“Un amore finito che vive nei ricordi". Intervista a Sarah Toscano sulla sua ‘Amarcord’ a Sanremo

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Sarah Toscano ha conquistato il palco del Teatro Ariston con Amarcord, https://wmi.lnk.to/amarcord durante la 75ª edizione del Festival di Sanremo. Il pezzo, scritto dalla giovane promessa del pop italiano insieme a Federica Abbate e Jacopo Ettorre, e prodotto dal team pluripremiato ITACA, esplora il tema della nostalgia e dei ricordi, raccontando un amore ormai finito che vive solo nella memoria. Il singolo in 45 giri include anche Tacchi (fra le dita), Link: https://shop.warnermusic.it/products/amarcord-vinile-singolo-45-giri 
Oltre alla sua esibizione con Amarcord, Sarah ha avuto l’opportunità di duettare con il duo internazionale Ofenbach, un momento speciale che ha entusiasmato il pubblico con la performance di Overdrive. La sua scelta di collaborare con questo duo, tra i più amati sulla scena internazionale, ha dimostrato la sua attitudine cosmopolita e il suo stile fresco, che ha saputo farsi notare anche fuori dai confini italiani.
Durante la settimana del festival, Sarah ha anche aperto le porte della Gelateria Amarcord, un luogo simbolico dove i suoi fan hanno potuto incontrarla e scoprire una delle sue grandi passioni: il gelato. Questo spazio, in Piazza Cristoforo Colombo, è diventato il punto di riferimento per chi l’ha seguita durante la sua partecipazione ad Amici 23, ma anche per chi ha deciso di avvicinarsi alla sua musica proprio in occasione del Festival.
Per il 2025, Sarah è già pronta a tornare sui palchi con due prime date: il 18 ottobre 2025 ai Magazzini Generali di Milano e il 25 ottobre a Roma, presso Largo Venue, promettendo nuove emozioni e successi per il suo pubblico.
Quando Carlo Conti ha annunciato che saresti stata al Festival di Sanremo, come hai reagito? Che cosa hai fatto in quel momento?
«Ero al ristorante con la mia famiglia, tutti davanti alla televisione. Quando ho sentito il mio nome, è stato un momento incredibile. Ci siamo alzati tutti dal tavolo e abbiamo urlato insieme, è stato un momento di pura gioia. Non ricordo esattamente cosa ho detto, ma sicuramente ho chiamato subito il mio team e tutte le persone a cui tengo. È stato bellissimo, ma non avevo ancora realizzato pienamente cosa sarebbe successo. Adesso sto vivendo quest’esperienza, e devo dire che è davvero incredibile».
Amarcord è una canzone che parla di nostalgia. Come la descriveresti?
«"Amarcord" parla di ricordi e di rivivere esperienze passate, ma senza dolore. È una canzone che racconta una riflessione, un po' triste ma consapevole. La tristezza c'è, ma non è legata al dolore. Mi piace molto l'intensità che cresce nel pezzo, fino a un'esplosione finale che mi emoziona ogni volta».
Come mai hai scelto una melodia più classica e melodica? Ti ha ispirato qualcosa in particolare per questo Sanremo?
«In realtà no, non c’è stata una vera e propria ispirazione. Però, se devo parlare di questo brano, posso dire che per me potrebbe essere facilmente suonato interamente al pianoforte. Quando torno a casa, trovo che tutta la mia famiglia suoni il piano, e mio padre è solito eseguire questa canzone proprio su questo strumento. Solo ascoltare la melodia suonata ha un effetto davvero bello. Mi piace pensare che le melodie possano essere interpretate sia vocalmente sia strumentalmente. In generale, amo cercare suoni un po’ diversi, a volte ispirati anche a un mondo un po' più retrò».
Nel tuo brano “Amarcord”, c'è una vena nostalgica. Nonostante la tua giovane età, ti capita mai di provare nostalgia per il passato? E se sì, come si manifesta questa nostalgia nella tua vita quotidiana?  
«Sì, mi capita di provare nostalgia. Anche se ora vivo a Milano, sono molto legata a Vigevano, la mia città. Ogni volta che ci torno, mi pervade una certa malinconia, soprattutto quando penso a com’era prima, quando ero più piccola. È bello anche vedere il sostegno che la mia città mi dà. Quando cammino per le strade, sento il calore delle persone, e questo mi rende molto felice».


Come vivresti un piazzamento basso in classifica? Ti spronerebbe a fare meglio?
«La classifica non è il mio obiettivo principale. Sono venuta qui per farmi conoscere. La gente mi vede per la prima volta e mi ascolta. Arrivare ultima non mi farebbe male. Certo, sarebbe bello arrivare in alto, ma anche arrivare più in basso è parte del gioco. La cosa più importante è continuare a migliorare».
Essendo la più giovane a partire da un talent come Amici e adesso arrivare a Sanremo, quali paure o aspettative provi in questo percorso? E cosa ti ha sorpreso di più?
«Le paure? Direi che l’ansia è sempre presente. È chiaro che in una situazione del genere c'è molta pressione, ma non saprei dire se c’è una paura particolare. A volte temo di dimenticarmi il testo o di inciampare sulle scale, ma nulla di più. L’ansia, invece, è legata al voler dare il meglio di me stessa, alla voglia di esprimere la mia autenticità sul palco. Sono riuscita a mantenere la calma, e questo mi rende orgogliosa. Ho solo 19 anni, ma essere su quel palco, tra tanti artisti straordinari, mi rende ancora più fiera di me stessa. Non vedo la giovinezza come un limite, anzi, ho tutto il tempo per crescere, migliorare e portare ciò che una ragazza della mia età può offrire: la mia musica, le mie parole, la mia storia.Per quanto riguarda le aspettative, non mi faccio pressioni su cosa dovrebbe succedere. L’importante è dare tutto ciò che ho su quel palco, mostrare chi sono come persona e come artista. Poi quello che arriverà, arriverà».
Il karma sembra essere sempre dalla tua parte. Come lo vivi in questo momento? 
«Sì, il karma sembra continuare a sorridermi, e credo che stia ancora lavorando positivamente nella mia vita».
Sanremo ti ha dato visibilità, ma ti senti a tuo agio su quel palco o un po' un pesce fuor d’acqua?
«C'è stata molta preparazione dietro a questa esperienza. All'inizio, essere nominata tra gli artisti mi spaventava un po', ma ora mi sento molto più sicura di me stessa. Certo, ho meno esperienza rispetto ad altri, ma credo che se sono qui, è perché lo merito. Carlo mi ha scelto, quindi vuol dire che c'è qualcosa di valido in ciò che faccio».
Amici è stato sicuramente il tuo trampolino di lancio, e ora Sanremo rappresenta una nuova grande opportunità. C'è qualcosa in particolare che vorresti che arrivasse al pubblico che ti ascolta? 
«Mi piacerebbe che arrivasse la mia freschezza, la leggerezza di essere giovane. Ho 19 anni e vorrei che il mio pubblico percepisse la spensieratezza dei miei anni, quella sensazione di libertà che mi accompagna. È una sensazione che spero arrivi forte a chi mi ascolta».
Dopo aver vinto l’ultima edizione di Amici, non hai paura che il passaggio diretto a Sanremo possa essere un rischio, come è successo a tanti artisti in passato? Tu come vivi questa scelta?  
«Penso che decisioni come questa vengano prese insieme al proprio team. Come ha fatto Alessandra Amoroso, come hanno fatto Marco Carta e tanti altri, una volta fuori dal talent si inizia a scrivere musica. La canzone giusta arriva quando è il momento giusto. Nel nostro caso, la decisione di partecipare a Sanremo è stata presa con convinzione, perché ci sentivamo pronti. La canzone che abbiamo scelto ci sembrava perfetta per questa occasione, e abbiamo deciso di approfittare di questa opportunità».
A Sanremo hai trovato qualcuno tra gli altri artisti particolarmente accogliente e amichevole?
«Sì, assolutamente. È stato bello vedere come gli altri artisti si supportano a vicenda. La prima serata, per esempio, ero in camerino di fianco con Clara, che avevo già conosciuto l'estate scorsa. È stato bello avere una persona con cui condividere l'emozione pre-performance. Anche Bresh e Giorgia sono stati davvero carini con me. Mi hanno fatto dei complimenti sinceri e mi hanno sostenuto, quindi sono rimasta molto felice di come mi hanno trattato tutti».
C’è un pensiero particolare dietro ogni tua scelta di look per Sanremo?
«Per quanto riguarda i look, il primo è stato particolarmente importante per me. La prima serata era l'occasione per presentarmi, e insieme al mio team ho scelto un abito Emilio Pucci ispirato al mondo del tennis. Volevo trasmettere non solo la mia musica, ma anche chi sono come persona, con le mie passioni e i miei riferimenti.»
Hai parlato di Pucci. Cosa rappresenta per te questo brand?
«Pucci è stato un brand che ho conosciuto bene, soprattutto per il legame affettivo con mia mamma, che mi ha regalato il suo abito che aveva comprato per sé ed è stato il mio primo abito importante. Poi mia zia ha lavorato come stilista per loro. Quando il mio stylist ha proposto Pucci per i miei look, mi sono illuminata. Adoro come il brand crea immagini con i suoi vestiti, i colori. Ora, con la nuova stilista, la collezione è ancora più moderna e affascinante».
Il tennis è una delle tue passioni. Ti manca praticarlo, visto che sei stata una giocatrice?
«Sì, mi manca molto. Prima giocavo regolarmente, tutti i giorni. Ora, dopo Amici, ho dovuto ridurre un po’ la frequenza, ma continuo comunque a giocare, anche se meno spesso. In realtà, martedì, il primo giorno del festival, appena ho avuto un po’ di tempo, ho cercato un campo da tennis per giocare e fare uno shooting fotografico, perché l’outfit della prima serata era ispirato al mondo del tennis. È uno sport che mi aiuta a rilassarmi e a concentrarmi, quindi mi manca davvero tanto».
Sei come una di quelle persone che entra a una festa dove non conosce nessuno e si mette in disparte e alla ricerca di qualcuno da salutare, oppure il tuo approccio è più quello di tuffarti subito, cercando di essere più sicura di te stessa?
«Essendo la prima volta che mi trovo a Sanremo, molti degli altri artisti non li conoscevo, ma ho avuto modo di fare conoscenza. È davvero bello incontrare gli altri artisti e dirgli: ‘Ciao, piacere, ti seguo, ascolto la tua musica’. Mi piace mettermi in gioco e affrontare queste situazioni, anche se mi emoziona molto essere qui. Sono felice di fare ciò che faccio e di conoscere gli altri artisti, quindi mi sento davvero grata».
Ci sono artisti, sia del passato sia del presente, che ti hanno particolarmente influenzata?
«Vengo da una famiglia che ama la musica, quindi ho ascoltato molto dei grandi cantautori italiani e degli artisti internazionali come i Queen, gli ABBA. Crescendo ho iniziato ad ascoltare altro tipo di musica internazionale, Katy Perry, Dua Lipa, Ariana Grande e Olivia Rodrigo. Mi affascina il mondo delle pop star, dove le performance live diventano veri e propri spettacoli, con coreografie e ballerini. È qualcosa che mi ispira molto».


I tuoi genitori ti supportano molto? 
«Dopo la mia esibizione, sono stata felice di sentire il loro supporto. Non sono molto espansivi, per non farmi montare troppo la testa, ma mi hanno fatto dei bei complimenti. Erano felici di com’ è andato il mio intervento, è piaciuto il vestito che non avevano ancora visto, non volevo fargli spoiler, ed è piaciuta anche la coreografia».
Hai ricevuto dei messaggi da Bea, che ti segue da Londra? Cosa ti ha detto della tua performance?
«Sì, Bea mi ha scritto prima di salire sul palco, e anche il suo team, con cui avevo passato qualche giorno con loro, si è informato sulla mia esibizione. È stato davvero bello sentire il loro supporto. Dopo la mia performance, mi ha scritto per complimentarsi ed era molto felice. Non abbiamo avuto molto tempo per parlare, ma il suo messaggio mi ha fatto davvero piacere».
Ci sarà una collaborazione futura con Bea? Tornerai a Londra?
«Mi piacerebbe molto. Bea è venuta in Italia, quindi mi piacerebbe andare da lei, magari facendo anche una data insieme. È un’artista che mi piace molto, e a livello umano e artistico mi sono trovata molto bene con lei. Non ci sono collaborazioni programmate al momento, ma spero che ci siano in futuro».
Hai ricevuto il supporto di Maria De Filippi?
«Sì, le ho scritto dopo le prove generali per dirle che ero contenta di come erano andate, ma sapevo che avrei potuto fare ancora meglio. Quando ho finito l'esibizione, mi ha scritto per farmi i complimenti. È stato davvero un bel gesto».
Parliamo della tua collaborazione con gli Ofenbach. Com’è nata?
«La collaborazione con gli Ofenbach è stata un po' un colpo di fortuna. Quando è stata proposta la serata delle cover e dei duetti, ho subito pensato a loro, perché amo quel sound pop dance che mi ispira. Lavorare con loro è stato incredibile. Sono artisti fantastici e il fatto che abbiano accettato la proposta mi ha emozionata. Nonostante il tour, ci siamo messi a lavorare a distanza sul pezzo, partendo da "Overdrive" e creando qualcosa di unico. Sono davvero fiera del risultato».
Con gli Ofenbach, ci sarà anche un'opportunità per entrare nel mercato francese?
«Non li ho ancora incontrati di persona, visto che sono in tour, ma ci siamo già sentiti. Per quanto riguarda la Francia, sarebbe un sogno. Uno dei miei obiettivi è espandermi fuori dall’Italia, ma voglio costruire prima la mia carriera qui, passo dopo passo».
La stampa talvolta sembra essere particolarmente critica. Come reagisci a questo?
«Non vedo la questione come un attacco, ma comprendo che i giornalisti facciano il loro lavoro. Ci sono critiche costruttive e altre che, purtroppo, sembrano fatte per far star male le persone. Quello che condivido del discorso di Irama è proprio questo: a volte le critiche non hanno fini costruttivi. Non voglio entrare in un dibattito su questo, ma credo che la cosa più importante sia restare centrati e non farsi influenzare negativamente».
Cosa ci puoi dire dei tuoi progetti futuri?
«Sto scrivendo molto. Dopo l'estate ho scritto tanto, abbiamo sperimentato e collezionato diverse canzoni. Ci sarà sicuramente nuova musica prima dell'estate, e poi un album, ma non so ancora quando. Stiamo pianificando e vedremo cosa succederà».
Parlaci dei tuoi prossimi concerti. Hai già delle date programmate? E se in scaletta hai in mente di inserire delle cover?
«Ho già in programma due date a ottobre, il 18 e il 25, a Milano e a Roma. Saranno i miei primi concerti da solista, quindi sono molto emozionata. Al momento, stiamo ancora organizzando i dettagli, ma abbiamo molte idee in mente. Siamo concentrati su Sanremo, ma stiamo pensando anche al futuro, ma non abbiamo ancora definito la scaletta dei concerti, sicuramente ci saranno delle cover. Se in futuro ci sarà un album, potremmo anche includere delle novità. Per ora, siamo ancora in fase di pianificazione».
Perché hai scelto il gelato come simbolo per questa esperienza?
«Il gelato è stato un mio piccolo rito scaramantico. A Sanremo, durante la mia partecipazione, andavo ogni giorno a mangiare gelato in una gelateria che per me è diventata un portafortuna. Inoltre, è stato anche il mio primo lavoro. Ho lavorato come gelataia per due anni, quindi il gelato è una parte importante della mia storia».


Sei giovanissima, ma la tua sicurezza e consapevolezza musicale emergono chiaramente. Che consiglio daresti ai tuoi coetanei che desiderano farsi strada nel mondo della musica?
«Io credo che la cosa più importante sia non nascondersi. Se è una passione vera e profonda, bisogna impegnarsi a fondo per raggiungere i propri obiettivi. Il talento da solo non basta: bisogna coltivarlo e lavorarci sopra. Quindi, se si desidera veramente fare musica, non abbiate paura di mostrarvi per quello che siete. La bellezza della musica e dell’arte è che ciascuno di noi è unico. C’è sempre qualcosa di diverso da offrire, quindi non abbiate paura di farvi vedere per quello che siete».