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“Adele e i suoi eroi” sono arrivati anche a Napoli. Adel Tirant al Kestè

Continua il tour di Adel Tirant per la presentazione del suo disco d’esordio “Adele e i suoi eroi” (Etichetta: Soter – Distribuzione: Self)  che vede la produzione artistica e gli arrangiamenti di Giovanni Block. Accompagnata sul palco del Kestè di Napoli da Mario Saccucci al contrabbasso, Antonio Del Sordo alla batteria e Adriano Castigliego alle chitarre, Adel ha catapultato il pubblico napoletano,  con la raffinatezza della  sua musica e la qualità interpretativa, in uno di quei fumosi jazz club americani, alcune delle sue canzoni, infatti, sono state riarrangiate in versione jazz in qualcosa di nuovo ed eccitante e poi lo ha trasportato tra le strade e i vicoletti della sua Sicilia con l’unico brano dell’album scritto in siciliano “Chiddi chi erumu”, canzone arraggianta dalla band napoletana Epo e con le ironiche e  sferzanti canzoni “Un homme qui me plait comme toi” e  “Settembre”, singoli che hanno anticipato l’album anche con due straordinari videoclip.

Foto di Nicola Garofano

«Settembre parla della scia che lascia l’estate sul corpo e sulla mente. - raccontò sulle nostre pagine Adel qualche tempo fa - L’ispirazione viene da una lettera che ho letto tempo fa su di un giornale: la confessione anonima e struggente di una donna che rivela la sua difficoltà a riprendere la routine autunnale e quindi la sua vita, dopo il travolgente e libero scorrere dell’estate. Si chiede se davvero la vita estiva che ha lasciato, sia quella che vuole riprendere a Settembre, se lei, che si è lasciata andare, voglia aderire alla sua vita di sempre, con il lavoro da riprendere, i bambini da accompagnare a scuola, il marito da accontentare. Questa lettera mi ha commosso e coincide col mio stato d’animo di quel momento: mi trovo su un bus di Roma, ho lasciato la Sicilia per riprendere la mia vita romana, ho lasciato alle spalle un amore estivo e mi sento scollata come la donna della lettera. Un violino suona sull’autobus e, quando vedo i musicisti per strada, do sempre i soldi perché, mi dico che, se lo faccio, la musica continua a esistere: “La musica deve continuare” (come dico nel testo). Consacro i miei spicci a Pan e comincio a scrivere sul mio taccuino, riuscendo a ingoiare il magone scrivendo, mettendo nel testo un atteggiamento svampito e civettuolo, a me molto caro, che stempera i toni del sentirsi un pesce fuor dall’acqua dell’estate e la sua semplicità».

            

             Foto di Nicola Garofano

Adel è una donna speciale, minuta e fuori dal tempo, con un talento sorprendente e una voce stratosferica con cui puoi apprezzare le sfumature della musica e ascoltare e cullarti tra le parole. E così si sono susseguiti i vari brani dell’album “Adele e i suoi eroi” come “L’isola di Arturo”, “La Giostra” che è stato il primo singolo estratto, poi “Così scrisse Oliveira” e “Santa Lucia”, l’unico bis concesso alla fine, richiesta fatta da una sua fan. Ma in questo live c’è spazio anche per una cover, “Io sono il vento”, canzone che Gino Latilla e Arturo Testa portarono al Festival di Sanremo del 1959.
«Ho chiamato il disco “Adele e i suoi eroi” – racconta Adel - per omaggiare tutti i grandi e piccoli eroi della mia vita: chi ha acquistato a scatola chiusa il disco attraverso la campagna di crowdfunding;  tutti i musicisti con cui collaboro e che stimo; le persone a cui dico grazie per ogni parola di incoraggiamento; gli artisti famosi e non, che stimo e che considero come punti di riferimento ed anche quelli che non ci hanno creduto, ma che ringrazio perché mi hanno procurato una rabbia costruttiva».

               

     Foto di Nicola Garofano