Arrivato al successo con la vittoria a The Voice Of Italy 2015 e dopo vari premi, Fabio Curto presenta il suo nuovo album, Rive volume 1 (Fonoprint), anticipato dal singolo Mi sento in orbita, accompagnato da un video che è un omaggio al cinema classico, agli “spaghetti western” e ai film di Quentin Tarantino.
In Rive volume 1 Fabio Curto, tra sonorità rock e blues, si mette a nudo lasciandosi andare emotivamente, estremamente difficile mentre passiamo le nostre vite imparando a come non farlo e il messaggio è: davanti a ogni avversità bisogna rialzarsi il prima possibile.
Il tuo nuovo singolo “Mi sento in orbita” è una grande dichiarazione d'amore, anche se parli di “tossicità”…
«Si può chiamare amore tossico, ahah. È un brano che, effettivamente, ha in se questa tossicità ed è una grande dichiarazione d'amore, ma anche di amore verso la vita. Il ritornello è stato concepito su un’esplosione adrenalinica, una voglia di vivere euforica tipica dell'innamoramento. Dall'altra parte nella strofa c'è una vecchia confessione di solitudine che si esprime in avidità e necessità di trovare qualcun altro che, come te, se n'è fatto una ragione. L'amore non è una prigione, ma, in generale, io mi fermerei su avidità e necessità di trovare qualcun altro come te che ci è passato. Solitudine sociale che si esprime in questo mondo spiato, questi volti delle persone nella loro solitudine cittadina spiate. Un’attitudine che ho avuto sempre fin da piccolo, quello di osservare i volti delle persone e immaginarmi un po' la loro storia.»
Quanto internet o i social hanno fatto danni?
«Dopo una lunga, lunghissima riflessione, un periodo d’invettiva e un altro un periodo nel quale mi dicevo aspetta, analizziamo meglio, io credo che, un giudizio critico definitivo non sia giusto, perché sta cambiando tutto troppo rapidamente. Senza ombra di dubbio, rispetto a come sono cresciuto, mi sembra che i danni siano tanti ed evidenti, mi sembra che la socializzazione abbia subìto ora una distorsione fortissima e la socializzazione personale, quella di chi ci mette la faccia, è assolutamente in via di estinzione, al momento è una razza protetta. Il fatto che la libera espressione si manifesti attraverso una serie di cattiveria, di commenti a caldo fatti in maniera spropositata e anche quello che accade con gli haters, è un fenomeno che la dice lunga e di questo ne hanno parlato in tanti, per non dilungarci troppo, io posso restare sulla questione musica. C'è una quantità di musica devastante, mi rendo conto che quello che sta accadendo, cioè che funziona più l'apparire che il contenuto, è frutto di questa tanta, tantissima musica che c'è in giro. Non so quante migliaia di brani escono al giorno e se sei bombardato, non puoi concentrarti sui duemila brani di qualità, chiaramente con un videoclip dal contenuto paradossale o forte o un qualcosa che salti subito all'occhio, la canzone l’ascolti facilmente subito. È chiaro che, in quest’ammasso di contenuti, la mente sceglie per prima quello più leggero.»
Com’è stato ideato il tuo video “Mi sento in orbita” e da chi?
«Paolo Mercadante e Ana Ortega Moral hanno collaborato insieme per la realizzazione del video. Abbiamo creato uno storytelling insieme, uno script è nato da Paolo e poi ci sono stati dei suggerimenti e a un certo punto mi è stata presentata la dinamica del video e mi sono affidato sinceramente ai registi, mi sono prestato come figurante, perché è il loro mestiere, io ero molto occupato con l'uscita del singolo e con la partenza per l'Australia. »
Parlami di queste tue date in Australia?
«Ho fatto una piccola tournée in Australia di quattro concerti. È arrivata una telefonata dall'Australia e questo contatto mi ha chiesto di partecipare all’Italian National Ball, un evento che quest'anno festeggiava il suo cinquantennale e c'erano un po’ tutti gli esponenti dell'industria italiana più rinomata, compresa quella alimentare ed io sono andato in veste di rappresentante artistico musicale per l'Italia ed è stata una cosa molto bella per me. Ho apprezzato molto che abbiano pensato a me e così ho approfittato, attraverso un agente a Sydney, per esibirmi in altre tre location e mi sono trovato a presentare l’album in anteprima in Australia prima ancora che uscisse qui in Italia.»
Quando uscirà l’album Rive volume 1?
«L’album è già uscito in digitale, sono disponibili anche i cd fisici, però prima dobbiamo spedirli a chi ha contribuito e sostenuto la realizzazione dell'album con la campagna Music Raiser di crowdfunding e i primi a riceverli saranno loro. La distribuzione avverrà nei concerti e si potrà ordinare alla Fonoprint, ma non andrà in distribuzione nei negozi.»
Dieci brani e qualche bonus track e qualche brano anche scritto in inglese, come Alone...
«Alone è uno dei brani che avevo scritto post The Voice, e ho voluto fare un piccolo regalo ai ragazzi dell’Orchestra Giovanile del mio paese originario, di Acri, che avevano arrangiato due/tre brani per me per l’evento e mi sono emozionato quando li ho sentiti suonare questi brani e, allora, ho deciso di fargli questo regalo, e inserire la loro versione di Alone in un cd.»
Il tuo album si chiama Rive volume 1. Che cosa rappresentano per te queste Rive?
«Rappresentano un punto di arrivo e di partenza, non sono mai un obiettivo statico ma sempre in movimento che arriva e parte da lì. Sostanzialmente hai davanti l'orizzonte oppure hai davanti la pace dopo la stanchezza di un lungo viaggio, vero, immaginario, spirituale. Le rive soprattutto possono essere quelle di un fiume che arriva al mare, acqua dolce e acqua salata, dolce e amaro, che è la vita e direi che è già abbastanza.»
La copertina è molto bella e particolare. Da chi è stata realizzata e dove?
«É stata realizzata da Rebeca Becker Arriola, un’artista messicana che ha realizzato queste grafiche e a mano e anche quelle all’interno del booklet del cd, attraverso la tecnica dell'incisione a punta secca e con pietra d’agata. É stato un lavoro fatto molto bene e meticoloso, soprattutto nella copertina, c'è un soggetto vero, una fotografia che diventa immaginazione, un sogno che si mescola con la realtà e questo soggetto si specchia nell'acqua sotto forma di fumetto. Un lavoro studiato più che sul contenuto dell'album è sul sound dell'album e abbiamo preferito il bianco e nero anche per questo motivo. Secondo me è molto azzeccata sul sound dell'album, un sound che ho scelto tra due o tre diversi sound che avevo in mente e ho deciso di seguire una direzione, per questo primo album, in maniera tale che Rive volume 1 possa essere un volume 1, permettendomi di scrivere e pensare un volume 2, non dico profondamente diverso, ma un po' diverso dal volume 1.»
Qual è il messaggio particolare che vuoi che passi attraverso quest’album?
«Sicuramente che non siamo soli e soprattutto che le separazioni da oggetti preziosi, da persone preziose, la separazione da alcune certezze della nostra vita non devono impaurirci. É un messaggio anche contro la paura, quest’album parla abbondantemente di separazione, parla anche di viaggio è vero, però parla abbondantemente di separazione, di mancanza e a suo modo anche di sofferenza, però c'è la grinta del rock che suggerisce una reazione, si cade ma bisogna che ci si rialzi molto velocemente. Questo è il messaggio dell'album: il rialzarsi prima possibile.»