Joan Miró Il linguaggio dei segni al Palazzo delle Arti di Napoli
- di Maria Battaglia“Un quadro non si finisce mai e non si comincia nemmeno , un quadro è come il vento: qualcosa che cammina sempre senza posa”. Joan Miró
Tutto è pronto al PAN per accogliere da domani i visitatori dell’imperdibile mostra Joan Miró Il linguaggio dei segni, curata da Rubert Lubar Messeri, professore di Storia dell’Arte all’Institute of Fine Arts di New York, sotto la preziosa guida di Francesca Villanti, direttore scientifico C.O.R. (Creare Organizzare Realizzare).
Il percorso espositivo riunisce ben 80 opere tra quadri, disegni, sculture, collage e arazzi, tutte provenienti dalla straordinaria collezione di proprietà dello Stato Portoghese in deposito presso la Fondazione Serralves di Porto. Esse coprono un lungo arco temporale che va dal 1924 al 1981 in cui l’artista catalano sviluppa un linguaggio pittorico rivoluzionario che trasforma l’arte del XX° secolo.
Nell’estate del 1924 Miró mette a punto una svolta radicale nella sua indagine sulla formazione dei segni iniziando a ridurre gli oggetti a semplici sagome e a elementi essenziali. Comincia a pensare alla superficie pittorica come a uno spazio destinato ai segni che diventano a poco a poco sostitutivi di qualcosa che non è fisicamente presente.
Ecco come lo stesso artista descrive questo processo:«Per il ritratto di una mia amica parigina ho usato una linea verticale per i seni ,uno di essi è una pera che sparge i suoi piccoli semi . Dall’altro lato ,una mela beccata da un uccello. Scintille volano fuori dalla ferita causata da questo becco. Nell’angolo superiore della tela ci sono le stelle. Si può a malapena definire un dipinto ma a me non me ne frega un accidenti!».
La Mostra è divisa in nove sezioni, non cronologiche, per spiegare al grande pubblico i punti nodali di questo processo dell’artista spagnolo:il linguaggio dei segni, la figura nella rappresentazione, la figura nello sfondo, il collage e l’oggetto, i dipinti selvaggi, l’elasticità del segno, la calligrafia e l’astrazione gestuale, la materialità del segno, le tele bruciate e la morte del segno.
Questo insieme di capolavori che costituiscono la Mostra sono appartenuti al figlio del grande pittore Henri Matisse, Pierre e restano sconosciuti ai più per molti decenni fino a che il collezionista giapponese che le aveva gelosamente tenute in custodia fino al 2005, decide di venderle al Banco Portoghese di Negocios.
In seguito a un tracollo finanziario il Banco vuole venderle, ma si solleva una vibrante protesta su scala nazionale tanto che lo Stato Portoghese le acquista in blocco, incaricando il Museo di Serralves della città di Porto di conservarle ed esporle al pubblico.
Stamane, durante la conferenza stampa di presentazione della Mostra, numerose le autorità intervenute tra le quali ricordiamo: Marta Almeida (Vice Direttore del Museo di Arte Contemporanea di Serralvas), Paula Silva (Direttore Generale del Patrimonio Culturale del Ministero della Cultura portoghese), Alessandro Nicosia (Presidente del C.O.R.), Robert Lubar Messeri (Curatore della Mostra), Francesca Villanti (Direttore Scientifico del C.O.R.), Luigi de Magistris (Sindaco di Napoli), Nino Daniele (Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli).
Tutti hanno manifestato il loro entusiasmo per la scelta della città di Napoli e del PAN, in particolare, quali sedi della Mostra.
Napoli si riconferma la città con la maggiore offerta culturale d’Italia e tutti ci auguriamo che la Mostra venga visitata dai napoletani e dai turisti.
DOVE
PAN Palazzo delle Arti Napoli Via dei Mille 60
QUANDO
25 settembre 2019-23 febbraio 2020 Tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30 Martedì chiuso
Info e prenotazioni
Tel. +39 334 1324281 info@mostramironapoli.it
BIGLIETTI
Intero 12 euro. Ridotto 8 euro under 26 e over 65 Ridotto bambini e scuole 5 euro
Speciale lunedì universitario 6 euro
Audioguide Adulti 4 euro Bambini 2,50 euro
Catalogo Gangemi Ed. 20 euro
Dati biografici Joan Miró
Nacque il 20 aprile 1893 a Barcellona. Suo padre era un orologiaio e sua madre una casalinga. Frequentò la Escola d’Art dal 1912 al 1915. Nel 1920 fece il suo primo viaggio a Parigi e conobbe Pablo Picasso, Tristan Tzara, Max Jacob. Nel 1924 si unì al nascente gruppo dei surrealisti capeggiato da Andrè Breton.
Nel 1929 sposò Pilar Juncosa dalla quale ebbe la figlia Maria Dolores. Allo scoppio della guerra civile spagnole nel 1936, si trasferì a Parigi e quando i nazisti avanzarono nella capitale francese nel 1939, prima in Normandia e poi a Palma de Maiorca dove morì nel 1983. Fu sepolto nel cimitero Montjuic di Barcellona.