Maurizio Casagrande in "Peppino" al BCT Festival di Benevento
- di Nicola GarofanoStraordinario successo dell’attore e regista Maurizio Casagrande al BCT, Festival Nazionale del Cinema e della Televisione di Benevento, nella pièce teatrale in anteprima nazionale, Peppino, scritta e diretta da Massimo Cinque, da un'idea di Massimo Cinque e Antonio Frascadore e accompagnato dall’Orchestra della Tradizione Napoletana del Conservatorio Nicola Sala di Benevento, diretta dal M° Luigi Ottaiano.
Maurizio Casagrande racconta la vita del grande Peppino De Filippo, che riassumo in breve, terzo dei figli illegittimi di Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo, fu mandato da piccolo da una balia a Caivano e poi dalla nonna, dall’adolescenza inizia a lavorare come attore nella compagnia di Vincenzo Scarpetta e dopo svariati insuccessi e tentativi di rappresentare le loro commedie con gli altri due fratelli Eduardo e Titina, nel 1931 arriva il grande successo con la famosissima commedia “Natale in casa Cupiello” e fondano tutti e tre fratelli la Compagnia Teatro Umoristico: i De Filippo, di cui Peppino è direttore amministrativo. Da qui iniziano i disaccordi con il fratello Edoardo fino alla dolorosa separazione, nel 1944, arrivando a chiamarlo Duce! per il suo essere dispotico con la compagnia e con lo stesso Peppino. Arriva il cinema, soprattutto con la famosa accoppiata senza eguali, Totò e Peppino, man mano che Casagrande racconta, scorrono su uno schermo varie foto dei De Filippo e anche dei video clip tratti da film come La banda degli onesti e Totò, Peppino e... la malafemmina con l’ineguagliabile scena della lettera scritta dai fratelli Capone che abbonda di errori grammaticali, equivoci e altro e che diventa l’esempio di pura assurdità accompagnata da recitazione e mimica incomparabili. In tv, Peppino creò la famosissima maschera da italiano ignorante senza un minimo d’intelligenza, Pappagone, con un gergo bizzarro ed esilarante. E Maurizio Casagrande con la sua grande padronanza scenica e attoriale che veste con naturalezza e il suo considerevole talento personifica anche Pappagone, affrontando mirabilmente i numerosi cambi gestuali e il suo balbettare.
L’attore Casagrande è semplicemente elettrizzante e paralizzante da guardare: non è difficile capire perché gli spettatori ricadono sotto il suo incantesimo, attira in silenzio e con successo l'attenzione del pubblico con questo racconto biografico recitato e diverte, altro che se diverte Maurizio, che scatena la sua mente per rendere sorprendente anche una semplice lettura di una biografia.
«Un grande e straordinario interprete della migliore Italia che io conosca, Peppino De Filippo ed io piccolo, piccolo - dichiara ai saluti finali Maurizio Casagrande. Mi sento vicino a quest’uomo, un attore straordinario cui io mi sono da sempre ispirato per la sua grandiosa capacità di misura, di far ridere sempre senza mai essere né volgare né eccessivo.»
I bravi attori sono intelligenti, hanno un grande gusto, amano collaborare, sono estremamente laboriosi, sono umili, non sono dive, sono generosi, sono inventivi, sono giocosi, sono avventurosi, hanno un senso del tempo e dell'umorismo e Maurizio Casagrande non si è risparmiato in niente concedendosi anche, a termine spettacolo, alle decine e decine di persone con foto e autografi.