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«C’è amore e forza per me in ogni parola. Questa sono io» Rita Dalla Chiesa al Napoli Città Libro ha presentato “Mi salvo da sola”

Rita Dalla Chiesa scrive la sua biografia partendo da un momento ben preciso: l’uccisione di suo padre, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e di sua moglie Emanuela Setti Carraro, il 3 settembre del 1982 a Palermo dalla mafia.
Ecco come descrive quei momenti nel libro Mi salvo da sola (Mondadori pag.216, 18.00 euro):«Sono come incapsulata nel silenzio di un urlo che dura ormai da tutta una vita. E senza che nessuno mi abbia detto niente, capisco da sola che hanno ucciso mio padre. Mentre io  guardavo un film sdraiata  sul divano del soggiorno, mio padre moriva. La frazione di un attimo. L’attimo che ha fermato la mia vita».
A Napoli Città Libro Rita Dalla Chiesa ha avuto modo di raccontare con voce ferma ma commossa, altri particolari di quella sera  che ha cambiato non solo la sua vita, ma anche quella di moltissimi italiani che vedevano in suo padre un uomo forte, determinato e capace  di sconfiggere o quanto meno arginare il fenomeno mafioso.

                           
«Nessuno si è preoccupato di avvertirmi. Ricevevo soltanto telefonate che mi chiedevano ripetutamente se fossi da sola in casa e, nel frattempo, nessuno ha coperto con un lenzuolo i corpi martoriati di mio padre, della sua giovane moglie e dell’agente di scorta Domenico Russo. – racconta Rita Dalla Chiesa. Quella notte ero sola e l’ho trascorsa quasi per intero sotto la doccia perché speravo che quell’acqua sciogliesse i grumi che avevo dentro. Dopo tanto tempo ho realizzato che dovevo partire per Palermo, ma non riuscivo ad acquistare il biglietto aereo. Non volevo essere compatita rivelando la mia identità. Poi dopo un lungo viaggio ho visto il corpo di mio padre già adagiato nella bara e ho preteso che si portassero subito un tricolore, la sua sciabola da carabiniere e il suo cappello. Ai funerali, i politici scappavano per i lanci di lattine e monetine. Una donna mi ha urlato: “NON SIAMO STATI NOI!” e col tempo mi sono riappacificata con Palermo e i palermitani».
A una nostra domanda, da dove tragga forza e serenità, Rita Dalla Chiesa ha risposto:«Non ho una fede profonda. La mia famiglia mi ha aiutata moltissimo. Ci siamo sostenuti a vicenda». Nella vita di Rita si sono alternati momenti di gioia e di dolore, sconfitte e rivincite.
Come non ricordare il suo legame con Fabrizio Frizzi e la sua prematura scomparsa? Lei ha affermato:«In quel pezzo di vita con lui entro in punta di piedi perché esiste una sua famiglia. Io ho considerato Fabrizio un dono e quando è finita la nostra storia, pur ancora presa da lui, l’ho lasciato andare e questo per me significa Amore».
Ha ricordato la conduzione del programma Forum sulle reti Mediaset dal 1988 al 1997 non senza una punta di commozione in quanto fu sollevata da quell’incarico senza alcun preavviso.

           
Oggi Rita Dalla Chiesa vive per sua figlia Giulia e suo nipote Lorenzo detto Lollo, “amante del mare e cacciatore di stelle”.
La sua canzone preferita è Comunque andare di Alessandra Amoroso:”Comunque andare anche quando ti senti morire per non restare a far niente aspettando la fine. Andare perché ferma non sai stare. Ti ostinerai a cercare la luce  sul fondo delle cose”.
Rita Dalla Chiesa è una signora gentile, garbata, perbene e dice:«Quante volte ho spento la luce e sono riuscita a riaccenderla, quanti porti sicuri ho lasciato per buttarmi nella vita. C’è amore e forza per me in ogni parola. Questa sono io».