L’attore Andrea Bosca è uno dei 33 protagonisti del mondo dello spettacolo italiano hanno deciso di tornare bambini per raccontare storie fatte di immaginazione e di ricordi della propria infanzia, incentrate sul tema della felicità e della spensieratezza. Lo hanno fatto per raccogliere fondi da devolvere attraverso #everychildismychild per costruire la Plaster School, al confine con la Siria. Perché ogni bambino ha diritto a essere felice, perché solo con la felicità, il gioco e la fantasia si può sconfiggere la brutalità della guerra.
Il meraviglioso racconto di Andrea Bosca si chiama “Selvatica”.
Every child is my child (ed. Salani) è un libro destinato ai bambini e ai ragazzi ma anche ai loro genitori e nonni, un dono pieno di gioia per tutta la famiglia.
Altrettanti artisti e illustratori di fama internazionale hanno realizzato una tavola a colori per ciascuna storia.
«Every child is my child, è un’associazione spontanea di artisti chiamati a raccolta da Anna
Foglietta, mossi dall’indignazione per le stragi di bambini in Siria, hanno deciso che non era
più sufficiente limitarsi alla condanna ed al sostegno teorico, ma bisognava impegnarsi
direttamente, come descrive il sito dell’associazione.
La guerra colpisce l’infanzia in modo spietato agendo direttamente e indirettamente sulla
vita dei bambini e sul loro sviluppo, spesso rendendo impossibile il loro futuro.
Non solo la guerra produce questi risultati. Povertà, separazione, abuso, violenza,
sfruttamento, persecuzione, disabilità non sono solo parole ma purtroppo realtà spaventose
che accadono a molti bambini, ancora troppo ricorrenti in un mondo che si definisce
moderno e civilizzato.
Abbiamo scelto di contribuire a questa causa mettendole a disposizione tempo, talento
e il nostro peso mediatico, ideando e promovendo attività, iniziative ed eventi destinati
al finanziamento di progetti a sostegno dell’infanzia, proponendoci di fare qualcosa per tutti
quei bambini che sono costretti a vivere in condizioni di profondo disagio a causa di guerre,
calamità, povertà, emarginazione e malattia, accogliendo attorno ad Every Child Is My
Child tutte le persone che si ritrovano nell’idea che ogni bambino meriti le medesime
attenzioni ed opportunità di tutti gli altri.
Ogni bambino è il mio bambino, di qualunque nazionalità o ceto sociale, soprattutto dove
più alto è il rischio di vivere per la colpa di adulti irresponsabili».