Il sano ottimismo di Rebecca de Pasquale. Intervista
- di Nicola Di Dio"Noi abbiamo bisogno di produrre amore, dobbiamo produrre amore. La gente vuole amore, ma l'amore scarseggia, l'amore inteso proprio come sentimento nei confronti di tutti."
Lei è Rebecca de Pasquale e si è raccontata alle nostre pagine.
Tutta questa positività e sano ottimismo da dove deriva, dall'aver trovato la vera te stessa e cosa significa oggi essere una persona positiva?
«Innanzitutto la vita, oggi come oggi, purtroppo, ci offre tanti gradini da salire a fatica e allora dico: “Se grazie a Dio con la salute sto bene, anche se non ho un lavoro stabile, perché mi devo spegnere moralmente e abbattere, perché non posso condividere con chi mi segue, i cosiddetti biscottini, la mia positività?”. In questo mondo si vede sempre tutto nero, ci sono persone che si piangono addosso, quando poi c'è chi realmente soffre. La vita è un dono e bisogna viverla nella quotidianità e nella spensieratezza intrisa di ottimismo e condividere positività. Sono troppo felice della mia vita, pur non avendo alcuna ricchezza materiale che mi potrebbe far stare bene».
La tua è una ricchezza morale...
«Esatto, è proprio così. Lo spirito, gli abbracci e l'ottimismo tutte queste cose belle, la voglia di vivere».
Ho visto, infatti, un tuo video dove dici “iniziare la giornata con ottimismo e finirla con positività” nello specifico stai facendo footing e alla fine mangi un gelato...
«Ma bisogna sempre amarsi, anche se si mangia un po' di più, perché la vita è passeggera e poi abbiamo l'anima e abbiamo lo spirito. Fortunatamente sono anche pieni di difetti».
Secondo te è più facile essere se stessi sui social o nella vita sociale?
«La cosa che mi dicono quando partecipo a qualche evento è: “ Rebecca sei proprio come ti abbiamo conosciuto in tv all'epoca del GF o nella replica che è stata mandata in onda di Ciao Darwin o sui social”. Io sono stata sempre così, non me ne sono mai importata del giudizio degli estranei e degli altri».
Ho visto che ti piace cantare e cucinare. Nella musica il tema dell’omosessualità è stato trattato da grandi artisti come Aznavour in una bellissima canzone dal titolo “Quel che si dice” che finisce dicendo “che colpa posso avere se Madre Natura fa di me un uomo o quel che si dice” , recentemente, Antonella Lo Coco, con "Felici in Due" ha cantato la sua storia d'amore con la sua Elisa e ancora Enzo Gragnaniello, in un’intervista, ha dichiarato che l'anima non ha sesso. Viviamo in una società omofoba, tu come ti rapporti ad essa?
«Io mi rifaccio alle parole di Dante guardo e passo oltre, non m'interessa proprio, ma non li considero affatto, perché loro sono persone che vanno evitate, che non hanno un briciolo d'intelligenza nell'approcciarsi alla società che è intrisa di diversità, perché c'è l'alto, il magro, il grasso, la bionda, la bruna, il castano e c'è quello con gli occhi azzurri. Il problema non siamo noi, è che loro sono pronti a pronunciare giudizi con la boccuccia da ignoranti, perché poi l'ignoranza è cattiveria. Molti non conoscono il termine omofobia “Se quello è ignorante che cosa deve dire sei omofobo?” No, quello è cattivo proprio. Se l'è presa con una persona della quale ha visto una particolarità».
E con gli haters, invece?
«Ho messo subito a tacere i commenti perché seguo il proverbio “Fai come ti fanno che non è peccato”. Tu non puoi permetterti il lusso di offendere pubblicamente, come ad esempio “Fatti la barba” oppure “omme 'e niente”, detto in napoletano. Io ho pubblicato nome e cognome di queste persone, perché mi difendo e aiuto tanta gente a non tacere, perché se taci se ne approfittano, se tu sei pecora sappiamo che poi il lupo ti mangia e noi non vogliamo essere mangiati dai lupi assolutamente. Quella è cattiveria, è il gusto di farti del male e di ferirti, ma non capiscono che non mi feriscono più, perché, grazie a Dio, ho una bella corazza, ho 40 anni ed ho vissuto, sono stata 7 anni in un monastero di clausura, ho lavorato, vivevo in una famiglia numerosa, ho fatto molti sacrifici, perchè i soldi c'erano e non c'erano e “vado a pensare alle cattiverie loro? Prima di giudicare la sottoscritta devono informarsi, ma queste persone non si vogliono informare. Le pagine dei miei profili sono puliti, non c'è volgarità perché io dico “la pagina è vostra e venite sempre prima voi e poi chi la gestisce”».
I tuoi video sono chiaramente ironici, però, secondo me, ci sono dei messaggi che ci vuoi comunicare con ogni video...
«Certo, ad abbattere, ad esempio, queste palestre assurde, queste diete non controllate, questi farmaci blocca fame e queste barrette che ti fanno dimagrire. Io ironizzo perché la vita è di tutti e bisogna essere equilibrati, giusti e non esagerare né nel troppo e né nel poco.»
Si dice che la virtù stia nel mezzo...
«Tesoro, io sono una via di mezzo (ride)».
Prima parlavi di famiglia, se partiamo da un concetto religioso allora Dio ha creato la famiglia, formata da un uomo e una donna. Io credo che la famiglia si crei dove c'è amore, la famiglia può essere formata da un uomo e una donna, da due uomini o da due donne...
«Mi hai tolto le parole dalla bocca, la famiglia è amore. Anche tra gli animali, che si amano di più di noi umani, c'è famiglia. Dio guarda l'amore e dove si produce amore e gioia c'è famiglia. Dove, invece, si produce il male non c'è famiglia, quello non è amore. Noi abbiamo bisogno di produrre amore, dobbiamo produrre amore. La gente vuole amore, ma l'amore scarseggia, l'amore inteso proprio come sentimento nei confronti di tutti».
Sicuramente alla famiglia sono strettamente collegati i figli, naturali e adottivi. Tu cosa ne pensi?
«Hai fatto una bella domanda, se questo bambino deve stare chiuso in un orfanotrofio, in delle situazioni anomale e due persone riescono ad amare, ben venga. Un bambino ha bisogno della mamma e del papà, però il bambino ha bisogno di essere tolto da quelle famiglie dove viene violentato, maltrattato e picchiato. Il bambino ha bisogno di amore e nella sua innocenza non guarda il sesso, non dice “mi manca la mamma” o “mi manca la parola Mamma”, ma quando tu trasmetti amore, allora, il bambino lo sente in un abbraccio».
Abbiamo detto che ti piace anche cucinare quindi ti chiedo, se tu fossi un piatto che piatto saresti e perché?
«Io sarei la parmigiana o la pasta al forno perché è ricca di sapore, di gusto e di ingredienti perché sono colorata, sono attiva e sono megagalattica a livello caratteriale ed anche perché sono a strati, perché ogni strato può nascondere una mia particolarità».
«Saluto affettuosamente tutti i miei biscottini!!!!»