ph Sabrina Cirillo – Cubo Creativity Design
Il Napoli Teatro Festival Italia sotto la Direzione Artistica di Roberto Cappuccio, continua a proporre al grande pubblico spettacoli di notevole spessore artistico, con interpreti degni della migliore tradizione attoriale.
Il 14 e il 15 giugno il Teatro Nuovo ha ospitato Madre Courage e i suoi figli di Bertolt Brecht con la traduzione di Roberto Menin e la regia di Paolo Coletta con Maria Paiato affiancata da: Mauro Marino, Giovanni Ludeno, Andrea Paolotti, Roberto Pappalardo, Anna Rita Vitolo, Mario Autore, Ludovica D’Auria, Francesco Del Gaudio.
Brecht scrisse il dramma nel 1938, alla vigilia della seconda Guerra Mondiale, come un avvertimento contro le insidie dello scellerato rapporto tra guerra e capitalismo:«La guerra è solo la continuazione degli affari con altri mezzi, ma i grandi affari non li fanno la povera gente e nella guerra le virtù umane diventano mortali».
L’opera è una denuncia contro tutte le guerre e gli orrori che esse producono, ma è altresì un’attenta analisi delle contraddizioni terribili in cui versano gli oppressi, gli umili, “la povera gente”.
É forse la sua opera più completa perché nasce dall’esigenza di far comprendere al grande pubblico le urgenze storiche e sociali del suo tempo e attraverso i personaggi sollecitare negli spettatori un senso critico per non vivere passivamente gli eventi.
La guerra dei Trenta Anni tra cattolici e protestanti che sconvolse l’Europa tra il 1618 e il 1648, fa da sfondo alle vicende della vivandiera Anna Fierling e dei suoi tre figli: Eilif, Kattrin e Schweizerkas.
La donna si aggira sui campi di battaglia per vendere merce di tutti i generi ai soldati, gli unici che possono disporre di qualche soldo della loro paga sicura.
Anna fa buoni affari, ma la guerra le porta via ad uno ad uno i suoi tre figli. Tuttavia la volontà di tirare avanti con i suoi affari non le permette di capire che la guerra è un male in cui la povera gente come lei risulta sempre sconfitta e perdente. Ella appartiene ad una umanità che va avanti nella Storia con la sua storia personale e insignificante, senza aver imparato nulla. Anna sembra anche sottrarsi al suo ruolo genitoriale in un tempo distopico dove ci si abitua alla propria stessa fine e non importa se a perire sono proprio i suoi figli.
Nel nuovo allestimento proposto dal regista Paolo Coletta c’è il recupero delle nove canzoni previste dal testo che si fondono sapientemente con la scrittura nel rendere non solo la protagonista ma tutto il cast degli attori, un’umanità smarrita e dolente, incerta e sospesa che somiglia tanto alla nostra.
Maria Paiato non teme il paragone con le altre attrici italiane che hanno impersonato Madre Courage da Lina Volonghi a Mariangela Melato, da Maddalena Crippa alla nostra Isa Danieli. Il suo essere un’attrice duttile, sensibile e raffinata le consente di affrontare il personaggio in modo egregio, senza sbavature di sorta supportata anche da una regia puntuale e da attori bravi e talentuosi.
Per chi non fosse riuscito a vedere tale allestimento si ricorda che il Teatro Bellini di Napoli ospiterà Madre Courage e i suoi figli dal 19 al 24 novembre 2019.