle scene.
I 20 album sono tutti realizzati in sale di incisione, cambiando spesso casa discografica.
Battisti preferisce il momento creativo del suo estro musicale, il “fabbricare” il pezzo da proporre o da inserire in un album.
Nel suo percorso musicale si distinguono tre fasi. La prima è segnata dall’amicizia con Giulio Rapetti in arte Mogol, la seconda con sua moglie Grazia Letizia Veronese alias Valezia e la terza con il poeta Pasquale Panella.
La collaborazione con Mogol è quella più fruttuosa. I due si incontrano nel 1965 per “intercessione“ dell’editore musicale Christine Leroux. È amore a prima vista! Il primo 45 giri con i brani Dolce di giorno e Per una lira esce nel 1966.
L'ultimo album firmato Mogol-Battisti è del 1979 dal titolo Una giornata uggiosa.
In questo lasso di tempo (1965-1979) i brani più famosi: Anche per te, La collina dei ciliegi, Pensieri e parole, Fiori rosa fiori di pesco, Emozioni, Una donna per amico, Il mio canto libero, La canzone del sole... solo per citarne alcuni.
La fase di “transizione" vede l'uscita dell'album E già, scritto con Valezia.
La collaborazione con Panella vede la realizzazione di ben 5 album: Hehe, DonGiovanni, L'apparenza, La sposa occidentale, Cosa succederà alla ragazza.
I testi sono ermetici, ricchi di giochi di parole e pieni di riferimenti letterari.
Battisti si aliena buona parte del suo pubblico e anche la critica non gli è favorevole.
Eppure, proprio in questi ultimi album c'è il suo testamento spirituale che necessita di riflessioni più approfondite.
S’intravede un uomo schivo e stanco del clamore che ha intorno. I rapporti con la stampa diventano pessimi. Battisti si allontana da tutti e da tutti rifugiandosi con moglie e figlio nella sua villa Molteno.
Ecco un breve stralcio della sua ultima intervista: «Tutto mi spinge verso una totale ridefinizione della mia attività professionale. In breve tempo ho conseguito un successo di pubblico ragguardevole. Per continuare la mia strada ho bisogno di nuove mete artistiche, di nuovo stimoli professionali. Devo distruggere l'immagine squallida e consumistica che mi hanno cucito addosso. Non parlerò mai più perché un artista deve comunicare solo per mezzo del suo lavoro. L'artista non esiste. Esiste la sua arte.»
Noi non possiamo non condividere quest’ultimo suo pensiero.