Events & Freetime

Storie di donne... Anna.

"Sei una bambina speciale!"
È questo che mi sono sentita dire per una vita intera.
E mi piaceva anche, finché non mi sono resa conto che in questo mondo essere speciali significa essere disabili.
E io non sono una disabile!
Io ho una disabilità e è diverso!

Ho la Tetraparesi Spastica e non so per quale motivo, la maggior parte delle persone ritiene che io non sia come tutto il resto dell'umanità.
Già!
Perché se hai una patologia del genere, non puoi permetterti una gonna!
E poi, scusa, mica vorresti anche truccarti?
No aspetta, non ho capito, ti sei fidanzata? Ma lui lo sa che sei disabile?

È vero, non sono stata una bambina come le altre.
Non ho foto con il tutù di quando ero piccola, perché ho dovuto affrontare mille interventi per poter essere in piedi.
Però, cazzo! 
Ho anche vissuto molto di più di chi continua a guardarmi con occhi diversi.
E non ho limiti!
Io non ho paura di vivere.
Di parlare.
Di sognare.
Perché ho capito che io posso fare tutto quello che voglio!
Perché la mia disabilità non è un mio limite.

La prima volta che mi sono innamorata avevo dodici anni.
È stata una storia bellissima, durata 5 anni.
Lui era più grande di me di sei, forse per questo i miei genitori erano contrari.
Avrei voluto capissero che io sono sempre stata più grande della mia età. 

Sono cominciate le critiche.
Anche da parte di chi conoscevo.
A volte pesanti.
Perché quando una persona "speciale" si fidanza, il pregiuzio aumenta.

"Ma siete sicuri di quello che state facendo?
Cioè tu..."

Io cosa? 
Ho una disabilità e allora non posso creami una vita, una famiglia?
Avrei voluto rispondere:
Cazzo almeno abbi le palle di concludere la frase!
Invece no.
Perché le persone hanno paura di concludere una frase quando sono in presenza di qualcosa di diverso.
Giudicano e chiedono senza mai nominare la tua malattia.
Alludono.
O usano altri termini.
Neanche fosse una parolaccia!
È una Tetraparesi mica un vaffaculo!

Per non parlare, poi, della curiosità che suscitavamo.

Chissà come faranno!
Ma lei potrà...?

Cosa? Scopare? Fare l'amore?
Cosa vuoi sapere, qual è la mia posizione preferita? 
Avrei voluto vedere le loro facce se avessi risposto così!

Nonostante sia finita, a me questo amore é servito. 
Mi ha dato tanto.
Mi ha fatto sentire come tutte le altre ragazze della mia età.
Mi ha fatto capire per la prima volta che io non sono la mia disabilità, io sono molto di più!

E se mi guardo allo specchio, oggi, vedo una ragazza forte, bella, con qualche difetto certo!
Ma perché scusa, quando tu ti guardi allo specchio, non vorresti cambiare niente?
Magari tu cambieresti il tuo naso storto o la tua bocca troppo sottile, io, invece, cambierei i difetti dovuti alla mia malattia. 
Ma ho imparato a accettarli proprio come tu hai fatto con i tuoi.

E credimi se ti dico che a me li fanno notare molto più che a te.

Mi chiamo Anna Adamo e ho ventiduenne anni, anche se non saprò mai cosa significhi per una ventiduenne avere questa età. 
E , sono Speciale, ma non come intendi tu!
Io sono speciale perché nonostante i medici avessero detto a mia mamma che non avrei mai camminato, io oggi sto in piedi.
In piedi sulle mie gambe!

Quelle che metto in mostra con le minigonne perché sono forti...e belle!

E lo sono anche io.
Molto più di chi mi guarda con occhi di pietà!

Sono Anna, semplicemente Anna.

 

 

Storie di donne, Rosanna Pannone

 

Se volete essere uno dei protagonisti dei mie racconti, scrivetemi: dottorecaffe@gmail.com
mettendo in oggetto "Storie di donne".

Mantenendo l'anonimato o, se vorrete taggandovi, racconterò la vostra storia, il vostro vissuto, la vostra vita, con le mie parole.