Lo scorso 27 marzo è uscito il 12° album in studio di Gegè Telesforo, Il Mondo in Testa, cui si avvalso di alcuni dei più talentuosi musicisti della nuova generazione. Da un lato la freschezza delle voci di Daniela Spalletta, Lello Analfino, Simona Severini e Ainè, le tastiere di Pasquale Strizzi, Domenico Sanna e Seby Burgio, la chitarra di Christian Mascetta, la batteria di Michele Santoleri; dall’altra l’esperienza e le “brotherhood” con il bassista Dario Deidda, il percussionista Peppe Sannino, i sax di Max Ionata e Alfonso Deidda.
In questi giorni è anche uscito il videoclip di “Genetica dell’amore” una simbolica testimonianza della nostra condizione di isolamento casalingo in questi giorni difficili per tutti.
Foggiano, classe 1961, polistrumentista, cantante, musicista, vocalist, conduttore radiofonico e televisivo, è noto al grande pubblico per aver partecipato alle fortunate trasmissioni televisive di Renzo Arbore, in particolare Quelli della notte e Indietro tutta.
Noi di The Cloves Magazine lo abbiamo raggiunto telefonicamente per intervistarlo e conoscere qualche curiosità sul suo lavoro e sui prossimi impegni, tra cui un programma televisivo con Renzo Arbore.
Il mondo in testa è un album bellissimo, molto accattivante nelle sonorità e nel messaggio che vuole trasmettere agli ascoltatori ovvero un inno alla vita, all’amore, al rispetto per la natura. Ne può raccontare la genesi?
«La creatività di un artista non conosce pause, non si può fermare. Appena terminata la produzione di un album per la Rope A Dope Records,un’importantissima etichetta americana, ho iniziato subito a lavorare sulle composizioni. Dopo la fase creativa con Pasquale Britti, coproduttore e coarrangiatore, ho disegnato le architetture delle composizioni, gli spartiti e, infine, la registrazione con alcuni musicisti che mi seguono da diversi anni e che costituiscono “la vecchia guardia” e altri più giovani. Tutta la produzione dell’album è stata realizzata nell’arco di un anno e mezzo di lavoro, continuando a impegnarmi per Radio 24, i programmi televisivi che produco per Rai 5, i concerti e... mia figlia. In mezzo a questo vortice di impegni, ho realizzato l’album con un obiettivo ben preciso: raccontare un viaggio, se vogliamo anche onirico, musicalmente parlando, in un luogo inesistente fatto di tante contaminazioni, di tanti aspetti ritmici e, quindi, da viaggiatore, da persona curiosa».
Nell’album, infatti, sono presenti diverse melodie, diversi ritmi, diverse anime…
«Alla fine noi siamo quello che mangiamo, e voi lo capite benissimo a Napoli e siamo quello che ascoltiamo e quello che viviamo. Non ho fatto altro che metabolizzare i viaggi, le spezie esotiche, gli incontri e li ho riproposti in questa produzione mettendoli tutti insieme. Quindi, ogni brano non ha un’architettura ritmica stereotipata che ci porta in Brasile, in Sud America, in Africa. Ho mischiato i linguaggi. Non è stata una cosa facile, poteva venire fuori anche un lavoro kitsch».
Dopo anni di produzioni dedicate al mercato internazionale, ci hanno felicemente sorpreso i testi in italiano. Perché? Forse per esprimere in modo chiaro e inequivocabile il messaggio dell’album?
«Certamente, ma c’è anche una scelta artistica nel preferire la lingua italiana. Come lei sa, io sono un vocalist e sono un cultore di un’antica forma d’arte chiamata SCAT dove l’inglese è adattissimo. Per questo lavoro l’italiano era più elegante e suonava meglio e alla fine mi sono avvalso di musicisti e di cantanti italiani eccellenti».
Non ultimo Ainè (Arnaldo Santoro) che vanta una notevole preparazione musicale.
«Infatti…».
Foto di Sonia Keshishian
Il brano che dà titolo all’album è stato presentato con un video di animazione realizzato da una famosa video artista di New York ovvero Dominique Bloink. Com’è avvenuto questo fortunato incontro?
«Ho avuto il piacere di incontrare Dominique Bloink negli Stati Uniti. Lei aveva collaborato con alcuni miei amici. É nata a New York ma vive a Parigi e, oltre a essere una grande disegnatrice e pittrice, è dotata di una speciale sensibilità. Chi gira il mondo ha a cuore i valori dell’integrazione, della bellezza delle diversità, dell’umanità. Con una serie di simboli e creando un’animazione colorata e fluida, ha dato a Il mondo in testa una visione magica, positiva, a colori della nostra realtà che non deve costruire muri e barriere ma deve essere pronta ad accogliere, ad ospitare, ad apprezzare la bellezza delle diversità. Noi siamo meridionali e queste cose le comprendiamo bene. Se dovessi dare una definizione del mio album lo definirei “afromeridionale”».
L’altro singolo presentato in anteprima ha per titolo Genetica dell Amore. Il video che lo accompagna è costituito da decine di selfie concessi da amici, parenti, conoscenti, musicisti, fan. Il montaggio è stato curato da Simone Calcagni e documenta la nostra condizione di reclusi in casa in questi giorni difficili…
«Genetica dell’Amore è una composizione molto particolare, con una struttura ritmica e armonica di una certa complessità e con un testo che racconta la resilienza di questo sentimento forte come l’Amore, con tutte le sue contraddizioni. Anche in momenti difficili come questo, incontrando le intemperie della vita, l’Amore è un sentimento che ci fa crescere. Era bello realizzare un video con immagini prese nelle diverse abitazioni. Alla fine anche i medici che si sono fotografati hanno gli occhi che sorridono. Il video vuole veicolare un messaggio: anche nelle difficoltà non deve mancare l’energia, la positività, la voglia di vivere».
Devo farle i miei complimenti perché ha anticipato, con queste immagini, un documentario che sta preparando il regista premio Oscar Gabriele Salvatores che ha avuto la sua stessa idea…
«Quando e se lo incontrerò gli dirò che sono arrivato per primo!».
Il montaggio è molto bello e curato. Alcune immagini sono quasi poetiche e si vede che gli scatti sono spontanei e per questo artistici. Lei è anche coraggioso per un altro motivo e cioè per aver fatto uscire l’album in piena pandemia. Come pensa di promuoverlo?
«Esattamente come sto facendo con lei. Sono “attaccato” al computer e al telefono. L’album è il primo nella categoria jazz e alcune radio, anche quelle commerciali, ne hanno capito il senso e stanno trasmettendo i due brani di cui abbiamo parlato e anche Mille petali, molto romantico».
Foto di Simone Clacagni
Ed ora qualche curiosità sul suo lavoro di cantante, polistrumentista, conduttore televisivo e radiofonico. Quali incontri sono stati fondamentali per il suo percorso artistico?
«Dopo tanti anni di carriera continuo a sentirmi un musicista curioso e appassionato che ha avuto anche la fortuna di imparare l’arte della comunicazione, lavorando con un grande maestro come Renzo Arbore. Anche se ho il mio stile e la mia personalità, dopo quarant’anni sono rimasto un artista indipendente e parlo di argomenti che mi interessano in ambito musicale. Dopo le apparizioni televisive a Quelli della notte e Indietro tutto, ho avuto tante proposte per presentare programmi di vario genere ma all’epoca feci una scelta: spostarmi negli Stati Uniti dove nessuno mi conosceva. Dopo sei, sette anni sono ritornato in Italia con un grosso bagaglio di esperienze. Oggi io sono contento perché continuo a fare un lavoro che mi piace, libero da qualsiasi vincolo o imposizione. Per un artista la libertà di espressione è fondamentale».
Siamo giunti quasi al termine di questa piacevole conversazione. Ha qualche progetto per il futuro, oltre la promozione dell’album? Desidera ritornare negli USA?
«Non nascondo di essere molto legato agli Stati Uniti dove ho tanti amici. Ma non mi vedo come cittadino americano. Mi piace troppo il mio Paese, le atmosfere mediterranee, il profumo del mare, i nostri abbracci, la nostra solarità, le bellezze dell’Italia che sono tante. Quando ne verremo fuori, mi impegnerò ancora di più come artista a promuovere e a diffondere nel mondo il made in Italy. Per quanto riguarda i progetti futuri c’è una piccola cosa televisiva che stiamo preparando con Renzo Arbore».
Ma non ne parliamo per scaramanzia! La ringrazio per la sua disponibilità e le faccio tanti auguri per l’album.
Il mondo in testa è un disco colorato, pieno di cuore e ricco di belle sonorità. Si vede che lo ha realizzato un grande e poliedrico artista: Gegè Telesforo!